mercoledì 30 dicembre 2009

Se questo è (ancora) un paese civile

Al Signor Presidente della Repubblica Italiana
On.le Giorgio Napolitano


Signor Presidente,
oggi, 30 dicembre 2009, leggendo (come penso avrà fatto anche Lei) il quotidiano la Repubblica, ho letto un articolo che riportava l’episodio di un disabile grave e del trattamento ricevuto dal personale di bordo per aver chiesto di acquistare il biglietto direttamente sul treno.

L’episodio, di cui è testimone oculare il giornalista che scrive l’articolo, vede protagonista un disabile privo delle braccia, straniero, che chiedeva di acquistare il biglietto in treno perché a terra non c’era riuscito. Essendo io una pendolare, so per esperienza quanto sia difficile, anche per chi è in perfetta salute, acquistare un semplice biglietto specie nelle piccole stazioni, quasi sempre chiuse e con le emettitrici rotte. Nelle grandi stazioni poi la coda è praticamente costante, specie nelle ore di punta, e non esistono vie preferenziali per chi ha problemi di salute o è anziano e malfermo sulle gambe. E anche se vi fossero emettitrici funzionanti e abbondanti nei dintorni di una biglietteria (cosa, questa, che ho verificato solo poche volte) mi si deve spiegare come una persona priva delle braccia avrebbe potuto utilizzarle. Eppure questo ha detto uno dei controllori che hanno esaminato il caso del malcapitato protagonista della nostra triste storia.

Quello che colpisce, in questa vicenda, è l’accanimento del tutto gratuito nei confronti di una persona indifesa e debole, straniera per di più, la pretesa di applicare su di lui tutti gli assurdi regolamenti che Trenitalia si inventa ogni giorno per meglio vessare chi usa il treno, ossia i cittadini che, da contribuenti paganti, vorrebbero poter contare su di un servizio degno di un paese civile.

Trenitalia, duole dirlo, ormai da tempi tratta tutti (cittadini, utenti, ma anche amministrazioni locali) come fossero questuanti importuni, e non lo scopo stesso della sua esistenza.

Da cittadina italiana devo dire che mi sento profondamente turbata ed offesa per come questa persona sia stata trattata, ferendone la dignità e contando sul fatto che, molto probabilmente, il suo status di straniero avrebbe impedito ogni eventuale protesta. Mi chiedo se il comportamento del personale viaggiante sarebbe stato lo stesso in presenza di ultras scatenati intenti a spaccare un vagone, o se non si sarebbero tenuti ben a distanza. Cosa del resto abbastanza comprensibile, ma perché allora non usare la stessa elasticità nei confronti di una persona che aveva problemi di salute così gravi ed evidenti? Si è chiamata addirittura la Polfer per farlo scendere! Chissà quale pericolo poteva configurare la sua presenza a bordo…ma forse era solo per l’imbarazzo che creava l’episodio in sé…e che tristezza anche l’indifferenza o forse il timore di mettersi nei guai dimostrati dai passeggeri, con l’eccezione di colui che poi ha scritto l’articolo. Forse che gli assurdi regolamenti di Trenitalia ci esimono dal manifestare sentimenti di pietà e di umanità? A tanto siamo giunti?

Signor Presidente, non riesco proprio a riconoscermi in questo Stato che è forte con i deboli e debole con i forti, dove le regole sono fatte per tutelare interessi di pochi a svantaggio di molti, dove neppure prendere il treno è semplice e normale, e dove un disabile è considerato uguale ai “sani” solo quando la cosa va a suo svantaggio, e gli si può applicare una bella sanzione.

Mi piacerebbe che a qualcuno fosse richiesto di rendere conto circa questo e altri comportamenti che ledono diritti elementari delle persone: il diritto ad essere trattati con dignità, il diritto ad essere aiutati se disabili, il diritto a non essere discriminati perché stranieri.

Mi rivolgo a Lei, Signor Presidente, poiché penso che un Suo intervento presso la Dirigenza del Gruppo FS e presso il Ministero del Tesoro (che detiene il 100% del Gruppo FS) potrebbe almeno ottenere la giuste scuse nei confronti di una vittima (una delle tante) dell’attuale gestione del trasporto ferroviario.

Con ossequio e stima
Sonia Zarino

martedì 8 dicembre 2009

Ieri sera la prima della Scala...a casa mia

Ieri sera ho visto la Carmen alla Scala. Bellissima edizione, vibrante e con interpreti davvero bravi. Ho apprezzato anche la messa in scena, che non tutto il pubblico ha invero gradito, riservando alla regista anche qualche fischio.

A me però l’opera è piaciuta, regalandomi una bellissima serata a costo zero…nel salotto di casa mia. Si, perché grazie ad Arte, il canale televisivo franco-tedesco che vedo gratuitamente tramite parabola, la prima della Scala è stata trasmessa nelle case di tutta Europa e liberamente fruibile da quanti lo desiderassero.

Ora io mi chiedo, perché la RAI non dovrebbe trasmettere questi spettacoli, che pure sono in gran parte finanziati con fondi pubblici, rendendoli fruibili a tutti i cittadini? Penso al Carlo Felice, penso ai tanti teatri di prosa che producono spettacoli di grande valore artistico e culturale.

Penso che renderli fruibili con maggiore facilità a tutti ne aumenterebbe la popolarità e il consenso e renderebbe ancora più giustificate le risorse pubbliche ad essi dedicate.

giovedì 3 dicembre 2009

Mille piazze per l'alternativa: filma la realtà che vuoi mettere al centro dell'azione politica!



Con il video "Accendiamo i riflettori sul Paese reale", Pier Luigi Bersani lancia la manifestazione del Partito Democratico “1000 piazze per l’alternativa”, in programma l’11 e 12 dicembre prossimi.

L’obiettivo è quello di obbligare il governo a occuparsi dei problemi degli italiani e non di quelli del premier, come dicono i messaggi sui manifesti: “sempre i problemi suoi, mai i problemi nostri”.

Gli esponenti del PD saranno nelle piazze d’Italia, sui luoghi di lavoro, di studio per parlare di economia, lavoro, sanità, scuola, ambiente, giustizia, riforme.

Per dare forza e visibilità a queste iniziative, il PD chiede al territorio e ai circoli di realizzare dei video per raccontare ciò che realmente sta succedendo nel Paese: luoghi, storie, situazioni che rappresentano il grande momento di difficoltà che gli italiani stanno vivendo sulla propria pelle.


PREMI •REC E ACCENDI LA PASSIONE - Filma e racconta i luoghi, le persone, i mestieri, una fabbrica che rischia di chiudere, un distretto che non decolla, associazioni che riuniscono famiglie in difficoltà. Pubblica il tuo video su Youdem.tv entro il 9 dicembre e contribuisci alla realizzazione di un documentario collettivo che racconti la verità sulla situazione reale del Paese. Il documentario, ma anche i singoli video, verranno trasmessi anche sul canale satellitare di YouDem e saranno commentati in studio da giornalisti ed esponenti politici e potranno essere lo spunto per collegamenti con sedi locali Pd sui casi segnalati.

domenica 29 novembre 2009

Riuscita manifestazione in favore del tunnel Rapallo - Val Fontanabuona

Il tunnel tra Rapallo e la Val Fontanabuona è un’opera che a livello territoriale riscuote un grande e trasversale consenso. Si sono espressi in suo favore non solo i sindaci (di vario orientamento politico) della vallata direttamente interessata, la Val Fontanabuona appunto, ma molti altri amministratori dei territori circonvicini, della costa e dell’entroterra.
Questa larga condivisione, più unica che rara, se si pensa a quanto sia difficile mettere tutti d’accordo sulla realizzazione di un’opera di relativo impatto territoriale, costituisce un primo importante dato di fatto di cui tenere conto.
Se ne è parlato per decenni, poi l’occasione della firma del protocollo d’intesa tra enti istituzionali (Regione, Provincia, ecc.) ed Anas e Società Autostrade per la realizzazione della Gronda di Ponente aveva propiziato l’idea, avanzata dal Presidente Burlando, di far inserire tra le opere complementari anche il Tunnel Rapallo – Val Fontanabuona.
Tutto a posto, quindi? No, perché qualcuno nel Governo, qualcuno che dovrebbe voler il bene del suo territorio, ha pensato bene di mettere i bastoni tra le ruote a questo progetto pensando di fare uno sgambetto elettorale a Burlando.
Così, quando il protocollo di intesa sembrava comprendere il tunnel, da Anas è arrivato il dietrofront, una vera e propria doccia fredda.
Infatti, anche se il progetto venisse comunque realizzato ma fuori del protocollo, non solo i tempi si allungherebbero, ma soprattutto le risorse non verrebbero più da Anas e da Società Autostrade, e dovrebbero essere fornite direttamente dalle già magre casse degli enti locali, casse che sempre più, sia detto per inciso, saranno vuote nei prossimi anni per volontà governativa.
In questi ultimi giorni ho partecipato a diversi incontri e iniziative dove i cittadini chiedono che questa opera sia fatta. La manifestazione che si è svolta a Cicogna è stata molto partecipata e ha dato il segno della volontà dei territori di vedere realizzata un’opera che porterà benefici sia alla costa, sia all’entroterra.
Questa vicenda è anche l’occasione per interrogarci su quale modello di sviluppo noi vogliamo per la nostra regione, la Liguria: uno basato sui grandi centri urbani interconnessi da linee ultraveloci, dove in mezzo si crea a poco a poco il deserto oppure uno sviluppo che faccia crescere i territori nel loro complesso, creando interconnessioni e ponendo le basi per un riequilibrio globale tra costa ed entroterra, tra grandi e piccole città e paesi.
A ben guardare, questi due modelli schematizzano piuttosto bene anche le due diverse proposte politiche, quella di centro-destra e quella di centro-sinistra: la prima basata sulla competizione territoriale spinta, dove i territori che “attraggono” attività si sviluppano ai danni o comunque non tenendo conto dei territori più svantaggiati dal punto di vista infrastrutturale e demografico; la seconda che si pone il problema del riequilibrio territoriale visto come occasione di sviluppo complessivo del tessuto socio-economico, e di conseguenza non mira a concentrare attività e potere economico, ma piuttosto a favorirne la distribuzione territoriale in una logica perequativa e di complementarietà.
La Val Fontanabuona presenta notevoli potenzialità di sviluppo economico che attualmente si scontrano con una dotazione infrastrutturale carente, e parallelamente la costa (Rapallo, ma anche imprenditori di Camogli e Recco hanno manifestato interesse) avrebbe necessità di spazi per le attività produttive, spazi che grazie al tunnel sarebbero facilmente reperibili a pochi minuti di automobile.
Si pensi alle ricadute economiche sul territorio nel suo complesso, ai tanti posti di lavoro che si potrebbero creare, al nuovo impulso che si potrebbe dare ad un territorio oggi obiettivamente sfavorito rispetto alla costa, mettendolo con questa finalmente in sinergia, come si dice da tempo.
Penso quindi che la positiva convergenza di tanti amministratori, enti locali, associazioni di categoria, cittadini, non possa venire sottovalutata quando verrà firmato il protocollo definitivo, e che alla fine il tunnel entrerà a pieno titolo tra le opere complementari della Gronda di Ponente.
Se non fosse così, vorrebbe dire che gli opportunismi pre-elettorali avrebbero avuto la meglio rispetto agli interessi del territorio. Auspichiamo vivamente che così non sarà, e che il protocollo, così come ribadito anche dal Consiglio Provinciale che ha approvato ben 4 ordini del giorno delle diverse forze politiche, conterrà il tunnel Rapallo – Val Fontanabuona, un’opera che serve al territorio e che non si può ulteriormente rimandare.

