domenica 13 luglio 2008

Sarà il caro-petrolio a salvarci?

A volte cambiare abitudini in fatto di mobilità può essere anche piacevole, a patto che vi siano valide alternative: il trasporto pubblico è molto più economico rispetto al trasporto privato, è più ecologico, diminuisce il volume di traffico e i costi sociali provocati dagli incidenti. Certo, occorre smettere di urbanizzare la luna e tornare a concentrarsi sulle aree già edificate per riabilitarle e dotarle di servizi efficienti. La sfida? Rendere l’uso dell’auto una scelta, non un obbligo causato dalla carenza di servizi pubblici.

Non so voi, ma per me è diventata quasi una abitudine controllare, la sera, il nuovo record raggiunto dal barile di petrolio. Su, su, sempre più su, passata da tempo la quota psicologica del 100 dollari a barile, nel giro di poche sedute di borsa lo scatto verso l’alto è stato talmente forte e repentino da innescare dinamiche pericolose sui mercati. Venerdì a Londra il Brent con consegna agosto ha toccato il massimo storico a 147,25 dollari al barile superando il precedente massimo a 146,96 dollari. In crescita anche a New York dove sul circuito elettronico il greggio e' salito a 146,90 dollari. I grafici degli analisti prefigurano il raggiungimento di quota 150 $ a metà luglio, 170 $ a settembre e 200 a gennaio 2009.
Certo, quando in tempi non sospetti denunciammo questa dinamica (allora appena iniziata), molti pensarono al solito allarmismo di chi, da anni, sostiene la necessità che il Paese, e la Liguria in particolare, tornino ad investire seriamente sul trasporto pubblico, ferrovia in primis.

Il prezzo dei carburanti per autotrazione segue, anzi pedina, il lievitare dei prezzi del petrolio, tanto che se ne prevede per fino anno l’aumento fino a toccare i 2 euro al litro (quasi 4000 delle vecchie lire!).

La gente intanto ha già iniziato a tagliare le spese e nelle grandi città il consumo di carburanti è crollato, con punte negative di -30%. A livello nazionale, nel mese di maggio 2008, la vendita di verde è calata del 9,1% rispetto a maggio 2007 e il gasolio del 3,5%. Non solo. Nei primi cinque mesi dell'anno le pompe hanno erogato 164mila tonnellate di combustibile in meno, rispetto all'anno precedente.
30% in meno a Genova, 20% a Torino, Firenze e Bologna, 15% di calo nei distributori pugliesi, 12% in quelli di Palermo, 10% a Roma e Napoli, 7% a Milano.

Vladimiro Polchi, su La Repubblica del 22 giugno, scrive:
Meno benzina, meno auto. "I continui rialzi hanno spinto un automobilista su dieci, circa 2 milioni di persone, a non utilizzare più l'auto - sostiene Carlo Pileri, presidente dell'associazione consumatori Adoc - mentre 6 milioni, circa uno su cinque, la utilizzano solo una volta alla settimana. In totale, 8 milioni di automobilisti hanno modificato radicalmente le loro abitudini. E prevediamo che entro fine anno circa la metà degli italiani userà la macchina sporadicamente".

Diminuisce il numero delle auto (10% di immatricolazioni in meno nei primi cinque mesi dell'anno) cresce l'utilizzo dei mezzi pubblici. "Nelle grandi aree urbane, quello della benzina è un consumo comprimibile - afferma Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo - a differenza del gasolio, utilizzato massicciamente dai mezzi di lavoro. Si cerca di non uscire in macchina se non è indispensabile e aumenta il ricorso agli autobus. A Milano, negli ultimi 12 mesi, si è avuto un incremento del 10-15% dei passeggeri dei mezzi pubblici, complice il caro benzina e l'introduzione del ticket d'ingresso". Secondo Martinello, "l'aumento dei prezzi della benzina danneggia i consumatori, ma ha un effetto collaterale positivo". Quale? "Meno inquinamento". Effetto collaterale confermato da una recente ricerca del centro studi Promotor (Csp): dall'inizio dell'anno i minori consumi di benzina hanno giovato all'ambiente, portando a un risparmio di anidride carbonica di mezzo milione di tonnellate. La diminuzione è pari a quella che si avrebbe se settecentomila pendolari decidessero di passare dall'auto al treno. "I minori consumi sono dovuti in parte a comportamenti diversi da parte degli automobilisti dettati dai prezzi - afferma Gian Primo Quagliano del Csp - in parte al rinnovo del parco macchine, che favorisce sempre di più il gasolio, che è meno inquinante". La conseguenza? 544mila tonnellate in meno di CO2.

Usare un po’ di più i mezzi pubblici non fa solo bene alle tasche e all’ambiente, ma anche alle finanze dello Stato (e cioè, nuovamente alle nostre tasche), dato che è rilevante anche il costo sociale degli incidenti stradali, pari a 35 miliardi di euro: 2,5 punti di Pil. Sono i dati del "Rapporto Automobile 2008", presentato a Roma da Censis e Automobile Club d'Italia.

Se il numero dei mezzi circolanti è cresciuto del 14,5%, le strade sono state incrementate di pochissimo (+4%). E aumentano anche i costi. Un parco macchine sottoutilizzato quale è quello italiano (nel 15% delle famiglie italiane il numero di auto+moto è superiore al numero di patentati) costa dai 3,5 ai 4 miliardi l'anno. Ancor più elevato il costo degli incidenti stradali: 35 miliardi di euro, pari a circa 2,5 punti percentuali del Prodotto interno lordo. Ma anche il costo sociale non è da meno: ogni giorno in Italia si verificano 652 incidenti stradali (dati Istat), che provocano la morte di 16 persone e il ferimento di 912.

Resta una domanda inquietante: cosa si è fatto e cosa si sta facendo per soddisfare questa crescente domanda di mobilità pubblica? Risposta: si tagliano risorse al trasporto pubblico!
Si, perché il DL presentato per abolire l’ICI dal Governo Berlusconi necessita di 3 miliardi di euro per reperire i quali verranno tagliate, tra le moltissime voci, anche quelle per infrastrutture e trasporto locale. Verrà ricapitalizzata a fondo perduto Alitalia (300 milioni) sapendo in partenza che è spacciata, verranno tagliati 1,4 mld per infrastrutture al Sud, e saranno del pari aboliti i 17,5 mln di euro già destinati alla sicurezza stradale, così come i 77 mln per potenziare le autostrade del mare e ben 113 mln per il trasporto pubblico locale e i 162 mln di euro in tre anni per la linea ferroviaria Roma-Pescara.

Ci auguriamo che presto ci si renda conto dell’urgenza di impostare una seria politica di rilancio del trasporto pubblico, che resta una priorità nazionale e che l’attuale congiuntura economica rischia di trasformare in una crisi con un alto potenziale di destabilizzazione della società.

1 commento:

chiaratosta ha detto...

Volevo ringraziarla per la visita al nostro Blog.
Il supporto di persone che come Lei sono particolarmente sensibili alla vita civile del nostro paese ci fa sempre immensamente piacere.
Chiara Sardelli
http://ilpresenteelamemoria.go.ilcannocchiale.it/

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