martedì 22 luglio 2008

Il PD del Tigullio incontra Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova

Proseguono gli incontri con gli amministratori promossi dal PD del Tigullio. Dopo l’incontro con il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, è stata la volta del Presidente Alessandro Repetto che lunedì 21 luglio presso la Sala Gramsci di Chiavari ha illustrato ai presenti le linee guida dell’azione provinciale. Molti i temi all’ordine del giorno: la gestione degli ATO acqua e rifiuti, i trasporti e la mobilità, la possibile nascita dell’area metropolitana genovese e le sue ricadute sul territorio del Tigullio, la scuola, il turismo, l’energia, i piani di bacino per ricordare solo i più importanti.
Erano presenti, oltre alla Coordinatrice del Tigullio Mavi Zonfrillo, che ha introdotto la serata, l’Assessore Paolo Perfigli e i consiglieri Simone Pedroni e Sonia Zarino.

Dopo un breve accenno alla parziale redistribuzione delle deleghe tra gli assessori e lo stesso presidente, dovute ad esigenze di una migliore funzionalità della Giunta, oltre che a valutazioni di natura politica, Repetto ha fornito ai presenti, in massima parte amministratori locali e responsabili di circoli, una carrellata sulle principali tematiche in discussione in questo periodo.

ATO acqua: la Provincia si propone come soggetto gestore in quanto ente di mediazione e di riequilibrio tra le istanze della città capoluogo e del territorio circostante; Repetto sottolinea l’importanza di una corretta gestione del delicato equilibrio che esiste tra società di gestione e comuni, specie se piccoli. La soluzione alternativa che prevede la formazione di un Consorzio potrebbe costituire una ulteriore complicazione specie per il cittadino, che vedrebbe così aumentare il numero degli enti che intervengono sul servizio idrico, in quanto se alla Provincia rimangono le potestà autorizzative, la gestione e l’erogazione del servizio competerebbe al Consorzio. Si auspica quindi che la legge regionale in itinere recepisca questa impostazione e individui la Provincia quale soggetto di riferimento per gli ATO, supportata eventualmente da un Comitato dei Sindaci il cui parere sia vincolante in occasione di scelte di particolare importanza (scelte gestionali, tariffe, ecc.).

Il tema sarà oggetto di numerosi interventi da parte dei presenti: Ezio Chiesa, consigliere regionale, osserva come il punto cruciale è come contenere i costi del servizio idrico, che sono oggettivamente aumentati in molti comuni del Tigullio. Questo discorso vale del resto anche per il tema dei rifiuti, dove si impone una gestione razionale ma attenta al tema delle tariffe per la cittadinanza. La legge in itinere presso la Regione terrà conto di questa esigenza di mediazione, entro settembre dovrebbe essere varata e si vedrà quindi in che modo essa recepirà le istanze dei territori.
Paolo Perfigli, Assessore con delega alla gestione delle acque, mette in luce le criticità dovute al fatto che il Comune di Genova è anche proprietario dell’azienda che gestisce attualmente per conto dell’ATO il servizio idrico stesso, ossia Iride. Questo fatto crea uno stato di tensione da parte dei piccoli Comuni che accolgono con una certa diffidenza le decisioni prese da una assemblea dove un Comune ha una prevalenza accentuata su tutti gli altri. Esprime inoltre la sua perplessità sulla possibile circostanza di andare a prossime elezioni amministrative con un consorzio ancora in fase di costruzione che potrebbe quindi causare disagi e malfunzionamenti che si andrebbero a ripercuotere immediatamente sull’utenza e quindi sull’elettorato.
Sul tema tariffe poi, annuncia che 1.300.000 euro sono stati reperiti e messi a disposizione per offrire delle agevolazioni agli utenti a basso reddito, e a breve verranno definiti i criteri di ripartizione delle risorse.
Sonia Zarino, consigliere provinciale e presidente della 5 Commissione Ambiente, tutela e salute, osserva come il ruolo equilibratore della Provincia di Genova sia positivamente vissuto da tutte le realtà territoriali e come questa sua funzione sia da valorizzarsi non solo da parte dei territori come il Tigullio, ma anche da parte di Genova, che tramite la Provincia si può rapportare con il resto del territorio in modo più armonico ed integrato, potenziando così il suo ruolo di comune capoluogo. Individuare la provincia quale ente titolare dei due ATO acqua e rifiuti avrebbe proprio questo significato, occorre quindi trovare le forme più adatte perché tutti i territori si sentano rappresentati con pari dignità e siano pronti a collaborare così come è nello spirito dell’ATO stesso.