Assemblea regionale del PD/Basso:" Sul territorio con proposte politiche forti"

Si è svolta ieri, presso la Sala Chiamata del Porto a Genova, l´Assemblea Regionale del PD Liguria, presieduta da Sonia Zarino.

Dall´Assemblea è emerso un clima di grande compattezza e unità del Partito Democratico con la votazione all'unanimità della Commissione regionale di Garanzia e a grandissima maggioranza della Direzione regionale e dei Gruppi di lavoro istruttorio sul regolamento interno dell´Assemblea Regionale e sul regolamento per le primarie.

Il segretario Lorenzo Basso ha posto l'accento sull'esigenza di rimettere al centro del PD l'iniziativa politica."Lo scenario politico nazionale è estremamente delicato: il centrodestra è in fibrillazione e Berlusconi, in difficoltà, sta mostrando tutta la sua spregiudicatezza e l´assenza di ogni senso istituzionale - ha dichiarato Basso – Anche lo scenario giudiziario è quantomai caldo, tanto da spingere il Presidente Napolitano a richiamare tutte le parti in causa, a partire dal Governo, a un maggior rispetto delle regole istituzionali. Mentre la politica è quindi impegnata in scandali e nella celere approvazione di un'ennesima legge ad personam, l´economia mondiale non sembra uscire dalla crisi. Per questo, oggi più che mai, dobbiamo essere presenti sul territorio con un´agenda politica e proposte politiche forti".

Il segretario Basso ha poi annunciato i prossimi appuntamenti del PD, a cominciare dalle giornate di mobilitazione dell'11 e 12 dicembre, quando in tutta Italia verrà organizzata l´iniziativa "Mille piazze per l'alternativa"."A livello regionale stiamo lavorando ai seminari sul programma per le prossime regionali - ha proseguito Lorenzo Basso - per i quali sarà determinante il contributo dei circoli. Proprio i circoli e tutti gli aministratori e dirigenti del partito dovranno essere presenti sul territorio il più possibile, organizzando iniziative a partire dai temi più attuali, come la crisi economica e le risposte necessarie a combatterla. Personalmente sarò presente nelle realtà industriali in crisi e nei circoli. Perché le difficoltà che abbiamo davanti le potremo superare solo con una quotidiana attenzione per il territorio".

L'importanza di chiamarsi Mario

Quello che gli pseudo–tifosi non perdonano a Balottelli è soprattutto il fatto che si chiami Mario, e che sia italiano, italiano come loro. E che si comporti come un qualsiasi italiano quando viene insultato e aggredito verbalmente, per di più con epiteti razzisti.

Colpisce come la giustificazione più ricorrente sia “si, ma non sono cori razzisti, Balottelli viene insultato perché è antipatico”, ecc. allora perché gridare, come l’altra sera a Bordeaux, che chi è nero non può essere italiano? Tutto questo mi sembra francamente inaccettabile, frutto del clima avvelenato che in Italia da troppi anni viene alimentato da campagne di intolleranza verso gli stranieri, ed in particolare verso coloro che sono di origine extracomunitaria.

Penso anche che vi siano precise responsabilità per quello che sta avvenendo in Italia, una regia occulta che incanala paure e tensioni per farle scaricare verso quei soggetti che sono individuati come i capri espiatori ideali: oggi sono gli immigrati, ieri erano gli ebrei.
Il periodo storico attuale presenta d’altronde inquietanti analogie con l’epoca della repubblica di Weimar: crisi economica fortissima, causata da dissesti finanziari (crollo di Wall Street), aumento esponenziale delle disoccupazione in Europa e debolezza dei governi moderati e delle formazioni politiche progressiste, divise al loro interno.

Di fronte ad una crisi economica senza precedenti, invece di mettere sotto accusa le cause che l’hanno provocata, ossia il capitalismo sfrenato e senza regole, i governi di destra operano una totale rimozione della verità deviando la rabbia e l’aggressività delle masse verso un capro espiatorio ideale, praticamente senza difese: l’immigrato, un essere umano ancor più sfortunato dei nostri cassintegrati e precari.

E quindi, per tornare al caso di Balottelli, non è accettabile che egli si muova fuori dagli schemi prefissati, ossia quelli di una mansuetudine riconoscente verso i bianchi generosi che gli hanno permesso di diventare un campione: no, è un arrogante, uno che sfotte il pubblico, esattamente come tanti altri giocatori. Ma se da un bianco queste cose si possono tollerare, da un nero sono veri e propri affronti, per la mentalità dei pseudo-tifosi.

Salvo poi ripararsi dietro l’ipocrisia e negare l’intrinseco, ma evidente razzismo di quei cori, di quegli insulti, verso chi ha il solo torto di essere italiano, e nero, e campione di football, e molto altro ancora.

martedì 24 novembre 2009

Il Pd chiama a raccolta il popolo delle primarie «Mille piazze per l'alternativa»

Mille piazze per l’alternativa. Questa mattina Rosy Bindi ed Enrico Letta, rispettivamente presidente e vicesegretario del Partito democratico, hanno presentato la campagna di mobilitazione che partirà l'11 e il 12 dicembre e che proseguirà nei mesi successivi, attraverso iniziative messe in campo dai circoli.

L'obiettivo? Delineare «un programma alternativo di governo insieme al popolo delle primarie», ha affermato Rosy Bindi.L’iniziativa principale sarà nel fine settimana dell’11 e 12 dicembre, quando da Bersani in giù tutti i dirigenti del Pd saranno nelle piazze d’Italia a parlare di economia, lavoro, sanità, scuola, ambiente, giustizia, riforme istituzionali, a illustrare i disegni di legge che in queste materie il loro partito ha già presentato alla Camera e al Senato, a dire «basta occuparci dei problemi suoi», ovvero di Berlusconi, «pensiamo ai problemi di tutti».

Il 14 dicembre, poi, un migliaio di amministratori locali del Pd si riuniranno a Milano per dire «basta al federalismo delle chiacchiere», quello della Lega e di un governo che ha abolito l’unica tassa federale, l’Ici, e drasticamente ridimensionato l’autonomia fiscale dei comuni, che ancora aspettano 1 miliardo e 200 milioni di euro promessi dall’esecutivo. Da qui a gennaio ci sarà poi l’apertura di 500 nuovi circoli Pd nelle università, le fabbriche, le aziende che si andranno ad aggiungere ai settemila già attivi, perché non bastano due o tre giornate di mobilitazione, sostiene Bersani, per «costruire l’alternativa». Le cifre presentate durante la conferenza stampa raccontano di un paese in piena emergenza.

Un milione di disoccupati in più, il numero più alto in Europa di persone che non riescono a trovare il lavoro. Cinquanta mila imprese che rischiano di chiudere per sempre. Il taglio degli investimenti sulla sanità e i servizi.«Questa situazione segnala la noncuranza per i problemi degli italiani – ha proeguito Rosy Bindi - nessuno parla di lavoro, famiglia, impresa. Tutti sono presi a litigare tra di loro: i ministri contro il ministro dell'Economica; il presidente della Camera, nella sua veste di capo politico, in conflitto permanente con la Lega sulle politiche per l'immigrazione; partito del Sud contro il partito del Nord.

Questo è lo stato della maggioranza e del governo. È evidente che tutto questo dipende dal fatto che, non solo, manca un programma ma che il garante di questa confusione prima era Berlusconi. Ora, però, Berlusconi si è fortemente indebolito ed è chiaro ed evidente che si è aperta una dialettica per la successione. Tutto questo è un problema anche per il Paese e per gli italiani e noi vogliamo elaborare insieme ai cittadini e ai nostri circoli la bozza del nostro programma di governo».

«Ci occupiamo di quello di cui parlano le famiglie la sera a tavola – ha aggiunto il vicesegretario del PD, Enrico Letta - per ogni settore presenteremo le nostre linee programmatiche». Così per il federalismo la proposta del Pd è di chiedere, anche con una raccolta di firme, la sospensione del patto di stabilità per i comuni virtuosi. E il problema della giustizia «va risolto per i 50 milioni di italiani che chiedono una giustizia più efficiente. Dico alla maggioranza: fermatevi, ritirate il provvedimento sul processo breve. L’intera cultura italiana avanza o critiche o perplessità a quel provvedimento. Prendetene atto. Non è immaginabile cominciare a parlare di giustizia con un ricatto sul tavolo. La settimana prossima - ha aggiunto Letta - ci sarà un’occasione per affrontare alcuni temi della giustizia nell’ambito del voto alla mozione del Pd sulle riforme».Gli incontri nelle 1000 piazze serviranno anche a diffondere i progetti di legge e gli emendamenti già presentato in Parlamento e bocciati dalla maggioranza su questi temi e sulla scuola, l’ambiente, la giustizia, le riforme istituzionali. Iniziative diverse da quel «No B. Day» che, sostiene Letta, «serve solo a convincere chi è già convinto, senza portare nuovi consensi».

domenica 22 novembre 2009

Calendario lavori della Provincia di Genova

LUNEDI 23.11.09
1^COMM.NE
ore 9.30 - Presentazione Bilancio 2010.

MARTEDI 24.11.09
2^-4^COMM.NE
ore 10.00 - Audizione Ass.ne Legambiente in accoglimento della richiesta pervenuta ai Presidenti delle Comm.ni 2^-4^ su”Progetto del nuovo Ospedale Galliera.

2^-4^COMM.NE
ore 15.00- Audizione E.O. Ospedale Galliera “ su Progetto Nuovo Ospedale Galliera”

MERCOLEDI 25.11.09
ore 10.15 - GRUPPO
ore 15.00 - CONSIGLIO

GIOVEDI 26.11.09
ore 15.00 - 1^COMM.NE - Presentazione Bilancio 2010. Sala Consiglio

VENERDI 27.11.09
ore 9.30 - 1^-4^COMM.NE - Civico Museo Biblioteca dell’Attore. Rinnovo convenzione e informazioni in merito.

LUNEDI 30.11.09
ore 9.30 - 1^COMM.NE - Presentazione Bilancio.

ore 15.00 - 4^COMM.NE-Modifiche al regolamento” Modalità per la costituzione, la nomina e il funzionamento della Comm.ne consultiva Prov.le per l’autotrasporto di merci per conto proprio”.
- Modifiche al regolamento” Modalità per la costituzione, la nomina e il funzionamento della Comm.ne consultiva Prov.le per l’autotrasporto di merci per conto terzi”.
Parteciperà Ass.re Dagnino

GIOVEDI 3.12.09
ore 9.30 - 1^COMM.NE - Presentazione Bilancio 2010. Sala Consiglio

giovedì 12 novembre 2009

Se qualcuno credeva che il PD fosse a fine corsa, è stato smentito 3 milioni di volte

Il discorso di Lorenzo Basso all'Assemblea Regionale del 9 novembre al Galata Museo del Mare, dove è stato proclamato segretario regionale PD Liguria

"Il 25 ottobre è stato un giorno importante non solo per il Pd, ma per la democrazia italiana. Milioni di persone hanno dimostrato ancora una volta di credere nel Partito Democratico come unica vera alternativa alla destra – esordisce Lorenzo Basso dal palco del Galata Museo del Mare - .

