lunedì 30 aprile 2007

Quale sviluppo per la Provincia di Genova

Genova, la costa e il suo entroterra rappresentano realtà complementari che nelle loro varietà possono e devono trovare la chiave per un corretto sviluppo socio-economico.
Il futuro della Provincia di Genova risiede nella valorizzazione delle peculiarità tipiche di ciascun territorio: questo risultato lo si può ottenere anche attraverso un utilizzo di tecnologie innovative (energie rinnovabili, banda larga, telelavoro, ecc.) in grado di facilitare la messa a sistema di tutte le energie, in modo efficiente ed ambientalmente sostenibile. Non dimentichiamo che il nostro territorio è la nostra vera ricchezza, e come tale va preservata, non la si può brutalmente sfruttare e distruggere, pena la nostra stessa distruzione.
Optare quindi per uno sviluppo di tipo innovativo, in grado di soddisfare le esigenze di un mercato sempre più orientato ai servizi ed in continua evoluzione, potrebbe essere la chiave di volta anche per attrarre nuove attività economiche a basso impatto ma ad alta densità di lavoro e di competenze qualificate, che nella nostra Provincia troverebbero indubbiamente condizioni di vita ottimali, se solo potessero disporre di adeguate infrastrutture tecnologiche. Si pensi ad esempio al WiMAX (una tecnologia che consente l'accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili), quale straordinario fattore abilitante per aziende grandi e piccole attive sul territorio.

giovedì 26 aprile 2007

Ieri era il 25 Aprile, giornata di festa e di ricordi. Ho ascoltato con emozione da anziani partigiani i racconti di quegli anni tragici, intrisi di morte e di terrore. Eppure quanta energia in quelle parole vibranti e limpide, dove non vi era nessuna retorica, ma solo l'orgoglio legittimo di aver restituito all'Italia libertà e pace.

venerdì 20 aprile 2007

Sonia Zarino, i motivi di un impegno

Sono nata il 28 agosto 1965 a Lavagna, dove tutt’ora abito anche se svolgo la mia attività a Genova, condividendo la sorte di tanti pendolari che ogni giorno si recano nel capoluogo per studio o per lavoro.
Dopo aver conseguito la maturità scientifica presso il Liceo Marconi di Chiavari, ho frequentato la Facoltà di Architettura di Genova dove mi sono laureata in Architettura ed Urbanistica nel 1990. In seguito ho iniziato la mia attività di libera professionista, in Italia e in Francia, dove fra l’altro ho conseguito un Master in pianificazione del territorio e progetto urbano presso l’Università di Rouen e dove ho conosciuto mio marito e che come me è architetto e urbanista. Con lui ho condotto tra le altre cose diversi progetti di sviluppo ambientale e programmi di iniziativa comunitaria del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Interreg). Nel 1996 ho deciso di intraprendere una nuova esperienza presso una azienda informatica genovese di primaria importanza, dove ho lavorato come responsabile marketing e comunicazione fino all'aprile del 2009. La mia doppia “cittadinanza”, lavagnese e genovese, mi permette di vivere contemporaneamente una duplice dimensione, quella di una piccola e mediamente tranquilla realtà provinciale e quella dinamica e un po’ caotica tipica di una grande città. Penso che questo sia un privilegio che, pur a prezzo di ore di viaggio spese ogni giorno nel trasferimento, permetta di capire molto meglio e più in profondità le diverse dinamiche di due tipologie cittadine che possono imparare molto, io credo, l’una dall’altra.
Forse anche in ragione della mia formazione di Urbanista, diversi anni fa ho iniziato a studiare il problema dei trasporti locali, con particolare attenzione alla ferrovia, che è il mio mezzo di trasporto quotidiano.E’ successo che, quattro-cinque anni fa, il servizio ferroviario ha cominciato a subire un rapido quanto apparentemente inarrestabile degrado, e i collegamenti tra Genova e il resto della Liguria e dell’Italia sono di fatto diventati difficili: ritardi, soppressioni, carrozze in condizioni igieniche inaccettabili. La carenza di personale ha determinato la chiusura di molte stazioni, tratti di binari sono stati rimossi, le tariffe sono aumentate ma il servizio è peggiorato, così come la qualità della vita di tanti lavoratori e studenti che continuavano ad andare in treno. Nell’estate 2005 si è formato un gruppo di persone che, stanco dei continui disagi e disservizi, ha realizzato una raccolta di firme indirizzando una lettera al presidente della Regione, per denunciare il perdurare e anzi l’aggravarsi della situazione. Da allora quel gruppo è diventato un movimento vasto di cittadini liguri, di cui sono ad oggi la portavoce, che si battono per una mobilità più efficiente e in grado di rispondere alle esigenze della popolazione. L’esperienza del Comitato dei Pendolari, e questo è un fatto a mio avviso molto importante, ha contribuito a rinvigorire un tema che sembrava desueto: quello dell’importanza dei servizi pubblici, che da tante parti venivano messi in discussione. Si pensi solo agli attacchi mossi alla scuola pubblica, alla sanità, al pubblico in generale, dipinto come luogo di sperpero e di nullafacenza.
Ora, se è vero che lo spreco è sempre e in ogni caso da censurare, è pur vero che il principio del servizio pubblico, come strumento di democrazia e di uguali opportunità per tutti i cittadini è tutt’altro che uno strumento desueto ed è tempo che venga, semmai, valorizzato e modernizzato.
Ho deciso di mettermi al servizio di questa causa perché penso che tutti insieme possiamo costruire una qualità della vita migliore per noi e per coloro che verranno, una qualità che non è data dal solo parametro della crescita economica, ma da quanto noi riusciremo a conciliare le esigenze di sviluppo con la tutela della dignità umana, e non certo viceversa. .

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