ATO rifiuti: molti dei discorsi fatti per l’ATO acqua riguardano anche l’ATO rifiuti, del resto la stessa legge regionale in itinere li accomuna nello stesso provvedimento. Repetto ricorda come la Provincia, che ha già varato il Piano Provinciale dei Rifiuti, abbia attivato una Commissione Speciale con lo scopo di sostenere la applicazione di quel piano. Recentemente è stato predisposto un bando per incentivare la raccolta differenziata e che sarà presto pubblicato, per dare ai Comuni che presenteranno progetti in tal senso degli aiuti concreti. Tale bando recepisce anche una mozione presentata dai consiglieri del PD per incentivare la produzione di compost da rifiuti domestici, inserendo una voce di spesa in tal senso. Simone Pedroni, consigliere provinciale, osserva a sua volta come la gestione provinciale dell’ATO favorirebbe anche una più omogenea applicazione del piano dei rifiuti e potrebbe portare delle economie di scala che i singoli comuni non potrebbero realizzare.

Trasporti pubblici: la legge finanziaria in itinere presso il Governo fa rientrare, “grazie” alla Lega, la possibilità di affidamenti in house, e questa è la soluzione preferita della Provincia, dato che il servizio erogato ad oggi ha saputo coniugare le esigenze gestionali con la necessità sociale di servire anche le zone più interne, commercialmente poco appetibili. Viene ricordato anche il recente Piano della Viabilità Extraurbana adottato dal Consiglio e positivamente accolto dai Comuni, che stanno procedendo con l’invio delle loro osservazioni prima dell’approvazione finale. Particolarmente innovativo l’approccio “quadro” del piano che mette insieme ambiente, sicurezza stradale e esigenze della mobilità, analizzando in particolare le possibili sinergie tra i diversi tipi di trasporto pubblico e di interscambio tra pubblico e privato.

Area Metropolitana: sul tema vi è molta incertezza, e sono diversi a livello nazionale i progetti che vengono proposti per realizzare questa nuova entità. Secondo uno di questi, il Sindaco dell’Area assumerebbe “semplicemente” tutte le funzioni del Presidente della Provincia. Non tutti i Comuni della Provincia, però, entrerebbero a far parte dell’Area Metropolitana, per cui non si capisce se si rapporterebbero direttamente con la Regione, magari unendosi in forme consortili su base territoriale. Un’altra ipotesi prevede la fusione di Comune capoluogo e di Provincia in un nuovo ente composto da un mosaico di municipi per riequilibrare meglio la rappresentanza dei vari territori. In questo secondo caso si avrebbe evidentemente un forte ridimensionamento del “potere” della città capoluogo, che verrebbe vista come un insieme di municipi e non come un blocco unico.
Diciamo che entrambe queste ipotesi paiono gravate da forti perplessità, e del resto, osserva, Perfigli, sono ormai decenni che si parla delle città metropolitane senza ancora venirne a capo. Occorre ancora chiarire cosa si intende per città metropolitana e tenere conto, sia detto per inciso, del fattore tempo, che fatalmente muta il significato delle cose e delle esigenze territoriali, che si evolvono senza sosta. Un ente intermedio tra Regione e Comuni, è l’avviso di Perfigli, è necessario, e la Provincia ha questo ruolo di coordinamento e di applicazione del livello legislativo rappresentato dalla Regione.