Se qualcuno credeva che il PD fosse a fine corsa e che il nostro progetto fosse fallito prima ancora di prendere il volo, quel qualcuno, il 25 ottobre, è stato smentito tre milioni di volte. Il congresso è stato un grande momento di confronto, fra posizioni e sensibilità diverse. Questa è la nostra democrazia. Una democrazia che anche il centrodestra invidia, come indica il sondaggio secondo cui il 63% dell’elettorato del Popolo delle Libertà desidera le primarie per la selezione del proprio leader. Un sogno vano per loro. Per questo oggi possiamo concederci un momento di giusto orgoglio come democratici. Noi non siamo emanazione del nostro leader; è il leader ad essere la nostra emanazione, perché da noi liberamente e democraticamente eletto. Agli elettori, agli iscritti e soprattutto ai militanti, che sono e restano il cuore e il motore del nostro partito, ogni democratico deve un piccolo e sincero “grazie! Siete la parte migliore del nostro modo di fare e vivere la politica".

Dal palco del Galata il segretario regionale ringrazia i suoi due “avversari” alle primarie e il segretario uscente Tullo, che in quest’Assemblea gli passa ufficialmente il testimone.
“Per la prima volta abbiamo affrontato primarie aperte, senza esiti scontati e che hanno confermato sostanzialmente i risultati dei congressi. Anche questo è un ulteriore segno di compatezza tra il partito, i suoi iscritti e la parte più attiva dei suoi elettori. E se anche in Liguria è stata una partita da giocare fino in fondo lo dobbiamo a Sergio Cofferati ed Ermanno Pasero – dichiara Basso - , con i quali il confronto è stato a volte duro, ma sempre rispettoso e corretto. Sono certo che la nostra collaborazione sarà un elemento fondamentale per compiere al meglio i passi che ci aspettano. Un grazie, sentito e riconoscente, a Mario Tullo, per aver guidato il Pd ligure in questa sua prima fase. Ha svolto il suo compito con grande passione, nonostante le difficoltà legate agli impegni romani, cui da oggi potrà dedicare ogni attenzione a beneficio di tutti i liguri".


Il neo segretario si ferma poi ad analizzare la mancata corrispondenza tra popolo delle primarie e popolo democratico, vale a dire coloro che votano PD.
“Solo per fare un esempio – spiega Basso - alle primarie gli ultracinquantenni sono stati il 6% in più di quanti ci hanno votato alle elezioni europee. E’ questo un segnale della nostra difficoltà nel coinvolgere i giovani e nell’andare oltre lo zoccolo duro delle categorie tradizionali del nostro elettorato. Scarsa è stata anche l’affluenza da parte dei giovanissimi e degli immigrati. Dobbiamo domandarci seriamente se ciò sia dovuto ad un problema di comunicazione o ad una vera difficoltà di relazione con questi mondi, che pure dovrebbero essere naturalmente orientati a guardarci con interesse. Ogni mozione ha poi intercettato aree di consenso in parte differenti. Questa è una grande risorsa per il Pd, il presupposto per un’ulteriore apertura. Ogni mozione ha costruito relazioni profonde che non debbono essere perse, ma incluse e valorizzate nel partito”.


Lorenzo Basso lancia a questo punto un appello all’unità nel Partito: “Adesso abbiamo la forza per abbandonare le ambiguità che ci hanno paralizzato e penalizzato nei nostri primi passi. Sappiamo che esistono al nostro interno sensibilità e opinioni diverse, ne conosciamo il peso e proprio per questo siamo in grado di parlare con una voce sola. Ai media deve arrivare solo questa sintesi, non i passi che hanno condotto alla sua formulazione. Lo dico rivolgendomi non solo agli esponenti delle mozioni minoritarie, ma anche a chi ha sostenuto la linea che ha prevalso. Non ci debbono essere rese dei conti, né spartizioni di posti per quote e mozioni, perché nel Pd che vorrei costruire qui in Liguria chi merita avrà spazio, indipendentemente dalla mozione. Ognuno sarà valorizzato per le proprie capacità, per quello che può fare e, anche ma non solo, per ciò che può rappresentare”.


Una linea che si traduce nelle scelte di Basso per l’esecutivo regionale, che verrà presentato nelle prossime settimane. “Saranno scelte di cui mi assumerò personalmente la responsabilità – spiega il segretario del PD Liguria - , perché adesso che una linea ha prevalso non possiamo ricominciare a trattare su tutto con i bilancini tanto cari alla vecchia politica; altrimenti a cosa sono serviti cinque medi di congresso? Ascolterò tutti, senza pregiudizi di mozione, e poi varerò un esecutivo che non sia una camera di compensazione fra posizioni; è la direzione, cui spetta la scelta delle linea politica, il luogo dove avverranno le discussioni e le mediazioni. L’esecutivo sarà un organo operativo, diviso in dipartimenti tematici, guidati da persone scelte per le loro competenze. Di esso faranno parte personalità di tutte le realtà territoriali. Per questo baserò le mie decisioni sui curriculum dei potenziali membri dell’esecutivo, curriculum che ciascuno di loro, se scelto, dovrà essere disposto a pubblicare su internet. La trasparenza della politica e nella politica parte anche da questi piccoli esempi, dalla possibilità per tutti di conoscere la storia di chi assume ruoli direttivi e gli eventuali interessi che potrebbero generare conflitti con il suo ruolo”.


Il primo e vicinissimo impegno del Pd ligure uscito dalle primarie saranno le elezioni regionali e il programma del PD.
“Sarà la nostra visione della Liguria – prosegue Lorenzo Basso - ; la nostra identità trasformata in proposte. Sarà un programma innovativo nel merito dei contenuti e per metodo Sarà il nostro regalo di Natale a Claudio Burlando. Entro Natale il Pd ligure organizzerà cinque incontri di tipo seminariale attorno alle priorità che la nostra regione dovrà affrontare nel breve e medio termine.Saranno quindi cinque le grandi aree su cui ci concentreremo. Innanzitutto economia, lavoro e impresa. Il secondo campo sarà quello dei saperi, in cui affronteremo il tema centrale dell’istruzione, dell’orientamento, della formazione, della riqualificazione professionale e delle politiche attive del lavoro. La terza linea d’azione sarà dedicata ai servizi per la persona. Il quarto ambito avrà ad oggetto la risorsa forse più importante per la Liguria: il suo ambiente e il suo territorio. Infine, come quinto punto, cultura, sport e turismo. Svolgeremo un incontro per ogni coordinamento territoriale, perché dobbiamo elaborare un programma regionale”.

Proprio l’elaborazione del programma costituirà il primo banco di prova per rivedere e adeguare la struttura del Partito.
“Dobbiamo renderla più moderna e attraente per quella parte dinamica della società che deve costituire la nostra nuova frontiera – interviene Basso - . Sarà un processo graduale e lungo. Non sarà facile passare dalla dimensione dell’uomo solo al comando, che abbiamo conosciuto in questi primi anni, a quella di una collettività in marcia verso un traguardo comune. L’organizzazione del PD dovrà essere riformulata alla luce degli obiettivi che vogliamo realizzare. Il principale di essi è la presenza nei luoghi di vita, lavoro e studio della persone e si riassume in una parola: apertura. Abbiamo anche bisogno di una formazione politica impostata in modo nuovo. Dobbiamo favorire il mescolamento fra circoli attraverso iniziative condivise, che superino la logica puramente territoriale. Sto pensando ad un’assemblea regionale dei circoli da tenere non oltre gennaio e poi almeno una volta l’anno e credo sia importante che ogni Coordinamento territoriale organizzi consultazioni periodiche della propria dirigenza di base, almeno una ogni due mesi, come in parte già avviene. Possiamo così alimentare quel dibattito continuo fra base e dirigenza”.

Dibattito e relazione che il segretario Basso sottolinea come fondamentale nel rapporto con gli amministratori del Pd.
“Non è pensabile che gli eletti nelle file del Pd non partecipino alla vita del partito e non lo consultino per le scelte fondamentali – commenta Lorenzo Basso - . Non deve più accadere che ci siano amministratori i cui volti sono sconosciuti ai circoli delle zone da cui sono stati eletti. Voglio sia chiaro che la voce della base sarà ascoltata per valutare se un eletto merita o non merita di essere ricandidato. Vi è poi l’immenso patrimonio di possibili relazioni offerto dal popolo delle primarie. Cittadine e cittadini da coinvolgere nel nostro progetto e fidelizzare al Partito Democratico. A queste persone dobbiamo offrire incontri stimolanti, con personalità di alto livello e modalità innovative, coinvolgerli lentamente con la strategia dei piccoli passi. Queste modalità ci consentiranno di vincere una seconda sfida, forse la più dura che abbiamo davanti: coinvolgere molto di più i giovani nel nostro progetto politico”.

Quello delineato dal neo segretario regionale è il Partito Democratico da costruire nei prossimi mesi.
“Lo dovremo fare mentre affronteremo la campagna per le elezioni regionali – conclude Basso-. La Liguria risulta una delle regioni più contendibili, come dimostrato dall’andamento ondivago dell’elettorato: dalla vittoria di Biasotti nel 2000, a quella di Burlando nel 2005, alla sconfitta di misura del centrosinistra nelle politiche dello scorso anno, che ci ha fatto perdere il premio di maggioranza al Senato. Tutto questo fa della nostra regione un elemento decisivo, un simbolo per tutto il nord-ovest. Dovremo affrontare una campagna dura, in cui il centrodestra si muoverà con tutti i mezzi a sua disposizione e per la quale ci sarà – è molto probabile – un intervento diretto del Presidente del Consiglio. L’impegno da parte nostra dovrà essere massimo, a partire dai militanti, cui dovremo chiedere di compiere altri grandi sforzi per trainare il Pd e Claudio Burlando verso la vittoria. Potremo contare su un’alleanza larga ma di programma, forte perché sperimentata e motivata dal desiderio di non vedere interrotta un’azione di governo efficace. Siamo chiamati ad una sfida grande, ma alla nostra portata. Sin da ora ringrazio tutti quelli che crederanno in questa nuova sfida e che si impegneranno con me per sostenere l’idea di una Liguria democratica e moderna, una Liguria che guarda avanti, una Liguria per tutti”.

Clicca qui per leggere la versione integrale del Discorso Lorenzo Basso Assemblea Regionale del 9 novembre 2009

mercoledì 11 novembre 2009

Dopo il Congresso, tutti insieme per un PD forte e radicato nella società

Care Democratiche, Cari Democratici

il giorno dell’Assemblea Regionale ha segnato, anche in Liguria, una tappa ad un tempo conclusiva e fondativa di un percorso in cui ci siamo alfine ritrovati a camminare tutti insieme per dare corpo e voce alle idee che il PD vuole portare avanti.

