lunedì 31 agosto 2009

Viareggio, due mesi dopo: aumenta il tragico conteggio delle vittime, ma ancora nessun responsabile

Due mesi esatti dopo la terribile notte del 29 giugno, giunge la notizia di una ennesima vittima, la trentesima. Uccisa dalle bruciature che le hanno devastato l’80% della superficie corporea, è morta a 45 anni anche Marina Galano. Altri feriti gravi lottano da più di due mesi nei reparti grandi ustionati degli ospedali.

Colpisce come, a differenza dei primi giorni, la notizia scivola via sui giornali quasi in sordina, un tragico aggiornamento di un episodio consegnato alla storia come “il più grave incidente ferroviario del dopoguerra”.

Non è stata neppure l’occasione, questa ennesima vittima, per riferire di qualche sviluppo delle inchieste che, si era detto nei giorni immediatamente successivi all’accadimento, avrebbero fatto piena luce appurando responsabilità e cause, ricostruendo la concatenazione di errori, omissioni, complicità forse, che hanno permesso il verificarsi di un evento tanto grave e luttuoso.

Cosa si è fatto fino ad oggi? Quale è lo stato delle indagini? Quali le responsabilità emerse?
L’indomani della tragedia dicemmo che si stava già verificando il rimpallo delle responsabilità: il gestore dell’infrastruttura (RFI), Trenitalia, Divisione Cargo, il vettore che utilizzava i carri, e così via…in una sarabanda di nomi e di sigle che si ramificano e si rincorrono fino in America, quasi a far perdere le loro tracce.

Si lavora per ricostruire, si contano i danni, ma i responsabili intanto non saltano fuori: chi potrà mai ripagare quei morti, chiedere perdono ai superstiti? Sgomberate le macerie di case e negozi, restano quelle, irrimediabili, delle vite di intere famiglie, falcidiate in un attimo perché, forse, qualcuno ha falsificato delle dichiarazioni, qualcuno non ha fatto i dovuti controlli, qualcuno ha barattato la vita di 30 persone con qualche migliaio di euro.

Lo si è detto all’inizio, bastava controllare meglio una saldatura: questo però nessuno lo dice più, si parla della tragedia come fatalità, incidente. Ma non è stato un incidente, non almeno nel senso di evento non prevedibile. Era prevedibile eccome, in assenza di adeguati controlli.

Di tutto questo non si parla più, i vertici delle ferrovie sono a tutt’oggi al loro posto e anzi, ministri e alti funzionari di Stato si erano affrettati a confermar loro stima e immutata fiducia. Certo la colpa non dev’essere loro, le regole sono state tutte applicate e quindi, si, ecco, è stata una fatalità o, al più, si devono cambiare le regole, ma prima ancora quelle europee. Ecco fatto, tutto a posto. Nessuno ha visto che bombe chimiche andavano (e, per quanto ne sappiamo, ancora vanno) su e giù per la penisola su carrette vecchie e decrepite che i tedeschi o i francesi buttano e noi compriamo invece che rottamarle, poi gli si rifà un po’ il trucco e oplà, pronte per partire.

Solo che qui ci sono 30 morti (e speriamo di fermarci qui con il conteggio), e non è ancora emersa nessuna responsabilità. Che sia colpa delle persone che abitavano troppo vicine ai binari?

venerdì 28 agosto 2009

Il trasporto pubblico locale è alla deriva, e ha perduto di vista il suo scopo, ossia l'essere un pezzo importante del welfare: questo è l’allarme che i Pendolari del Nord-Ovest hanno lanciato a Pierluigi Bersani, candidato segretario del PD presente a Genova in occasione della Festa Democratica.

“Siamo qui innanzi tutto come cittadini, oltre che come pendolari” esordiscono i rappresentanti degli utenti di Liguria, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna: “e rivendichiamo il nostro diritto ad una mobilità sostenibile e dignitosa, degna di un Paese civile. Non basta l’Alta Velocità per dire che il Paese ha raggiunto gli standard europei, perché il 95% degli utenti viaggia attualmente su linee a media e breve distanza, e sono questi collegamenti ad essere stati completamente abbandonati: senza una visione integrata del sistema della mobilità, si andrà presto al collasso”.