Scuola: è stato recentemente approvato il piano di ridimensionamento avente lo scopo di meglio distribuire l’offerta formativa sulla Provincia. Un punto molto importante è infatti la capacità di fornire tale offerta in sintonia con le potenzialità che il territorio offre soprattutto in vista di uno sbocco occupazionale e dello sviluppo economico. La Provincia sta lavorando per dotare il territorio di 4 nuovi poli formativi puntando sugli indirizzi marittimo, alberghiero, informatico e gastronomico. L’intento è quello di offrire formazione rivolgendosi soprattutto a diplomati che intendano seguire percorsi di specializzazione in linea con le richieste del mercato ottenendo professionalità fortemente richieste. Sul tema interviene Aurora Pittau, responsabile scuola per il PD, che osserva come la scuola presenti forti carenze sul piano delle strutture, e come questa situazione si trascini ormai da decenni. Avanza quindi la proposta, in seguito recepita da Repetto, che il solo polo chiavarese potrebbe non essere più sufficiente a soddisfare la domanda formativa e come anche altre strutture si rendano necessarie, al di là delle aule, ad esempio quelle per lo sport, le mense, ecc. L’Amministrazione chiavarese sta pensando a soluzioni piuttosto decentrate, che nuovamente porterebbero problemi di trasporto soprattutto per chi viene da fuori città, occorre quindi fare attenzione ed esaminare nel dettaglio tutte le proposte, analizzando le ricadute sul territorio e sulle famiglie degli studenti.
La soluzione “Maria Luigia” proposta recentemente dall’Amministrazione chiavarese non tiene conto dell’accresciuto fabbisogno di aule e strutture, osserva Repetto, e potrebbe essere rivalutata se fosse possibile un aumento volumetrico fortemente osteggiato però dai confinanti, e già oggetto di controversie giudiziarie a seguito delle quali si abbandonò l’ipotesi. Occorrono quindi alternative e aree messe a disposizione da parte dell’Amministrazione, che giustamente non vuole perdere la qualifica di città degli studi, ma che per questo deve dimostrare di volersi adoperare favorevolmente.

Un tema sollevato da molti interventi (Broglia, Podestà, Benente, Cerchi, Tagliati, Lavarello) è stato quello dell’esigenza di comunicare più strettamente tra i vari amministratori del PD e anche di presentare pubblicamente i lavori fatti e i progetti in itinere che l’amministrazione provinciale sta portando avanti, mediante assemblee aperte dove gli amministratori illustrino ai cittadini lo stato di avanzamento dei programmi di governo e dove possano anche recepire ulteriori sollecitazioni da parte dei cittadini stessi. Su tale richiesta è stata manifestata da tutti i rappresentanti della Provincia la più ampia disponibilità, così come vi è la più ampia disponibilità a rapportarsi sempre più strettamente con gli amministratori del PD a tutti i livelli e in tutti i contesti, sia di maggioranza sia di minoranza, per portare avanti azioni il più possibile coordinate e condivise.

Tra le varie iniziative della Provincia, è in preparazione una newsletter che si affiancherà ai tradizionali canali informativi (tabloid, pronoprovincia, comunicati stampa, ecc.), oltre alle iniziative dei singoli consiglieri, assessori, ecc., che dovranno sempre più perfezionare la comunicazione verso il partito e verso l’elettorato.

Repetto non manca infine di sollecitare anche da parte del partito istanze e proposte su temi avvertiti come importanti e che occorra portare all’attenzione della Giunta e del Consiglio, per valorizzare la capacità eleborativa e di progettazione che sempre ha caratterizzato partiti popolari come erano, a suo tempo, il PCI e la DC, la cui esperienza di contatto diretto con i cittadini va senz’altro recuperata e valorizzata.

domenica 13 luglio 2008

Sarà il caro-petrolio a salvarci?

A volte cambiare abitudini in fatto di mobilità può essere anche piacevole, a patto che vi siano valide alternative: il trasporto pubblico è molto più economico rispetto al trasporto privato, è più ecologico, diminuisce il volume di traffico e i costi sociali provocati dagli incidenti. Certo, occorre smettere di urbanizzare la luna e tornare a concentrarsi sulle aree già edificate per riabilitarle e dotarle di servizi efficienti. La sfida? Rendere l’uso dell’auto una scelta, non un obbligo causato dalla carenza di servizi pubblici.