La relazione del nuovo segretario, Lorenzo Basso, ha rispecchiato molto coerentemente i temi già proposti nel corso del congresso: essere prima di tutto un partito popolare, che guarda ai ceti produttivi intesi come operai, impiegati, dipendenti e piccoli imprenditori. Tutti coloro, cioè, che vivono del loro lavoro, e si trovano ad affrontare con difficoltà una crisi economica che il Governo e la destra hanno fino a ieri negato e che oggi ritengono sia già alle nostre spalle.
Il PD vuole anche essere un partito laico, in grado di confrontarsi sui programmi con tutti coloro che vogliano portare avanti una alternativa concreta all’attuale Governo della destra.
E vuole anche essere un partito aperto a tutti coloro che ne condividono i valori, un partito che è anche per questo dotato di una solida struttura organizzativa. Un partito aperto al dialogo e al confronto a partire dai circoli fino ad arrivare agli organismi nazionali.

Condivido profondamente questi principi, dei quali Lorenzo Basso, per la sua storia personale e politica, è sempre stato un convinto sostenitore. Anche per questo l’avermi proposto quale Presidente dell’Assemblea Regionale mi ha fatto sentire profondamente onorata.

So che Lorenzo si impegnerà a fondo, insieme a tutto il gruppo dirigente, per dare gambe a questo progetto di PD popolare, laico, aperto e in grado di dialogare con il mondo, capirne i rapidi mutamenti, proporre percorsi e soluzioni che dovranno essere necessariamente condivisi con tutti, a partire dagli iscritti, ma senza escludere (e come si potrebbe?) l’opinione della società civile nel suo complesso.

Una cosa che ho spesso ripetuto durante le diverse fasi congressuali era proprio l’importanza che ha, a mio avviso, la circolazione delle idee tra i diversi livelli territoriali. Circolazione che non deve avvenire in un solo senso, ma al contrario muoversi dal centro ai territori e viceversa.
Gli organismi dirigenti, è vero, devono fare sintesi e prendere su di sé le responsabilità che via via sarà necessario assumere, ma queste scelte saranno tanto più espressione reale del Partito se saranno frutto di una elaborazione corale e in grado di tenere davvero conto del contributo di tutti, a cominciare dal singolo iscritto ma anche di coloro che intendono a qualunque titolo partecipare con idee e punti di vista al dibattito e al confronto con il PD.

Per questo è necessario, io credo, porre le condizioni concrete alla partecipazione cercando costantemente il confronto con tutti, a tutti i livelli, sugli argomenti nazionali ma anche sulle questioni locali e localissime, perché così ci si radica e si instaura quel dialogo quotidiano con la gente, così diverso dalla politica fatta unicamente a partire dai sondaggi.

Ci riuniremo presto per iniziare a dare concretezza alla proposta politica del partito, anche in vista delle prossime elezioni Regionali, ed è in questa occasione che possiamo e dobbiamo contribuire con le nostre elaborazioni e indicazioni allo sviluppo di un dialogo serrato e denso di proposte, osservazioni, critiche quando necessario.

Ogni iscritto, ogni simpatizzante, deve avere la possibilità di partecipare e contribuire alla costruzione di un partito che deve, più che mai, essere vicino alla sua base di riferimento e con essa ricostruire un rapporto di fiducia e di ascolto, per sostenere, a livello di regione la riconferma di Claudio Burlando e per preparare, a livello nazionale, una alternativa credibile al governo della destra. Nel momento stesso in cui questa alternativa sarà pronta, sono certa che molti di coloro che non ci hanno votato e soprattutto molti che non votano più perché delusi dalla politica, torneranno a darci la loro fiducia.

domenica 8 novembre 2009

Bersani: non credo al partito di un uomo solo, ma a un collettivo di protagonisti



In una bella giornata di sole romano si è svolta a Roma, presso la sede della Nuova Fiera, l'Assemblea Nazionale del Partito Democratico. Giunti da tutta Italia fin dal primo mattino, i delegati si sono ritrovati nei grandi padiglioni per prendere parte, non senza emozione, all'evento che avrebbe sancito, in forma ufficiale, l'elezione di Pier Luigi Bersani a nuovo segretario del PD.

Ci si incontra, ci si ritrova, ci si saluta con affetto: cerco altri delegati dalla Liguria, e trovo quasi subito Margherita Mereto Bosso, segretaria dei Giovani genovesi. E gli altri? Siamo tanti, non è semplice ritrovarsi nella moltitudine. Entriamo percorrendo i lunghi camminamenti che ci portano ai padiglioni dedicati all'evento, sono davvero grandi, allestiti con una sobrietà che ci piace: il pavimento è un unico immenso tappeto rosso fuoco, che fa risaltare ancora di più il biancore della grande architettura industriale.

Ci accreditiamo, e ritirata la delega per le votazioni passiamo nel padiglione dedicato ai lavori dell'Assemblea. C'è già parecchio movimento, incontriamo Roberta Pinotti che ci saluta con affetto. Iniziano ad arrivare anche alcuni altri volti "noti": Ermete Realacci, Enzo Bianco, David Sassoli...vedo Mercedes Bresso e la saluto complimentandomi con lei per la determinazione con cui ha deciso di fare le gare per il trasporto ferroviario in Piemonte: "lunedì partono" è la risposta.
Più tardi incontreremo anche Mario Tullo, con il quale non manchiamo di parlare (anche oggi!) di porti e trasporti.

Troviamo posto proprio davanti al podio, qualche fila dietro i posti "riservati".

Prende la parola Maurizio Migliavacca e dopo un breve saluto e ringraziamento a tutti coloro che con la loro opera di volontari hanno reso possibile lo svolgimento del Congresso, annuncia i risultati ufficiali delle Primarie, che confermando quanto già i Circoli avevano detto, proclamano Bersani nuovo segretario del Partito Democratico:
Bersani 1.603.531 voti pari al 53,15 %;
Franceschini 1.035.026 voti pari al 34,31%;
Marino 378.211 voti pari al 12,54%.
Hanno votato in tutto 3.067.821 persone.

Bersani è il nuovo Segretario del Partito Democratico, l'applauso è unanime e quasi liberatorio, anche se non vi era nessuna sorpresa: tutti in piedi a salutare, insieme al nuovo segretario, la fine del lungo Congresso e il ritorno a tempo pieno all'azione politica.

Bersani ha preso la parola e si è rivolto al paese e al partito con un discorso concreto e denso di proposte, dalla crisi economica alle riforme istituzionali. «Ho detto più volte», ha esordito Bersani, «che non credo al partito di un uomo solo, ma a un collettivo di protagonisti. So bene che questo collettivo deve avere forme contemporanee, e rinunciarvi sarebbe regredire. Mi rivolgo a voi non come ci si rivolge a una folla ma come ci si rivolge al gruppo dirigente di un partito, corresponsabile di questa avventura. Per preparare l'alternativa». "Per l'alternativa", infatti, è proprio lo slogan che campeggia nel padiglione 13 della Fiera di Roma. Un'alternativa che passa dal ripudio del leaderismo e dalla costruzione di un partito vero. «Noi siamo orgogliosi di sentirci costruttori di un partito. Costruendo un partito realizziamo la Costituzione, che parla di partiti e non parla di popoli. Esiste un'altra modernità, alternativa alla deformazione plebiscitaria della nostra democrazia. Una modernità che può venire dal rafforzamento e dalla riforma del sistema parlamentare, da una legge elettorale che riconsegna ai cittadini la scelta dei parlamentari». Una riforma in attesa della quale, ha precisato poi Bersani nelle sue conclusioni, «meglio fare le primarie per scegliere le posizioni nelle liste per il parlamento». Il neosegretario ha tenuto una relazione solida e accurata, fondata sull'analisi dei problemi che investono il paese, proponendo «un'assemblea di mille amministratori del Pd, aperta ad amministratori di ogni orientamento, per denunciare il federalismo delle chiacchiere e parlare di federalismo dei fatti. Non si pensi, a cominciare dalla Lega, di poter raccontare delle favole mentre noi stiamo zitti». Secco col governo - «dialogo no, confronto sì, ma solo in parlamento e non sugli affari del premier» - e fiducioso sulle possibilità di D'Alema di diventare ministro degli esteri dell'Unione Europea - «ne saremmo orgogliosi» - Bersani ha proposto, tra le altre cose, un sistema di quote per valorizzare la presenza femminile non solo in politica, ma nella società. «Noi non tolleriamo la posizione discriminata delle donne. Vogliamo guidare un forte movimento di opinione che chieda una soluzione transitoria di quote, perché la discriminazione più forte è quella che tiene le donne fuori dai centri decisionali». Concretezza e pragmatismo anche su questo delicato argomento, che del resto è stato affrontato nello stesso modo in altri paesi europei (Norvegia, Francia), dove si è introdotto un sistema di quote per riequilibrare la presenza femminile nei consigli di amministrazione e nei luoghi decisionali. Presenza che non va mai disgiunta dal merito e dalle capacità, è chiaro, ma ciò non può essere un alibi per relegare le donne in ruoli di comprimarie.

Il punto centrale del suo intervento, Bersani lo dedica al progetto del nuovo partito, sgombrando il campo da dubbi e dalle tentazioni "nostalgiche" che i suoi avversari gli avevano attribuito durante la campagna congressuale. «Dobbiamo costruire il partito che abbiamo promesso ai cittadini e ai militanti. Nessuna nostalgia deve imprigionarci o trattenerci, dobbiamo sentire la necessità del nuovo da costruire. Ci rivolgiamo a tutto il centrosinistra, senza trattino, nella legittima ambizione di farci più forti. Liberiamoci da parole vecchie e passate, la nostra proposta politica non è una coperta da tirare al centro o a sinistra. Quel che conta è il progetto, l'idea di paese. Al di fuori di questa ambizione non si è più di centro o più di sinistra, si è un partito piccolo condannato nei nostri confini». Anche per questo, ha poi precisato Bersani nel corso delle sue conclusioni, «il Pd è coperto sia a sinistra che al centro». Un passaggio particolarmente apprezzato che ha trascinato gli applausi fino alla fine della relazione - «Un partito giovane ci chiede di essere giovani nel cuore» - accolta da una standing ovation.

È stato anche il giorno dell'elezione dei nuovi organismi, dal vicesegretario Enrico Letta ai 120 componenti della direzione nazionale. Tra i liguri chiamati a farne parte figurano Andrea Orlando, Roberta Pinotti e Mara Carocci, oltre a Claudio Burlando (Presidente di Regione), Lorenzo Basso (Segretario Regionale) e Marta Vincenzi (Sindaco di area metropolitana).
E' stato anche il giorno dell'elezione della presidente del partito, Rosy Bindi, visibilmente commossa nell'accogliere la nomina e nel ricordare il suo predecessore, Romano Prodi.

Sono stati eletti vicepresidenti Ivan Scalfarotto e Marina Sereni espressione rispettivamente della mozione Marino e Franceschini.