Sonia Zarino (Pendolari Liguri) chiede al candidato segretario del PD un impegno concreto per la ripresa degli investimenti nel trasporto regionale, che avrebbe anche una funzione di rilancio dell’economia;

Cesare Carbonari (Pendolari Piemontesi) illustra l’aggravamento costante dei livelli di servizio che milioni di passeggeri sono obbligati ogni giorno a sopportare, consegnando a Bersani una raccolta fotografica eloquente del degrado raggiunto dai treni per i pendolari;

Giorgio Dahò (Pendolari Lombardi) pone l’accento sulla mancanza di concorrenza e sulla necessità di arrivare a gare che mettano le Regioni in condizione di scegliere il servizio alle condizioni più vantaggiose;

Giuseppe Poli (Pendolari Emilia-Romagna) ribadisce l’importanza di un rapido rinnovo dei rotabili e di una costante programmazione degli interventi di manutenzione degli stessi;

Emblematicamente viene poi mostrata una foto che Paolo Marchi, dei Pendolari Liguri, ha scattato poche ore prima: una porta di regionale sbarrata con un’asse di legno. La domanda che viene posta provocatoriamente è: ma siamo ancora in un paese civile?

Intanto i pendolari stanno pensando di organizzarsi in un movimento nazionale in grado di colloquiare con i maggiori vertici istituzionali, e lanciano l'appello all'unità con tutti i comitati attivi sul territorio italiano per la tutela degli interessi comuni che, sostengono, non sono interessi particolaristici, ma riguardano l'intero Paese che non può prescindere da un sistema della mobilità efficiente, moderno, sostenibile ed economico.

Sono questioni pesanti quelle poste al candidato Pierluigi Bersani, questioni alle quale non si sottrae e alle quali risponde con molta chiarezza. “E’ vero”, dice, “l’Alta Velocità da sola non basta. Ha richiesto un fiume di denaro, (molto di più di quanto previsto, ndr.) e il risultato è che il trasporto locale è stato depauperato in modo inaccettabile. Occorre investire molto in questo settore, anche in funzione anti-crisi. L’economia verde, che è forse l’unica via d’uscita per tornare a crescere e dare lavoro alla gente, comprende a pieno titolo il settore del trasporto pubblico, occorre pertanto perseguire convintamene questa strada.”

Prendiamo atto di questo importante impegno che ci auguriamo troverà un seguito nella prosecuzione di una forte ed incisiva azione parlamentare del PD e ringraziamo Pierluigi Bersani per aver voluto incontrare dei rappresentanti di istanze sicuramente molto sentite a livello territoriale. Il nostro ringraziamento va inoltre al Segretario Regionale del PD, On.le Mario Tullo, componente della Commissione Trasporti della Camera e propiziatore dell’incontro, così come a quanti hanno partecipato, come il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e il candidato alla segreteria regionale Lorenzo Basso.

martedì 25 agosto 2009

Solidarietà a Francesco Mazza

Solidarietà a Francesco Mazza, proprietario del tennis club di Santa Margherita, che ha ricevuto minacce per aver offerto uno spazio ai fedeli Musulmani durante il Ramadan. Il suo è un gesto importante perchè mira a costruire un rapporto basato sul rispetto e il reciproco riconoscimento, in luogo di atteggiamenti di chi soffia sul fuoco della paura di ciò che non si conosce per bassi scopi elettoralistici.

Il risultato di questo clima avvelenato è che basta manifestare opinioni o un credo religioso diverso per essere additati come sospetti e diventare indesiderabili. E che dire poi dell'aggressione ai due ragazzi gay di Roma? Possono sembrare casi diversi, ma non lo sono poi molto, perchè in entrambi i casi ci si crede in diritto di soffocare dei comportamenti assunti in piena libertà e perfettamente riconosciuti e legali, in nome di una non conformità ad un protocollo che riconosce lecita solo l'ortodossia dei modelli dominanti.
Questo atteggiamento, che porta con sè tutti i semi avvelenati dei totalitarismi, è pericoloso non solo per coloro che ne sono, oggi, l'oggetto (ed è già intollerabile), ma può estendersi un domani ad altre categorie che attualmente non ne sono colpite.
Stiamo attenti a che la storia non si ripeta, poi è troppo facile dire: non l'avevo capito.