Non so voi, ma per me è diventata quasi una abitudine controllare, la sera, il nuovo record raggiunto dal barile di petrolio. Su, su, sempre più su, passata da tempo la quota psicologica del 100 dollari a barile, nel giro di poche sedute di borsa lo scatto verso l’alto è stato talmente forte e repentino da innescare dinamiche pericolose sui mercati. Venerdì a Londra il Brent con consegna agosto ha toccato il massimo storico a 147,25 dollari al barile superando il precedente massimo a 146,96 dollari. In crescita anche a New York dove sul circuito elettronico il greggio e' salito a 146,90 dollari. I grafici degli analisti prefigurano il raggiungimento di quota 150 $ a metà luglio, 170 $ a settembre e 200 a gennaio 2009.
Certo, quando in tempi non sospetti denunciammo questa dinamica (allora appena iniziata), molti pensarono al solito allarmismo di chi, da anni, sostiene la necessità che il Paese, e la Liguria in particolare, tornino ad investire seriamente sul trasporto pubblico, ferrovia in primis.

Il prezzo dei carburanti per autotrazione segue, anzi pedina, il lievitare dei prezzi del petrolio, tanto che se ne prevede per fino anno l’aumento fino a toccare i 2 euro al litro (quasi 4000 delle vecchie lire!).

La gente intanto ha già iniziato a tagliare le spese e nelle grandi città il consumo di carburanti è crollato, con punte negative di -30%. A livello nazionale, nel mese di maggio 2008, la vendita di verde è calata del 9,1% rispetto a maggio 2007 e il gasolio del 3,5%. Non solo. Nei primi cinque mesi dell'anno le pompe hanno erogato 164mila tonnellate di combustibile in meno, rispetto all'anno precedente.
30% in meno a Genova, 20% a Torino, Firenze e Bologna, 15% di calo nei distributori pugliesi, 12% in quelli di Palermo, 10% a Roma e Napoli, 7% a Milano.

Vladimiro Polchi, su La Repubblica del 22 giugno, scrive:
Meno benzina, meno auto. "I continui rialzi hanno spinto un automobilista su dieci, circa 2 milioni di persone, a non utilizzare più l'auto - sostiene Carlo Pileri, presidente dell'associazione consumatori Adoc - mentre 6 milioni, circa uno su cinque, la utilizzano solo una volta alla settimana. In totale, 8 milioni di automobilisti hanno modificato radicalmente le loro abitudini. E prevediamo che entro fine anno circa la metà degli italiani userà la macchina sporadicamente".

Diminuisce il numero delle auto (10% di immatricolazioni in meno nei primi cinque mesi dell'anno) cresce l'utilizzo dei mezzi pubblici. "Nelle grandi aree urbane, quello della benzina è un consumo comprimibile - afferma Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo - a differenza del gasolio, utilizzato massicciamente dai mezzi di lavoro. Si cerca di non uscire in macchina se non è indispensabile e aumenta il ricorso agli autobus. A Milano, negli ultimi 12 mesi, si è avuto un incremento del 10-15% dei passeggeri dei mezzi pubblici, complice il caro benzina e l'introduzione del ticket d'ingresso". Secondo Martinello, "l'aumento dei prezzi della benzina danneggia i consumatori, ma ha un effetto collaterale positivo". Quale? "Meno inquinamento". Effetto collaterale confermato da una recente ricerca del centro studi Promotor (Csp): dall'inizio dell'anno i minori consumi di benzina hanno giovato all'ambiente, portando a un risparmio di anidride carbonica di mezzo milione di tonnellate. La diminuzione è pari a quella che si avrebbe se settecentomila pendolari decidessero di passare dall'auto al treno. "I minori consumi sono dovuti in parte a comportamenti diversi da parte degli automobilisti dettati dai prezzi - afferma Gian Primo Quagliano del Csp - in parte al rinnovo del parco macchine, che favorisce sempre di più il gasolio, che è meno inquinante". La conseguenza? 544mila tonnellate in meno di CO2.