Durante la fase riservata agli interventi liberi, sia Dario Franceschini che Ignazio Marino hanno dato al neosegretario la loro disponibilità a lavorare insieme. Marino si è detto «molto soddisfatto del discorso di Bersani», al quale ha messo «a disposizione le nostre forze», perchè ora «ci faccia vincere». Stesso concetto ribadito, seppure con qualche sorriso in meno, da Dario Franceschini: «Abbiamo la responsabilità di sostenere lealmente chi ha la responsabilità di guidare il partito: noi, Pier Luigi, faremo così».

E' arrivato il tempo dei saluti. Rosy Bindi annuncia la fine dell'Assemblea, non senza fissare il prossimo appuntamento: ci vedremo già tra un mese, o al massimo subito dopo Natale. Non possiamo perdere tempo, c'è tanto da fare, e con la collaborazione di tutti dobbiamo onorare quella responsabilità che le Primarie ci hanno affidato.

lunedì 2 novembre 2009

Progetto “Imbroccala giusta” per promuovere un uso consapevole dell’acqua potabile

Solo nel 2006 per produrre le bottiglie di plastica per 12 miliardi di litri di acque minerali sono state utilizzate 350 mila tonnellate di PET, con un consumo di 665mila tonn. di petrolio e un’emissione di gas serra di circa 910mila tonn. di CO2 equivalente.

Delle bottiglie di plastica utilizzate solo un terzo circa sono state raccolte e destinate al riciclaggio.

Il Progetto “Imbroccala giusta” della Provincia di Genova si propone di diminuire la propensione all’acquisto di acqua in bottiglia con i seguenti obiettivi:

  1. Diminuzione dei rifiuti costituiti dalle bottiglie di plastica
  2. Diminuzione inquinamento atmosferico dovuto al trasporto delle bottiglie anche per lunghi tragitti: l’acqua del rubinetto è a chilometri zero
  3. Aumento della consapevolezza che l’acqua del rubinetto è di pari qualità, se non migliore, rispetto a quella imbottigliata

Il progetto è stato realizzato dall’assessorato all’Ambiente della Provincia di Genova, in collaborazione con il Centro di Educazione Ambientale della stessa Provincia e al Laboratorio Territoriale Tigullio.

Sono state realizzate circa 6500 brocche in vetro riciclato da distribuire alla popolazione in cambio di rifiuti differenziati (carta, vetro, plastica, alluminio). Insieme alle brocche veniva distribuito anche materiale documentario per spiegare l’iniziativa e sensibilizzare la popolazione sull’importanza di diminuire alla fonte la produzione dei rifiuti, usando ad esempio l’acqua potabile per uso alimentare.
L’iniziativa, partita nei mesi scorsi, ha già interessato diversi Comuni della Provincia (Sestri Levante, Moneglia, Casarza L., Castiglione C., Lavagna) e verrà ripetuta anche nei mesi prossimi dato il grande successo che ha riscosso presso la cittadinanza.

lunedì 26 ottobre 2009

Bersani è il nuovo segretario del PD. Basso è il nuovo segretario ligure.

Il giorno dopo le primarie: tanta gioia per il risultato e per la grande prova di partecipazione e di democrazia che, ancora una volta, la nostra gente ci ha voluto dare.
Ora, un grande senso di responsabilità verso tutti coloro che guardano al PD con fiducia e con speranza.
Ora è importante che il dialogo non si fermi, dobbiamo tenere stretti i contatti con tutti coloro che hanno detto: eccomi, ci sono anch'io. Dobbiamo aprire i circoli alla voglia di partecipare e di discutere che c'è, e promuovere questo grande movimento di popolo per tornare a parlare delle cose che contano davvero e costruire così, tutti insieme, una grande e credibile alternativa di governo.
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo risultato: Bersani e Basso eletti segretari confermano il risultato dei circoli e consegnano al Paese un PD forte e in grado di opporsi con efficacia alla destra di Berlusconi, e costruire sin da oggi la nostra proposta che sappia parlare al Paese e convincerlo che il nostro progetto è di gran lunga quello migliore e preferibile per tutti, e non solo per noi.
Grazie a tutti e a Pierluigi, così come a Lorenzo auguro buon lavoro: c'è tanto da fare ma abbiamo, io penso, le idee chiare e sapremo trovare la strada giusta!

sabato 17 ottobre 2009

FERROVIE. LA PROVINCIA INTERVIENE SULL'INCIDENTE DI ZOAGLI

Genova. L'incidente ferroviario di Zoagli, dove il 5 ottobre si incendiò un locomotore ha spinto Sonia Zarino, presidente della commissione trasporti della provincia, a chiedere un'audizione aTrenitalia cargo e RFI. Le due società si sono presentate a palazzo Doria Spinola con, fra gli altri, il responsabile della manutenzione cargo, Enrico Paoletti, e con il direttore territoriale di RFI, Massimo Iorani. L'importanza del tema è stata sottolineata dalla presenza dell'assessore provinciale Piero Fossati e da Edoardo Sottile, vice-prefetto di Genova.
Marina Pedemonte, che ha accompagnato Paoletti per Trenitalia cargo, ha spiegato come "il trasporto merci pericolose abbia un controllo approfondito e non casuale, ma secondo standard europei.
La sicurezza è garantita da personale formato in continuo anche con l'ausili odei vigili del fuoco e con simulazioni di situazioni di rischio".
I commissari sono intervenuti con domande. Stefano Ferretti (IdV), Salvatore Fraccavento (PRC), Simone Pedroni (PD), Angelo Spanò (Verdi) hanno sollevato quesiti anche a RFI, in particolare su un altro episodio, quello di Cogoleto dove ci fu una leggera perdita di etere.
"Proprio l'episodio di Cogoleto - ha risposto Massimo Iorani - conferma la bontà della nostra sicurezza. L'addetto di Savona avvistata la perdita ha subito allertato i responsabili che hanno provveduto a fermare il treno a Cogoleto, per le operazioni di messa in sicurezza".
Per RFI la situazione è monitorata in continuo, in particolare nelle gallerie più pericolose, con telecamere agli imbocchi e in alcuni casi anche all'interno, con un controllo 24 ore su 24 da remoto.
L'assessore Piero Fossati ha invece chiesto quale sia la percentuale di incidenti sul totale dei trasporti. "Il dato non è al momento di nostra conoscenza - ha risposto Fabrizio Delogu di RFI - mi riservo di comunicarlo, posso dire che i trasporti pericolosi sono il 7% del totale".
Sonia Zarino (PD) ha sottolineato "l'importanza di accrescere i controlli sulla manutenzione dei locomotori e dei vagoni, oltre a verificare l'adeguatezza delle misure di sicurezza lungo la linea, anche sulle opere murarie e le gallerie. Il fatto – ha concluso la presidente Zarino - che il materiale rotabile abbia spesso dei problemi è molto preoccupante".

venerdì 9 ottobre 2009

Calendario lavori della Provincia di Genova

LUNEDI 12.10.09
1^-6^COMM.NE
ore 9.30
Audizione OO.SS e Rappresentanti Sindacali Aziendali in A.T.P su”andamento della Soc.ATP in relazione alla situazione di bilancio e alle problematiche dei dipendenti. Parteciperà Ass.re Dagnino.

MARTEDI 13.10.09
COMM.NE RIFIUTI
Ore 10.00
Piano per la prevenzione e riduzione rifiuti nel territorio della provincia di Genova


3^COMM.NE
ore15.00
Approvazioni verbali;
Stato attuativo relativo alla normativa sul risparmio energetico del patrimonio immobiliare della Provincia di Genova;
Richiesta sottoscritta da 1/3 dei Consiglieri della Minoranza per conoscere lo stato dell’arte degli Istituti scolastici ove la Provincia ha competenza sulla manutenzione degli edifici. Parteciperà Ass.Puttini


MERCOLEDI 14.10.09
GRUPPO
Ore 10.30
CONSIGLIO
Ore 15.00


GIOVEDI 15.10.09
1^COMM.NE
ore 10.00
Audizione Pres. Repetto sullo stato dell’arte delle Società partecipate dalla Provincia all’interno del processo di razionalizzazione delle stesse.
Indirizzi per la Nomina, Designazione e Revoca dei Rappresentanti della Provincia c/o Enti,Aziende e Istituzioni.

3^COMM.NE
ore 15.00
Convenzione tra enti per la gestione associata dei Servizi di Polizia Stradale.
Parteciperà Ass.re Fossati

VENERDI 16.10.09
5^COMM.NE
ore 10.00
Incidenti Ferroviari e possibili effetti di natura ambientale nella Provincia di Genova con particolare riferimento all’episodio verificatosi sulla linea La Spezia -Genova all’altezza del Comune di Zoagli la sera del 5.10.09. Sono stati invitati rappresentanti di Prefettura di Genova, Protezione Civile, Vigili del Fuoco,Trenitalia. Parteciperà Ass. Fossati

VENERDI 23 .10.09
5^COMM.NE
ore 9.30
Situazione dei depuratori nella Provincia di Genova, richiesta sottoscritta da 1/3 dei Consiglieri della Minoranza. Parteciperà Ass.Perfigli

LUNEDI 26.10.09
3^COMM.NE
ore 10.00
Comunicazione del Presidente;
Illustrazione Piano Triennale Opere Pubbliche2010-2012 da parte degli Uffici Tecnici e finanziamento per la sicurezza stradale


2^-4^COMM.NE
ore 15.00
Audizione del Movimento di Cittadini Indipendenti per la tutela della vita di Carignano su”Progetto del nuovo ospedale Galliera”

GIOVEDI 29 .10.09
4^COMM.NE
ore 16.00
Approvazione verbali;
Richiesta presentata da 1/3 Consiglieri della Minoranza per “Audizione Pres. Repetto in qualità di membro dell’Autorità Portuale al fine di conoscere nel dettaglio i termini delle gare per il Sesto Modulo e del multipurpose”.

VENERDI 6.11.09
6^COMM.NE
ore 10.00
Sopralluogo c/o il Centro Franco Chiarella in Via dei Lertora 41-Chiavari.
Parteciperanno:
Ass.re Bertolotto,Dott.Girlando dell’UEPE e D.ssa Morello del Centro Chiarella

giovedì 8 ottobre 2009

PROVINCIA: IN CONSIGLIO TRASPORTO FERROVIARIO ANCORA NEL MIRINO

Con un’espressione di opinione di Sonia Zarino (PD) sull’incendio di un locomotore a Zoagli con l’ennesimo pesante disagio sulle linee per i pendolari.