venerdì 21 agosto 2009

Barak Obama, la riforma sanitaria minacciata dalle lobbies della reazione

Le lobbies reazionarie e di destra stanno lavorando sull'opinione pubblica americana per screditare la riforma Obama che darebbe a tutti la sanità garantita (come da noi in Europa)...stanno incredibilmente facendo passare il messaggio che si tratterebbe di una riforma di tipo "sovietico"...un po' come fa Berlusconi quando agita per ogni occasione lo spettro del "comunismo" utilizzando TV e giornali "di proprietà"...comunque è interessante vedere come la propaganda sia potente e come sia concentrata nelle mani di chi ha i soldi: il predominio dell'informazione di massa è la chiave per creare il consenso, che lo vogliamo oppure no. Che coincidenza, sto proprio in questi giorni leggendo " La fabbrica del consenso" di Chomsky: altri tempi, ma schemi molto simili per manipolare la verità e creare il consenso attorno ai temi che interessano a chi detiene il potere economico. E' il solito vecchio trucco: si vuole convincere la gente a rifiutare ciò che sarebbe a suo vantaggio agitando paure inesistenti...

firmiamo per sostenere la riforma Obama!
dal sito Avaaz.org

Dear friends,
American corporations are spreading lies about our public health care system to kill Obama's health plan -- and with it his whole movement for change. Sign a message to Americans about how much we value our healthcare in Europe. Let's set the record straight!

Obama's movement for change in the US is at risk of collapsing -- in large part because of lies about national public healthcare systems!

It's incredible, but Obama's health plan, and with it his entire Presidency, could be derailed if big corporations and the radical right manage to convince Americans that public health systems are a nightmare similar to "Soviet Russia".
We need a huge popular outcry from Europe to show the truth -- demonstrating how much we value our public healthcare system even despite its drawbacks.

Sign on
to the message to America and forward this email -- if enough of us sign, we'll cause a stir in US media and help change the debate: http://www.avaaz.org/en/reform_health_care_eu US healthcare is run by large corporations - it's the most expensive in the world, but ranks 37th in quality, and 40 million Americans can't afford any care at all.

It's an awful system for people, but corporations make enormous profits, so they're fighting to keep it. If they win and Obama fails, the Democrats could lose the Congress in elections next year. If this happens, progress on every global issue is endangered, from climate change to the war in Iraq.

We have no time to lose. Industry lobbyists are ramping up their smear campaigns right now to make sure the Obama plan is dead on arrival when Congress meets in September. Americans are hearing a constant barrage of propaganda that our healthcare system is a nightmare.
Let's say it isn't so below:http://www.avaaz.org/en/reform_health_care_eu

Public healthcare systems like ours may not be perfect -- but it works far better than the US system. Let's stand up to the lies, and help save Obama's movement for change with the truth about public healthcare systems.With hope,Brett, Ricken, Benjamin, Alice, Graziela, Paula, Paul, Pascal and the whole Avaaz team.
Here's some links for more info:

Health insurers stocks rise as health care plans fadehttp://www.reuters.com/article/hotStocksNews/idUSTRE57G4BU20090817?sp=true

Lampedusa, nuova tragedia del mare

Apprendo che sono stati ritrovati alcuni cadaveri che fornirebbero un terribile riscontro alla vicenda. Non riesco a credere che si possano avvistare dei naufraghi alla deriva su un gommone e girare la testa dall'altra parte, pensando forse che qualcun altro li soccorrerà, per evitare grane....e, sempre per evitare grane, neppure si dà l'allarme? Si continua la propria allegra gita in barca, come se nulla fosse? Ma davvero stiamo smarrendo il senso della più elementare umanità? E poi abbiamo paura dei "barbari" che ci invadono...ma i barbari siamo noi!

da l'Unità

Erano su un gommone alla deriva lungo circa 12 metri i cinque eritrei raccolti questa mattina al largo di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di Finanza. Gli immigrati, secondo quanto hanno riferito ai soccorritori, sarebbero rimasti in mare per diversi giorni dopo avere esaurito il carburante. Durante la traversata, 75 di loro sarebbero morti di stenti e i loro corpi abbandonati in mare. La Guardia di Finanza sta cercando riscontri a questo racconto che viene comunque ritenuto «compatibile» sia con lo stato di salute dei cinque superstiti, trovati in condizioni pietose e ormai allo stremo delle forze, sia con la capienza dell'imbarcazione. Gommoni di questa grandezza sono stati infatti utilizzati in passato dal racket degli immigrati per trasportare anche una ottantina di persone.

venerdì 14 agosto 2009

Naccari, Aquila, Macallè, Titano: 4 “ragazzi” che fecero l’Italia di oggi


Nel corso di una cerimonia bella e commovente, sono state consegnate mercoledì 13 agosto, alla Festa Democratica di Federazione presso il Parco Tigullio di Lavagna, 4 targhe al merito a noti rappresentanti della Resistenza Ligure: Italo Fico (Naccari), Vice Comandante della Brigata Coduri, Italo Minetti (Aquila), Giovanni Tamburini (Macallè) e Carlo Marini (Titano).