Usare un po’ di più i mezzi pubblici non fa solo bene alle tasche e all’ambiente, ma anche alle finanze dello Stato (e cioè, nuovamente alle nostre tasche), dato che è rilevante anche il costo sociale degli incidenti stradali, pari a 35 miliardi di euro: 2,5 punti di Pil. Sono i dati del "Rapporto Automobile 2008", presentato a Roma da Censis e Automobile Club d'Italia.

Se il numero dei mezzi circolanti è cresciuto del 14,5%, le strade sono state incrementate di pochissimo (+4%). E aumentano anche i costi. Un parco macchine sottoutilizzato quale è quello italiano (nel 15% delle famiglie italiane il numero di auto+moto è superiore al numero di patentati) costa dai 3,5 ai 4 miliardi l'anno. Ancor più elevato il costo degli incidenti stradali: 35 miliardi di euro, pari a circa 2,5 punti percentuali del Prodotto interno lordo. Ma anche il costo sociale non è da meno: ogni giorno in Italia si verificano 652 incidenti stradali (dati Istat), che provocano la morte di 16 persone e il ferimento di 912.

Resta una domanda inquietante: cosa si è fatto e cosa si sta facendo per soddisfare questa crescente domanda di mobilità pubblica? Risposta: si tagliano risorse al trasporto pubblico!
Si, perché il DL presentato per abolire l’ICI dal Governo Berlusconi necessita di 3 miliardi di euro per reperire i quali verranno tagliate, tra le moltissime voci, anche quelle per infrastrutture e trasporto locale. Verrà ricapitalizzata a fondo perduto Alitalia (300 milioni) sapendo in partenza che è spacciata, verranno tagliati 1,4 mld per infrastrutture al Sud, e saranno del pari aboliti i 17,5 mln di euro già destinati alla sicurezza stradale, così come i 77 mln per potenziare le autostrade del mare e ben 113 mln per il trasporto pubblico locale e i 162 mln di euro in tre anni per la linea ferroviaria Roma-Pescara.

Ci auguriamo che presto ci si renda conto dell’urgenza di impostare una seria politica di rilancio del trasporto pubblico, che resta una priorità nazionale e che l’attuale congiuntura economica rischia di trasformare in una crisi con un alto potenziale di destabilizzazione della società.

lunedì 7 luglio 2008

Viabilità in Val D'Aveto, un possibile miglioramento

Verrà discussa in un prossimo Consiglio Provinciale una interpellanza dove si prova ad affrontare un problema che si sta verificando oramai con una certa frequenza, ossia l'impegno della carreggiata da parte di trasporti eccezionali (soprattutto imbarcazioni di grandi dimensioni) che rallentano di molto la circolazione soprattutto nelle ore di punta.

Posto che lo sviluppo economico dovuto alla nautica va valutato positivamente e non si intende in alcun modo penalizzarlo, si vorrebbe sollecitare con questa interpellanza una regolamentazione di tale tipo di trasporto (dedicandovi, ad esempio, gli orari di minore transito) onde non creare motivi di scontento e di disagio per la popolazione residente e per i turisti che sempre più numerosi vi giungono, apportando un'altra non trascurabile fonte di ricchezza.

puoi scaricare da qui il testo completo

giovedì 3 luglio 2008

Arinox, chi grida al lupo?

Recentemente si è parlato in Consiglio Provinciale dei monitoraggi effettuati dalla Provincia nella zona dell’Arinox di Riva Trigoso. L’occasione è stata propiziata da una interpellanza a firma dei consiglieri del PD Simone Pedroni, Sonia Zarino e Angela Milanta, che chiedevano chiarimenti sulle procedure e sulle attività messe in atto per tutelare la salute dei residenti. I dubbi sulla bontà delle rilevazione erano stati in realtà sollevati da Giuseppe Ianni, candidato sconfitto a sindaco di Sestri Levante, che in una intervista televisiva aveva dichiarato di aver a sua volta appreso da un consigliere provinciale di opposizione che i controlli effettuati dalla provincia sarebbero stati poco accurati e di conseguenza inaffidabili.