Genova, 7 - Basta “ragionare solo per emergenze, senza pianificare gli acquisti del materiale rotabile e le azioni per far fronte alle situazioni critiche”. Lo ha chiesto con forza in Consiglio Provinciale alle Ferrovie Sonia Zarino (PD) che ha presentato in aula un’espressione di opinione sull’incendio di un locomotore a Zoagli il 5 ottobre scorso che ha causato gli ennesimi pesanti disagi sulle linee a viaggiatori e pendolari. “Se la causa, come sembra probabile, è la vetustà del locomotore, significa che si continua a sottovalutare il pericolo di utilizzare questo materiale rotabile. I viaggiatori bloccati a Brignole dall’interruzione delle linee sono stati lasciati soli, senza alcun tipo di assistenza da parte delle Ferrovie anche se l’azienda ha quasi siglato il nuovo contratto di servizio per il trasporto locale. Evidentemente il monopolio in cui operano, riconfermato dal Governo per sei anni più altri sei, fa sentire alle Ferrovie una sorta di immunità in cui ritengono di poter imporre le proprie condizioni.” Per Angelo Spanò (Verdi) “le Ferrovie evidentemente considerano importanti solo i treni superveloci, i pendolari importano poco, perché l’obiettivo è fare cassa. A Genova purtroppo è stata chiusa l’officina delle squadra Rialzo che era un fiore all’occhiello delle manutenzioni ferroviarie, ed è rimasta la deregulation.” Per Paolo Bianchini (PDL) “quelli per le locomotive sono investimenti a dieci anni, quindi attengono a scelte politiche di una quindicina di anni fa, è inutile polemizzare sulle colpe di questo o di quel governo. Ciò che conta sono gli investimenti in infrastrutture, per l’alta velocità, liberando linee e mezzi su quelle esistenti. Gli incidenti ci sono sempre stati, l’obiettivo è renderli sempre più rari.” Stefano Volpara (PD) considera “molto grave che il nodo del trasporto ferroviario, più volte discusso in questo Consiglio, resti ancora senza soluzione. C’è bisogno di infrastrutture, bisogna decidere quali realizzare e le principali sono quelle ferroviarie, però bisogna partire. E i treni locali restano uno scandalo sul quale il Consiglio Provinciale, con le altre istituzioni, deve prendere posizione con un atto forte.” Renata Oliveri (Gruppo Misto) distingue “una cosa è il trasporto nazionale, su cui gli interlocutori sono Ferrovie e governo, un’altra quello locale su cui le competenze sono anche della Regione, primo interlocutore per Provincia e Comuni su questo tema.”
07/10/2009 - 18:03 - Pro.No. 2009 883/199/5 - CONS - SV/sv

domenica 4 ottobre 2009

Pierluigi Bersani, per dare un senso a questa storia

Partito Democratico, il progetto
(intervento in occasione del Congresso Provinciale del Tigullio)

Il PD è la più grande intuizione politica degli ultimi 20 anni.

E’ il risultato di una elaborazione lunga e faticosa che ha attraversato un periodo ben più ampio e che trae le sue radici nei movimenti di emancipazione popolari e operai di fine ottocento.

Quei movimenti, di diversa ispirazione, laica e cattolica, si riconoscevano tutti, già allora, nell’ideale comune di una società più giusta e più equa.

Una società che sapesse riconoscere a tutti pari dignità e opportunità di riscatto sociale.

Una società dove venisse riconosciuta la dignità del lavoro e dei lavoratori, e sconfitto il loro brutale sfruttamento.

Una società che vedesse tra i suoi compiti principali la riduzione degli squilibri che, allora come oggi, erano enormi.

Ricordare queste radici non è voler tornare al passato, è semmai un modo per ritrovare il senso di una storia che, oggi, si chiama Partito Democratico.

Il Partito Democratico si propone quale sintesi nuova di quegli ideali. Un partito nuovo eppure consapevole della sua storia, alla quale guarda con l’orgoglio di chi ha combattuto lungamente per i diritti dei più deboli, di coloro che hanno sempre faticato a far sentire le loro ragioni.

Anche oggi c’è bisogno di noi, anche oggi bisogna rappresentare le ragioni di chi è oppresso, sfruttato, discriminato.

Occorre più che mai combattere l’egoismo e l’individualismo che la destra propone quale nuovo pensiero unico.

Anche per questo è nato il Partito Democratico.

E tuttavia, molte delle speranze che il PD alla sua nascita aveva suscitato sono andate deluse, e alla massiccia partecipazione degli italiani alle primarie non ha fatto poi seguito una azione di coinvolgimento nella vita del partito.

I mesi che hanno seguito le primarie sono passati senza che a quell’evento seguissero le necessarie conseguenze: il tesseramento, ma anche la mobilitazione ed il coinvolgimento delle persone sui temi in discussione nel Paese.

Sono state deluse molte aspettative, non si è dato seguito al necessario radicamento e non si sono valorizzate tutte le potenzialità che le primarie hanno chiaramente evidenziato.

Il partito non ha saputo dialogare con il Paese, non ha saputo dialogare con le categorie sociali di riferimento: operai, impiegati, piccoli imprenditori, studenti e anziani. Ha perso il contatto con la realtà e non ha saputo costruire una alternativa credibile al pur rozzo progetto politico della destra.

Alle scorse elezioni abbiamo avuto una perdita di 4 milioni di voti, e se sarebbe ingeneroso oltre che ingiusto attribuire tale risultato unicamente al segretario e ai suoi stretti collaboratori, tuttavia non possiamo rilevare come esso sia anche figlio di una gestione del partito che si è rivelata, di fatto, deludente.

Non c’è solo questo. Il PD non ha saputo esprimere, su questioni fondamentali, una linea di pensiero chiara e facilmente riconoscibile dalla gente, da coloro che non usano e non capiscono il politichese. Una linea che permettesse di capire cosa il PD intendeva fare e le azioni che avrebbe portato avanti concretamente.

Alcuni esempi: su testamento biologico e bioetica spesso la voce del PD è stata incerta, e anche sui temi del lavoro e dei rapporti con il sindacato la posizione del partito non ha avuto la chiarezza necessaria. Su questi, come su molti altri temi, le persone si aspettano posizioni chiare, perché è solo a partire da una interpretazione ben definita di una questione che si possono poi sviluppare linee di azione efficaci, in grado di tradursi in atti concreti e nei quali ci si possa identificare, collaborando in prima persona alla loro realizzazione e diffusione.

Così si crea il consenso, e si radica il partito, così si portano avanti e si diffondono le nostre idee sul mondo e sulla società.

Da dove ripartire

1) Occorre ridurre le disuguaglianze e valorizzare davvero il merito

2 aspetti caratterizzano oggi la nostra società:
· cattiva distribuzione della ricchezza
· blocco della mobilità sociale

Occorre una moderna rete di sicurezza sociale, una grande riforma del welfare che riduca questi squilibri e sblocchi la mobilità sociale

-promuovendo processi univoci di inserimento e di stabilità del lavoro;
-dando sostegno alle famiglie;
-offrendo un reddito minimo di inserimento;
-estendendo la qualità del sistema sanitario e rendendolo sostenibile;
-aiutando i non autosufficienti;
-innalzando la qualità dei servizi
-dando sostegno al lavoro femminile

-portando avanti una seria lotta all’evasione fiscale
-promuovendo nuove liberalizzazioni (liberalizzazione non significa liberismo)
-riconoscendo il ruolo centrale della scuola nella formazione e nell’integrazione

2) Legalità

Legalità è democrazia, sono le regole contro la legge della giungla

La crisi della legalità erode le basi dell’organizzazione civile: mafie, abusivismo, diritti che diventano favori, clientele e familismi, violenze grandi e piccole contro i deboli e gli sfruttati: donne, anziani, disabili, immigrati.

La legalità è per tutti, o non è legalità. Ristabilire questo principio è una priorità assoluta per la tenuta della democrazia.

Occorre riformare la PA per renderla più efficiente, ma senza insultarla. Al contrario il vero scopo della destra è distruggere tutto ciò che è pubblico, privatizzare il più possibile e spogliarsi di ogni responsabilità nei confronti dei cittadini.

3) Laicità

E’ la via maestra di una convivenza plurale e fondata sul rispetto delle diverse opinioni. La condizione è che tutti accettino un comune spazio pubblico di confronto e di incontro dove gli unici principi non negoziabili sono la Carta Costituzionale e la Carta dei Diritti dell’Uomo.

Non si può accettare un pensiero che fa dell’esclusione degli immigrati un’azione di governo. Essi rappresentano un tassello importante dell’economia e non possono essere accettati solo per essere sfruttati quasi fossero dei macchinari: braccia, non uomini. Come trattavano noi un tempo, quando emigravamo negli altri paesi.

4) Vocazione maggioritaria
Il PD deve esprimere un progetto che abbia una vocazione maggioritaria e che sia in grado di riunire tutte le forze riformiste.

Il bipolarismo non è il bipartitismo. Occorre rafforzare il modello parlamentare e risolvere il conflitto di interessi.

5) Il Partito

Vecchio-Nuovo

· Vi è chi dice di rappresentare il nuovo, mentre altri rappresentano il passato, la nostalgia per ciò che fu. Tuttavia tutti coloro che si propongono in qualità di leader, e specie coloro che hanno maggiori possibilità di essere i prescelti, hanno alle spalle una storia.

· Questo non è tra l’altro un fatto negativo, in quanto nessuno che non abbia una esperienza di peso come dirigente politico può realisticamente accreditarsi a possibile segretario del PD.

· La vera questione è però se essere davvero un partito: essere cioè una libera associazione di cittadini dotata di identità riconoscibile, organizzazione interna, radicamento sociale, luoghi di discussione e di partecipazione, nonché di regole liberamente accettate e condivise.

· Non aver chiarito questi punti fondamentali ha indebolito il cammino iniziale del PD. Oggi è tempo di cambiare, ripartendo proprio da qui, e porre basi molto più solide per ricominciare la costruzione del PD.

· Occorre costruire questa identità lavorando davvero sui territori, nei circoli, chiamando a raccolta quanti ancora si riconoscono in questo progetto e desiderano partecipare donando un po’ del loro tempo e del loro ingegno a questo che deve diventare il “loro” partito.

· Questo non significa chiudersi, ma dotarsi della struttura organizzativa che ti permette di aprirti alla società con iniziative e azioni mirate;

· Questo ci chiedevano anche i partecipanti alle primarie, ma non abbiamo saputo cogliere il messaggio, e ora non possiamo più permetterci di deluderli nuovamente

· A differenza della destra, non abbiamo bisogno di leader soli al comando, ma di segretari, a tutti i livelli territoriali, che siano forti perché dotati di vero consenso, un consenso che si misura nella capacità di rappresentare, ossia di dare ascolto e voce a tutti gli iscritti e nel saper cogliere la domanda di partecipazione alle scelte del partito che troppo spesso, negli ultimi tempi, non ha trovato risposta.

· Andiamo incontro ad una stagione in cui sarà necessario mobilitarci e mobilitare, e ogni forma di partecipazione dovrà essere incoraggiata per sostenere le nostre idee e le nostre battaglie.

· Per questo e per molto altro ancora, e posto che chiunque sarà il prescelto, saremo tutti uniti per sostenerne l’azione, credo che Pieluigi Bersani sia il candidato giusto a guidare il PD in questo difficile periodo.

sabato 3 ottobre 2009

Roma, manifestazione per la libertà di stampa

Guerre di cifre a parte (300.000 per gli organizzatori, 60.000 per la questura), eravamo davvero in tanti, giovani e meno giovani, venuti da tutta Italia per dire no alla stampa addomesticata, si alla libera e completa informazione.
"Il cittadino non informato o informato male è meno libero". Basterebbe questa frase, detta dal palco dal presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, per spiegare il senso della giornata.

