venerdì 27 luglio 2007

Si ai parchi come espressione del territorio

Durante il Consiglio Provinciale del 25 luglio 2007 si è discusso di una proposta ventilata durante la campagna elettorale dal deputato verde Roberto Poletti, e che concerne la creazione di un parco marino e terrestre esteso da Portofino a Moneglia. L’Ulivo, tramite l’intervento del Consigliere Pedroni, ha chiesto chiarimenti in merito alla Giunta, ritenendo che tale proposta giungesse in modo poco condiviso con il territorio. Questo non significa di certo che l’Ulivo sia contrario ai parchi, prova ne è la grande attenzione per la salvaguardia del territorio provinciale portata avanti in questi anni. E’ vero che però ogni progetto di salvaguardia va unito ed integrato con le esigenze di uno sviluppo economico sostenibile ed in grado di innescare un processo virtuoso che coinvolge turismo, agricoltura, artigianato, ecc. ottimi esempi nella nostra regione sono, ad esempio, il Parco dell’Aveto o quello delle 5 Terre, inizialmente guardati con sospetto e adesso difesi a spada tratta dagli stessi abitanti. L’ assessore Renata Briano ha dichiarato che l’impegno della giunta è orientato ai quattro parchi regionali attualmente esistenti e che l’unica auspicata modifica ai loro confini è quella di unificare l’area protetta di Portofino con la sua riserva marina, al pari delle 5 Terre, in modo da facilitarne la gestione, ottimizzandone le risorse e l’efficacia della promozione.

lunedì 23 luglio 2007

Sul monte Penna, insieme all'ANPI

Domenica 22 luglio, commemorazione sul monte Penna di due partigiani uccisi dai nazifascisti durante la guerra di liberazione.
Ho partecipato con grande commozione alla bella cerimonia svoltasi sul monte Penna, presso il cippo a loro dedicato, per ricordare ed onorare due patrioti che hanno dato la vita per un ideale di libertà e democrazia.
Non si ricordano mai abbastanza coloro che ci hanno permesso di condurre, specie a noi delle generazioni successive, un’esistenza al riparo dagli orrori e dalle privazioni che hanno caratterizzato la loro. Un’esistenza dove è possibile esprimere liberamente idee e giudizi, dove la democrazia è un valore riconosciuto, anche se, forse, non compiutamente realizzato.
Non possiamo pensare, per questo, che ideali come quelli portati avanti dai partigiani al tempo del nazifascismo siano oggi obsoleti o, peggio, tramontati: oggi più che mai occorre ricordare che diritti importanti come la democrazia, il valore civico, l’uguaglianza e la pari dignità tra tutti gli esseri umani non si possono mai dare per scontati ed acquisiti, e che si devono costantemente difendere dagli assalti della reazione e dell’autoritarismo.
Molto piacere mi ha fatto vedere molti giovani iscritti all’ANPI che presenti all’evento hanno con entusiasmo partecipato e collaborato attivamente alla sua organizzazione. Quei giovani che al nord come al sud si riconoscono in quegli stessi ideali e li preservano, diffondendoli e mantenendoli vivi, perché li sentono attuali anche oggi.
A ben vedere, quei ragazzi che, al sud, combattono contro la mafia, la camorra l’illegalità diffusa, si pongono idealmente in un solco già tracciato, anni fa, proprio dall’ANPI, che combatteva per liberare l’Italia dai fascisti e dai nazisti.

giovedì 19 luglio 2007

Mares, Rapallo: quando il marchio non è più made in Italy

La vicenda della Mares di Casarza-Rapallo (progressiva riduzione degli organici da 360 persone alle attuali 200, e recente tentativo di licenziarne altre 23) è un esempio emblematico di cosa significhi delocalizzazione. Un marchio italiano può essere comprato da finanzieri stranieri e utilizzato per rivestire prodotti fatti all’estero, con l’unica ottica della riduzione dei costi di produzione, magari dopo aver ottenuto consistenti finanziamenti dall’UE per produrre in Italia. Cosa infatti costringe il finanziere austriaco a mantenere gli impegni occupazionali? Purtroppo allo stato attuale nulla. Può decidere come e quando vuole di andare a produrre all’estero, e continuare a fregiarsi del made in Italy per i prodotti a marchio Mares. Ma è giusto? Anche dal punto di vista dei consumatori, non è una truffa? Chi crede di comprare italiano e compra, mettiamo, bulgaro, non dovrebbe sentirsi raggirato? Io credo di sì, ed è per questo che in sede europea si dovrebbe mettere mano alla normativa per scongiurare la possibilità di operare simili truffe ai danni dei cittadini, e dei consumatori, e dei lavoratori.

mercoledì 11 luglio 2007

Convocato il Consiglio Provinciale il 18 luglio

O.d.G. Preliminare CONSIGLIO PROVINCIALE 18 LUGLIO 2007

1) Repetto Alessandro Relatore:
Rendiconto della gestione per l'esercizio 2006.