In qualità di presidente della Commissione Ambiente della Provincia ho avuto già occasione di convocare due commissioni sulla qualità dell’aria per conoscere come la Provincia operi in questo settore, e tutti i commissari (tra cui quelli dell’opposizione) hanno avuto parole di apprezzamento per il lavoro svolto dall’Ente, che opera con mezzi propri dedicando personale interno ai rilievi ed ai controlli. Abbiamo in particolare constatato come, mentre la legge prevede l’installazione di 3 centraline di rilevamento, la Provincia ne abbia installate ben 24 su tutto il territorio, tra fisse e mobili, che monitorano costantemente la qualità dell’aria.

Sull’Arinox la prima serie di controlli è stata illustrata a febbraio in un rapporto, i cui risultati sono stati validati in modo rigoroso e seguendo un protocollo specifico. Tali risultati evidenziano come le emissioni rilevate nei numerosi punti di prelievo (15 + una centralina mobile) siano nella norma.
Solo in alcuni punti i valori di benzene e PM10 sono più alti che nel resto delle rilevazioni, e sono da ricondurre prevalentemente al traffico veicolare che, specie in prossimità dell’immissione in autostrada, è particolarmente intenso, e anche su questo tema la commissione ambiente ha convocato una prima commisssione di approfondimento, riservandosi di monitorare il fenomeno nei prossimi mesi.

Mi sembra pertanto improprio e anche inutilmente allarmistico mettere in dubbio il lavoro che con serietà e competenza la Provincia sta svolgendo. La commissione ambiente da me presieduta è comunque a disposizione dei cittadini ove essi ravvisassero la necessità di svolgere accertamenti e rilevazioni, da eseguirsi però con metodi rigorosi e non mediante azioni estemporanee, assolutamente prive di fondamento scientifico, utilizzate per seminare dubbi e timori là dove non ve ne è il bisogno.

martedì 1 luglio 2008

Ritorno a Banana's Republic, per chi non l'avesse ben capito!

La grande illusione del "pacchetto sicurezza": una ennesima legge ad personam travestita da legge contro la criminalità

Dopo una brevissima stagione in cui il nuovo Governo sembrava voler assumere un profilo più istituzionale e occuparsi in modo serio dei tanti problemi che affliggono l’Italia, l’attuale maggioranza rompe gli indugi e riveste i panni che più gli sono propri, ossia quelli di una assemblea il cui scopo precipuo consiste nel difendere e tutelare gli interessi personali del suo Leader.

Tutti i problemi che per magia dovevano risolversi con l’avvento salvifico dell’Unto restano tali e quali sul tappeto, solo che ora se ne parla molto meno: i rifiuti, l’Alitalia, la povertà delle famiglie, per non parlare della precarietà e della sicurezza sul lavoro.

Resta in primo piano il problema sicurezza, opportunamente enfatizzato dai media, e in specie se coinvolge stranieri e rom. Molto più defilato appare invece il problema se si parla di camorristi e mafiosi locali, mentre un processo come quello ai Casalesi avrebbe dovuto riempire le pagine dei giornali per settimane intere.

Quando poi ho letto le dichiarazioni con cui i giudici venivano definiti “sovversivi” solo perché tentano di applicare in modo uguale per tutti le leggi della nostra Repubblica, e denunciavano che la sospensione dei processi avrebbe messo a rischio di prescrizione anche quelli sui fatti del G8 di Genova, ho sentito l’esigenza di esprimere un’opinione in proposito, e ho scelto per questo l’occasione offerta dal Consiglio Provinciale del 25 giugno.

Vi allego il testo, sperando di fare cosa gradita e augurandomi che molte altre manifestazioni di dissenso verso queste ennesime leggi ad personam vengano poste in atto, aggiungendosi a quella organizzata dal PD a Genova il 27 giugno, e a tutte le altre di cui non sono a conoscenza.

A rischio prescrizione i processi sul G8
"Ancora una volta mi trovo a portare all’attenzione di questo Consiglio il disegno di legge cosiddetto “Sicurezza”, che ha ricevuto ieri il via libera in Senato.