Manifestazione vera, fatta di persone, di cittadini venuti a Roma a stiparsi in una piazza troppo piccola per contenerli tutti non ad acclamare un leader ma a difendere un'idea, quella della lubertà di stampa. Quale migliore risposta ad un partito che strumentalizza la parola libertà, usandola come uno dei tanti slogan di publitalia?
Partiti alle 8.00 di mattina, tornati alle 2.00 di notte con il pullman organizzato dalla CGIL del Tigullio che ringraziamo per l'organizzazione. Siamo stanchi ma soddisfatti di aver partecipato ad un'azione in difesa di un bene così importante quale la libera informazione.
La libertà è come l'aria, recitava uno slogan, ce ne ricordiamo solo quando manca. E' proprio così, per questo occorre difendere i diritti, sempre e ovunque, non dandoli mai per scontati.

venerdì 25 settembre 2009

Calendario lavori della Provincia

LUNEDI 28.09.09
1^-6^COMM.NE
ore 9.30
Prosecuzione audizione rappresentanti della Provincia in ATP su:Andamento della Società in relazione alla situazione di bilancio e alle problematiche dei dipendenti. Parteciperà Ass.re Dagnino

MERCOLEDI 30.09.09
CONSIGLIO
ore 9.30

GIOVEDI 01.10.09
1^COMM.NE
ore 10.00
-Approvazione verbali;
- Promoprovincia genova S.r.l. Procedure di liquidazione. Parteciperanno Ass.Perfigli e il Liquidatore Dr. Sartore.

LUNEDI 5.10.09
1^COMM.NE
ore 10.00
Indirizzi per la nomina, Designazione e Revoca dei Rappresentanti della Provincia c/o Enti,Aziende e Istituzioni.Chiarimenti alle nomine nel Consiglio Direttivo del Consorzio I.S.I.C.T.

MERCOLEDI' 7.10.09
CONSIGLIO

ore 15.00

GIOVEDI 8.10.09
4^COMM.NE
ore 15.00
Audizione degli organi istituzionali della Rete del Nuovo Municipio:Luigi Merli Presidente e Sindaco di Grottamare (AP) e Amura Vicepresidente ed Ass. di Canegrate (MI)

VENERDI 9.10.09
6^COMM.NE
ore 9.30
Audizione Ass.Bertolotto a seguito della richiesta sottoscritta da un terzo dei Consiglieri della Minoranza su” protocollo d’intesa tra la Provincia , l’UEPE e la Comunità Terapeutica Centro Franco Chiarella.” Parteciperanno D.sse Spanò, Berio e Dr. Girlando

GIOVEDI 15.10.09
1^COMM.NE
ore 10.00
Audizione Pres. Repetto sullo stato dell’arte delle Società partecipate dalla Provincia all’interno del processo di razionalizzazione delle stesse.

LUNEDI 19.10.09
3^COMM.NE
ore 10.00
-Approvazioni verbali;
-Stato attuativo relativo alla normativa sul risparmio energetico del patrimonio immobiliare della Provincia di Genova;
-Richiesta sottoscritta da 1/3 dei Consiglieri della Minoranza per conoscere lo stato dell’arte degli Istituti scolastici ove la Provincia ha competenza sulla manutenzione degli edifici.
Parteciperà Ass.Puttini

lunedì 14 settembre 2009

Il taglio della classe all'istituto alberghiero di Lavagna: espressione di opinione e odg in Provincia

La brutta sorpresa che diverse decine di famiglie hanno avuto all'atto dell'iscrizione mancata dei loro figli all'alberghiero di Lavagna approderà in Consiglio Provinciale con una espressione di opinione sul caso e il successivo deposito di un ordine del giorno in cui si richiede alla Provincia di attivarsi presso il Ministero e tutti gli enti competenti per riattivare la classe tagliata.
Stupisce molto, in effetti, che un istituto che "sforna" professionalità molto ricercate dall'industria alberghiera locale sia pesantemente penalizzato dalla recente riforma scolastica, che taglia indiscriminatamente insegnanti e classi senza nessun criterio, tanto meno meritocratico, visto che la scuola alberghiera è una realtà fortemente radicata nel territorio con il quale ha instaurato una forte sinergia ed i cui risultati positivi sono sotto gli occhi di tutti.

sabato 12 settembre 2009

AMBIENTE. AUDIZIONE IN COMMISSIONE V PER LA MORIA DI PESCI NELL’ENTELLA DI QUESTA ESTATE

Alla presenza dell’assessora Briano, dei rappresentanti dei Comuni di Lavagna e Chiavari e dei vertici di Arpal e Asl 4, i commissari hanno cercato di fare chiarezza sugli episodi di questa estate particolarmente secca e calda.

Moria di pesci e di anatre alla foce del fiume Entella. L’episodio risale al luglio scorso, e fece preoccupare più di un cittadino, compresi i consiglieri Spanò (Verdi) e Maggi (Pdl), tra i primi ad interessarsi del caso e a coinvolgere gli enti interessati. Che questa mattina, sentiti dalla V commissione, presieduta da Sonia Zarino (Pd), hanno ricostruito gli eventi e gli interventi messi in moto nelle scorse settimane.

Analisi dell’acqua e degli animali morti sono state al centro della discussione, al termine della quale, e nonostante altre analisi siano in corso, si è appurato che la moria di pesci è da addebitare alla scarsità d’acqua e di ossigeno, che ha abbattuto le difese immunitarie e permesso il proliferarsi di batteri sempre presenti nei corsi d’acqua, che hanno attaccato gli animali. Per i volatili invece, solo in due casi sui circa 15 capi esaminati si è accertata la morte per ingestione di topicida. Ma topicida di terza generazione, non solubile in acqua, e quindi non pericoloso per l’inquinamento delle falde acquifere.

«Una discussione utile – ha detto l’assessora al patrimonio naturalistico Renata Briano – per fare chiarezza su quanto è accaduto nell’Entella. Riguardo a questo problema la Provincia si è mossa immediatamente con la Asl e l’Arpal, anche se non aveva competenza diretta sulla salute pubblica. Per il futuro ci auguriamo che ci sia miglior coordinamento per una informazione corretta e scientificamente valida il più tempestiva possibile. Per evitare falsi allarmismi, ma anche perché è diritto di tutti quello di essere informati su quanto succede».

giovedì 10 settembre 2009

A Lavagna la Scuola Alberghiera perde una classe per i tagli voluti da Tremonti

I nefasti effetti della cosiddetta “riforma Gelmini” si sono materializzati anche nel Tigullio ed in particolare a Lavagna.
La Scuola Alberghiera si è vista rifiutare l’istituzione di una prima classe, esistente da quattro anni e gestita in forma integrata con l’Istituto Professionale di Stato “Marsano”.

Tutto ciò perché, nonostante la disponibilità della Provincia di Genova e della Regione Liguria a garantire la copertura economica di loro competenza, il Ministero non ha concesso l’autorizzazione di spesa in nome del risparmio!

Tale decisione lascia letteralmente a spasso 25 studenti che, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, sono obbligati a cercare di iscriversi ad altre scuole alberghiere, a Genova o a La Spezia, affrontando notevoli difficoltà logistiche ed economiche, o a cambiare totalmente indirizzo di studio.

Il PD di Lavagna è solidale, con gli Alunni e le Famiglie, nel contrastare questa sconsiderata scelta e l’idea di Scuola e di Formazione portata avanti dal Governo Berlusconi che mira ad indebolire la scuola Pubblica e il diritto, previsto dalla nostra Costituzione, allo studio.

Abbiamo appreso che alcuni esponenti Comunali e Regionali del PDL hanno presentato interpellanze rispettivamente al Sindaco di Lavagna e alla Giunta Regionale, in cui chiedono agli Enti citati di intervenire per cercare di trovare una soluzione al problema.

Il PD di Lavagna ritiene che il fine di queste azioni sia condivisibile ma invita gli esponenti del Popolo della Libertà a rivolgere le loro interrogazioni e le loro lamentele al Ministro Gelmini e al Governo Berlusconi, poiché, ripetiamo, il responsabile di questa scelta scellerata è il MIUR, che ha deciso di tagliare gli organici del corpo docenti dell'Istituto Marsano facendo così mancare gli insegnanti che avrebbero dovuto seguire la classe “tagliata”.

venerdì 4 settembre 2009

Attività in Provincia

MERCOLEDI 9.09.09
RIUNIONE DI MAGGIORANZA
Ore 11.00

-Occupazione e lavoro
-Trasporto Pubblico



GIOVEDI 10.09.09
1^- 4^Commissione
Ore 15.00

Audizione Pres. Repetto, Ass.ra Dagnino e dei rappresentanti della Provincia in ATP su:Andamento Soc. ATP in relazione alla situazione di bilancio.


VENERDI 11.09.09
5^ Commissione
Ore 10.00

Chiarimenti su possibili cause moria di pesci e volatili selvatici c/o fiume Entella e valutazione rischio per la salute pubblica. Parteciperà Ass. Briano e rappresentanti di Enti locali e di istituti sanitari.


LUNEDI 14.09.09
1^-6^ Commissione
Ore 9.30

Audizione rappresentanti della Provincia in ATP su:Andamento della Soc. ATP in relazione alla situazione di bilancio e alle problematiche dei dipendenti.

Audizione OO.SS provinciali FILT CGIL-FIT CISL-UIL TRASPORTI-FAISA CISAL su: Andamento della Soc. ATP in relazione alla situazione di bilancio e alle problematiche dei dipendenti.


MERCOLEDI 16.09.09
CONSIGLIO PROVINCIALE
15.00

lunedì 31 agosto 2009

Viareggio, due mesi dopo: aumenta il tragico conteggio delle vittime, ma ancora nessun responsabile

Due mesi esatti dopo la terribile notte del 29 giugno, giunge la notizia di una ennesima vittima, la trentesima. Uccisa dalle bruciature che le hanno devastato l’80% della superficie corporea, è morta a 45 anni anche Marina Galano. Altri feriti gravi lottano da più di due mesi nei reparti grandi ustionati degli ospedali.

Colpisce come, a differenza dei primi giorni, la notizia scivola via sui giornali quasi in sordina, un tragico aggiornamento di un episodio consegnato alla storia come “il più grave incidente ferroviario del dopoguerra”.

Non è stata neppure l’occasione, questa ennesima vittima, per riferire di qualche sviluppo delle inchieste che, si era detto nei giorni immediatamente successivi all’accadimento, avrebbero fatto piena luce appurando responsabilità e cause, ricostruendo la concatenazione di errori, omissioni, complicità forse, che hanno permesso il verificarsi di un evento tanto grave e luttuoso.

Cosa si è fatto fino ad oggi? Quale è lo stato delle indagini? Quali le responsabilità emerse?
L’indomani della tragedia dicemmo che si stava già verificando il rimpallo delle responsabilità: il gestore dell’infrastruttura (RFI), Trenitalia, Divisione Cargo, il vettore che utilizzava i carri, e così via…in una sarabanda di nomi e di sigle che si ramificano e si rincorrono fino in America, quasi a far perdere le loro tracce.