2) Barisione Agostino Relatore:
Convitto Nazionale Colombo. designazione di un rappresentante della Provincia in seno al Consiglio di Amministrazione.

3) Zito Lorenzo Relatore:
Mozione dei Consiglieri Zito, Barsotti, Rotunno e Muzio in merito alle problematiche incontrate dal Prof. Franco Henriquet nell'esercizio dell'attività prestata dall'Associazione Gigi Ghirotti.

4) Collorado Giovanni Relatore:
Mozione dei Consiglieri Collorado, Muzio e Rotunno in merito ai problemi occupazionale dell'azienda Mares.

5) Gronda Gabriele Relatore:
Interpellanza dei Consiglieri Gronda, Milanta, Pedroni e Zarino in merito ai provvedimenti recentemente adottati dalla azienda Mares.

venerdì 6 luglio 2007

Una vacanza davvero alternativa? Partecipare ai campi della legalità

Diffondere una cultura fondata sulla legalità e sul senso civico che possa efficacemente contrapporsi ai fenomeni mafiosi, sfortunatamente tipici del nostro Paese, per dimostrare che anche in quei luoghi dove la mafia ha spadroneggiato è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla legalità, sul rispetto della persona umana e dell’ambiente. Questo è l’obbiettivo che Legambiente e Libera, partner da diversi anni in tante azioni e progetti, vogliono centrare attraverso i campi di volontariato organizzati nelle terre confiscate allla mafia. Sono campi previsti per intere famiglie, adulti e bambini insieme uniti in un gesto concreto per costruire un futuro di giustizia e legalità.

giovedì 5 luglio 2007

Trenitalia, i ritardi e la teoria delle catastrofi

L’Italia, si sa, è la patria della fantasia, una dote di cui Trenitalia è di certo ben fornita, e di cui fa uso specie quando si tratta di giustificare nei confronti degli utenti disservizi più o meno gravi.E’ capitato, ad esempio, la sera del 25 giugno l’IC per Firenze delle 18.52 è arrivato nella stazione di Genova Principe, ha caricato i passeggeri e poi è stato fermo per più di mezz’ora, dopo aver annunciato che il ritardo era dovuto ad una misteriosa coincidenza con un altro misterioso treno.La verità è che abbiamo aspettato tutto quel tempo, fermi sull’IC per Firenze, perché il macchinista doveva arrivare a bordo del treno in arrivo, ed era in ritardo a causa, udite udite, del blocco dei binari attuato la mattina da un gruppo di pendolari che protestavano a Roma contro l'aumento (del doppio) del prezzo del biglietto. Evidentemente in tutta Genova non c’era disponibile un solo macchinista, magari uno reperibile, niente, che potesse far partire il treno in orario. Nessuno aveva previsto, dalla mattina, che si potesse verificare la necessità di sostituire qualche macchinista “preso” nell’ingorgo a centro-Italia.Certo, era molto più semplice dire che era tutta colpa dei pendolari che, si badi bene, a Roma Tiburtina hanno occupato i binari la mattina, e morta lì! Ma come fa, direte voi, un evento che si è verificato tanto lontano e a tante ore di distanza, a ripercuotersi a 1000 km di distanza? Ecco che, con la famosa teoria delle catastrofi, tutto è chiaro: è stato il battito d’ali delle farfalle-pendolari a Roma e far scoppiare la tempesta-ritardi a Genova Principe. Questa la verità fatta circolare tra i passeggeri dell’IC per Firenze. Non ci sfiora neppure per un attimo l’idea che il problema sia la scarsità del personale viaggiante, scarsità che in estate, come da noi più volte paventato, si acutizza in modo particolare a causa delle ferie.La tempesta ha sconvolto a tal punto l’organizzazione di solito efficientissima di Trenitalia che nessuno ha avvertito i passeggeri diretti fino a La Spezia di non prendere l’IC per Firenze, restando magari sul locale, né più tardi li si è avvertiti dei locali successivi, e dei relativi binari a cui recarsi. A proposito, di monitor sui binari neppure l’ombra, anzi sì, hanno piazzato degli enormi schermi ultrapiatti che però serviranno, così pare, per trasmettere degli spot pubblicitari…Risultato: arrivati a Chiavari con un’ora e dieci di ritardo, appuntamenti saltati e nervi a fior di pelle. Ma, si sa, contro la teoria delle catastrofi, che si può fare? A questo punto ci si deve solo augurare che Moretti non prenda mai il raffreddore: uno starnuto e crolla tutta la baracca.

Condividi