Avevo già espresso il mio forte dissenso in merito alla possibilità che in tale disegno di legge, inizialmente presentato per offrire maggiori tutele ai cittadini sul fronte appunto della sicurezza, venisse introdotto il reato di clandestinità, essendo mia convinzione che chi è clandestino non lo è per scelta, ma lo è soprattutto per le assurde farraginosità burocratiche cui viene costretto anche nei casi in cui troverebbe un lavoro regolare.

Con il prosieguo dell’iter parlamentare il disegno di legge è stato per così dire “arricchito” di alcuni emendamenti che sinceramente si fa fatica a considerare in linea con lo spirito del decreto stesso, ossia la tutela della sicurezza dei cittadini.

Un autorevole costituzionalista come Stefano Ceccanti ha definito la presentazione degli emendamenti come un fatto che «stravolge le finalità del decreto».

Tali emendamenti dicono, in sostanza, che i processi per reati commessi “fino al 30 giugno 2002” e puniti con pene detentive inferiori ai 10 anni, in corso di svolgimento e compresi tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento in primo grado “sono sospesi” per un anno. Questo oltre a tutto in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, che evidentemente non sono visti come un allarme sociale.
Tra i tanti processi che verrebbero sospesi, ve ne è uno che rientra perfettamente nei limiti indicati dagli emendamenti: è il processo Berlusconi-Mills, nel quale il Presidente del Consiglio è imputato di corruzione in atti giudiziari.

Non parlerò però di questo processo, che è il principale oggetto di dibattito parlamentare di questi giorni, perché questa espressione di opinione riguarda due processi molto più vicini a noi, e che stanno facendo luce su quanto accadde nel luglio del 2001 in occasione dell’ormai tristemente famoso G8 di Genova. Mi riferisco a quelli inerenti i fatti avvenuti nella scuola Diaz e nel carcere di Bolzaneto.

Ora che il decreto ha ricevuto il via libera del Senato negli ambienti giudiziari il timore che sia la Diaz che Bolzaneto possano saltare è forte. Per il processo sul carcere speciale (45 persone imputate tra poliziotti, medici e agenti di polizia penitenziaria), sarebbe una beffa visto che il tribunale dovrebbe entrare in camera di consiglio il 21 luglio.

In base alle prime notizie provenienti da Roma entrambi i dibattimenti ricadrebbero nell´elenco di quelli ai quali verrebbe applicata la sospensione di un anno. Alla ripresa sarebbero necessarie nuove notifiche e nuovi calendari che, per le vicende del G8, considerato il numero degli imputati, significherebbe scivolare rapidamente verso la prescrizione.

Da un lato il governo inasprisce le pene per reati di grave allarme sociale (per esempio, gli omicidi colposi da circolazione stradale) e dall’altro blocca i processi per gli stessi reati perché non li ritiene gravi.

Il CSM ha dal canto suo chiaramente indicato l’incostituzionalità di tali norme e molto grave appare, in quest’ottica, l’attacco che il Premier ha lanciato contro la magistratura, definendo “sovversivi” quanti si ostinano ad applicare quelle leggi cui tutti, almeno in teoria, e fino a che la legge sarà uguale per tutti, devono sottostare.

Fuori della legge non c’è civiltà, e, come diceva Montesquieu, “può dirsi libera solo quella costituzione in cui nessun governante possa abusare del potere a lui affidato. Per contrastare tale abuso bisogna far sì che "il potere arresti il potere", cioè che i tre poteri fondamentali siano affidati a mani diverse, in modo che ciascuno di essi possa impedire all'altro di esorbitare dai suoi limiti e degenerare in tirannia.”

Questo è il fondamento su cui sono basate le moderne democrazie, tra cui la nostra.

Tornando alla possibile sospensione dei processi sui fatti del G8 di Genova, auspico che tale circostanza non si debba verificare, perché costituirebbe un ulteriore schiaffo alle vittime delle violenze e alla verità stessa, rinnegando nei fatti quello che il decreto vanta a parole, ossia la protezione della sicurezza e dell’incolumità dei cittadini, che deve essere garantita anche e soprattutto quando essi esercitano il loro diritto ad esprimere liberamente una opinione, fosse anche in disaccordo con quella del governo in carica, come accadde durante il tragico G8 del 2001 a Genova."

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