Si lavora per ricostruire, si contano i danni, ma i responsabili intanto non saltano fuori: chi potrà mai ripagare quei morti, chiedere perdono ai superstiti? Sgomberate le macerie di case e negozi, restano quelle, irrimediabili, delle vite di intere famiglie, falcidiate in un attimo perché, forse, qualcuno ha falsificato delle dichiarazioni, qualcuno non ha fatto i dovuti controlli, qualcuno ha barattato la vita di 30 persone con qualche migliaio di euro.

Lo si è detto all’inizio, bastava controllare meglio una saldatura: questo però nessuno lo dice più, si parla della tragedia come fatalità, incidente. Ma non è stato un incidente, non almeno nel senso di evento non prevedibile. Era prevedibile eccome, in assenza di adeguati controlli.

Di tutto questo non si parla più, i vertici delle ferrovie sono a tutt’oggi al loro posto e anzi, ministri e alti funzionari di Stato si erano affrettati a confermar loro stima e immutata fiducia. Certo la colpa non dev’essere loro, le regole sono state tutte applicate e quindi, si, ecco, è stata una fatalità o, al più, si devono cambiare le regole, ma prima ancora quelle europee. Ecco fatto, tutto a posto. Nessuno ha visto che bombe chimiche andavano (e, per quanto ne sappiamo, ancora vanno) su e giù per la penisola su carrette vecchie e decrepite che i tedeschi o i francesi buttano e noi compriamo invece che rottamarle, poi gli si rifà un po’ il trucco e oplà, pronte per partire.

Solo che qui ci sono 30 morti (e speriamo di fermarci qui con il conteggio), e non è ancora emersa nessuna responsabilità. Che sia colpa delle persone che abitavano troppo vicine ai binari?

venerdì 28 agosto 2009

Il trasporto pubblico locale è alla deriva, e ha perduto di vista il suo scopo, ossia l'essere un pezzo importante del welfare: questo è l’allarme che i Pendolari del Nord-Ovest hanno lanciato a Pierluigi Bersani, candidato segretario del PD presente a Genova in occasione della Festa Democratica.

“Siamo qui innanzi tutto come cittadini, oltre che come pendolari” esordiscono i rappresentanti degli utenti di Liguria, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna: “e rivendichiamo il nostro diritto ad una mobilità sostenibile e dignitosa, degna di un Paese civile. Non basta l’Alta Velocità per dire che il Paese ha raggiunto gli standard europei, perché il 95% degli utenti viaggia attualmente su linee a media e breve distanza, e sono questi collegamenti ad essere stati completamente abbandonati: senza una visione integrata del sistema della mobilità, si andrà presto al collasso”.

Sonia Zarino (Pendolari Liguri) chiede al candidato segretario del PD un impegno concreto per la ripresa degli investimenti nel trasporto regionale, che avrebbe anche una funzione di rilancio dell’economia;

Cesare Carbonari (Pendolari Piemontesi) illustra l’aggravamento costante dei livelli di servizio che milioni di passeggeri sono obbligati ogni giorno a sopportare, consegnando a Bersani una raccolta fotografica eloquente del degrado raggiunto dai treni per i pendolari;

Giorgio Dahò (Pendolari Lombardi) pone l’accento sulla mancanza di concorrenza e sulla necessità di arrivare a gare che mettano le Regioni in condizione di scegliere il servizio alle condizioni più vantaggiose;

Giuseppe Poli (Pendolari Emilia-Romagna) ribadisce l’importanza di un rapido rinnovo dei rotabili e di una costante programmazione degli interventi di manutenzione degli stessi;

Emblematicamente viene poi mostrata una foto che Paolo Marchi, dei Pendolari Liguri, ha scattato poche ore prima: una porta di regionale sbarrata con un’asse di legno. La domanda che viene posta provocatoriamente è: ma siamo ancora in un paese civile?

Intanto i pendolari stanno pensando di organizzarsi in un movimento nazionale in grado di colloquiare con i maggiori vertici istituzionali, e lanciano l'appello all'unità con tutti i comitati attivi sul territorio italiano per la tutela degli interessi comuni che, sostengono, non sono interessi particolaristici, ma riguardano l'intero Paese che non può prescindere da un sistema della mobilità efficiente, moderno, sostenibile ed economico.

Sono questioni pesanti quelle poste al candidato Pierluigi Bersani, questioni alle quale non si sottrae e alle quali risponde con molta chiarezza. “E’ vero”, dice, “l’Alta Velocità da sola non basta. Ha richiesto un fiume di denaro, (molto di più di quanto previsto, ndr.) e il risultato è che il trasporto locale è stato depauperato in modo inaccettabile. Occorre investire molto in questo settore, anche in funzione anti-crisi. L’economia verde, che è forse l’unica via d’uscita per tornare a crescere e dare lavoro alla gente, comprende a pieno titolo il settore del trasporto pubblico, occorre pertanto perseguire convintamene questa strada.”

Prendiamo atto di questo importante impegno che ci auguriamo troverà un seguito nella prosecuzione di una forte ed incisiva azione parlamentare del PD e ringraziamo Pierluigi Bersani per aver voluto incontrare dei rappresentanti di istanze sicuramente molto sentite a livello territoriale. Il nostro ringraziamento va inoltre al Segretario Regionale del PD, On.le Mario Tullo, componente della Commissione Trasporti della Camera e propiziatore dell’incontro, così come a quanti hanno partecipato, come il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e il candidato alla segreteria regionale Lorenzo Basso.

martedì 25 agosto 2009

Solidarietà a Francesco Mazza

Solidarietà a Francesco Mazza, proprietario del tennis club di Santa Margherita, che ha ricevuto minacce per aver offerto uno spazio ai fedeli Musulmani durante il Ramadan. Il suo è un gesto importante perchè mira a costruire un rapporto basato sul rispetto e il reciproco riconoscimento, in luogo di atteggiamenti di chi soffia sul fuoco della paura di ciò che non si conosce per bassi scopi elettoralistici.

Il risultato di questo clima avvelenato è che basta manifestare opinioni o un credo religioso diverso per essere additati come sospetti e diventare indesiderabili. E che dire poi dell'aggressione ai due ragazzi gay di Roma? Possono sembrare casi diversi, ma non lo sono poi molto, perchè in entrambi i casi ci si crede in diritto di soffocare dei comportamenti assunti in piena libertà e perfettamente riconosciuti e legali, in nome di una non conformità ad un protocollo che riconosce lecita solo l'ortodossia dei modelli dominanti.
Questo atteggiamento, che porta con sè tutti i semi avvelenati dei totalitarismi, è pericoloso non solo per coloro che ne sono, oggi, l'oggetto (ed è già intollerabile), ma può estendersi un domani ad altre categorie che attualmente non ne sono colpite.
Stiamo attenti a che la storia non si ripeta, poi è troppo facile dire: non l'avevo capito.

venerdì 21 agosto 2009

Barak Obama, la riforma sanitaria minacciata dalle lobbies della reazione

Le lobbies reazionarie e di destra stanno lavorando sull'opinione pubblica americana per screditare la riforma Obama che darebbe a tutti la sanità garantita (come da noi in Europa)...stanno incredibilmente facendo passare il messaggio che si tratterebbe di una riforma di tipo "sovietico"...un po' come fa Berlusconi quando agita per ogni occasione lo spettro del "comunismo" utilizzando TV e giornali "di proprietà"...comunque è interessante vedere come la propaganda sia potente e come sia concentrata nelle mani di chi ha i soldi: il predominio dell'informazione di massa è la chiave per creare il consenso, che lo vogliamo oppure no. Che coincidenza, sto proprio in questi giorni leggendo " La fabbrica del consenso" di Chomsky: altri tempi, ma schemi molto simili per manipolare la verità e creare il consenso attorno ai temi che interessano a chi detiene il potere economico. E' il solito vecchio trucco: si vuole convincere la gente a rifiutare ciò che sarebbe a suo vantaggio agitando paure inesistenti...

firmiamo per sostenere la riforma Obama!
dal sito Avaaz.org

Dear friends,
American corporations are spreading lies about our public health care system to kill Obama's health plan -- and with it his whole movement for change. Sign a message to Americans about how much we value our healthcare in Europe. Let's set the record straight!

Obama's movement for change in the US is at risk of collapsing -- in large part because of lies about national public healthcare systems!

It's incredible, but Obama's health plan, and with it his entire Presidency, could be derailed if big corporations and the radical right manage to convince Americans that public health systems are a nightmare similar to "Soviet Russia".
We need a huge popular outcry from Europe to show the truth -- demonstrating how much we value our public healthcare system even despite its drawbacks.

Sign on
to the message to America and forward this email -- if enough of us sign, we'll cause a stir in US media and help change the debate: http://www.avaaz.org/en/reform_health_care_eu US healthcare is run by large corporations - it's the most expensive in the world, but ranks 37th in quality, and 40 million Americans can't afford any care at all.

It's an awful system for people, but corporations make enormous profits, so they're fighting to keep it. If they win and Obama fails, the Democrats could lose the Congress in elections next year. If this happens, progress on every global issue is endangered, from climate change to the war in Iraq.

We have no time to lose. Industry lobbyists are ramping up their smear campaigns right now to make sure the Obama plan is dead on arrival when Congress meets in September. Americans are hearing a constant barrage of propaganda that our healthcare system is a nightmare.
Let's say it isn't so below:http://www.avaaz.org/en/reform_health_care_eu

Public healthcare systems like ours may not be perfect -- but it works far better than the US system. Let's stand up to the lies, and help save Obama's movement for change with the truth about public healthcare systems.With hope,Brett, Ricken, Benjamin, Alice, Graziela, Paula, Paul, Pascal and the whole Avaaz team.
Here's some links for more info:

Health insurers stocks rise as health care plans fadehttp://www.reuters.com/article/hotStocksNews/idUSTRE57G4BU20090817?sp=true

Lampedusa, nuova tragedia del mare

Apprendo che sono stati ritrovati alcuni cadaveri che fornirebbero un terribile riscontro alla vicenda. Non riesco a credere che si possano avvistare dei naufraghi alla deriva su un gommone e girare la testa dall'altra parte, pensando forse che qualcun altro li soccorrerà, per evitare grane....e, sempre per evitare grane, neppure si dà l'allarme? Si continua la propria allegra gita in barca, come se nulla fosse? Ma davvero stiamo smarrendo il senso della più elementare umanità? E poi abbiamo paura dei "barbari" che ci invadono...ma i barbari siamo noi!

da l'Unità

Erano su un gommone alla deriva lungo circa 12 metri i cinque eritrei raccolti questa mattina al largo di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di Finanza. Gli immigrati, secondo quanto hanno riferito ai soccorritori, sarebbero rimasti in mare per diversi giorni dopo avere esaurito il carburante. Durante la traversata, 75 di loro sarebbero morti di stenti e i loro corpi abbandonati in mare. La Guardia di Finanza sta cercando riscontri a questo racconto che viene comunque ritenuto «compatibile» sia con lo stato di salute dei cinque superstiti, trovati in condizioni pietose e ormai allo stremo delle forze, sia con la capienza dell'imbarcazione. Gommoni di questa grandezza sono stati infatti utilizzati in passato dal racket degli immigrati per trasportare anche una ottantina di persone.

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