Hanno partecipato alla cerimonia la Segretaria della Federazione PD del Tigullio, Mavi Zonfrillo, il Presidente dell’ANPI Lavagna, Abramo Simonini (Corvo), il Sindaco di Lavagna Giuliano Vaccarezza oltre agli Assessori Mauro Armanino e Mauro Caveri.

Oratore ufficiale è stato il Presidente Provinciale dell’ANPI, On.le Fulvio Cerofolini, che nel consegnare i riconoscimenti ha voluto ricordare il sacrificio di tanti giovani che unicamente mossi da un ideale di libertà e democrazia hanno scelto la difficile via della lotta armata.
“C’è ancora bisogno di voi. Occorre trasmettere i valori della Resistenza per conservare la memoria che troppo spesso viene distorta e fare emergere la verità intorno a quello che fu la Resistenza. Dite ciò che avete fatto e soprattutto perché lo avete fatto, per difendere un ideale di giustizia e di libertà.”

Anche Mavi Zonfrillo, il Sindaco Vaccarezza e il Presidente Simonini hanno ricordato l’alto valore dell’esperienza della Resistenza, e l’importanza di conservarne vivo il ricordo nelle nuove generazioni.

L’iniziativa, promossa dall’ANPI Tigullio e organizzata dall’instancabile Gino Cademartori (Ciletto), ha voluto essere un momento di riflessione e di festa intorno ai valori della Resistenza e una occasione per offrire un simbolico riconoscimento a quella che davvero è stata, tra mille difficoltà e spesso a prezzo della vita, la nostra meglio gioventù.

un momento della cena in onore dell'ANPI

L'On. Cerofolini consegna la targa a Italo Fico (Naccari)



Un altro momento del discorso dell'On. Fulvio Cerofolini




Mavi Zonfrillo Consegna la targa a Giovanni Tamburini (Macallé)


Da sinistra: Abramo Simonini (Corvo), Carlo Marini (Titano), Giovanni Tamburini (Macallé), Italo Fico (Naccari), Italo Minetti (Aquila), Gino Cademartori (Ciletto)

giovedì 13 agosto 2009

Censura preventiva e blog: corsi e ricorsi della storia

"Il senatore D'Alia, dell'UDC, ha fatto introdurre un emendamento nel pacchetto sicurezza in virtù del quale sarà possibile per il Governo chiudere siti web per reati d'opinione. Ufficialmente l'emendamento nasce per oscurare i gruppi facebook che inneggiano alla mafia, ma considerato che essi contano poche decine di iscritti non sembra plausibile che questa sia la vera motivazione dell'intervento del legislatore.Inoltre, va considerato che l'istigazione a delinquere è già perseguibile con gli strumenti legislativi attuali, perciò è lecito pensare che la norma in questione voglia introdurre un principio ulteriore e diverso, di natura censoria e legato a reati d'opinione non tipizzati dal codice penale. Inutile dire che, aperta questa strada, la libertà di tutti è in grave pericolo."

Non è d'altronde la prima volta che si tenta di censurare la cosiddetta "stampa libera" ossia quella che non fa capo a gruppi di media istituzionalizzati. Come ci ricorda Noam Chomsky nel suo libro "La Fabbrica del consenso", nel corso della prima metà del XIX secolo nacquero pubblicazioni che avevano lo scopo di far maturare la coscienza sociale delle classi lavorative inglesi, diventando uno strumento efficace per promuovere un sistema di valori alternativo e una nuova visione sul mondo, rinforzando la fiducia collettiva in un cambiamento possibile e migliorativo delle loro condizioni di vita, grazie alla forza della "consociazione" e dell'azione organizzata. Le élite dominanti giudicarono tutto ciò come una minaccia e vennero promulgate leggi sulla diffamazione e celebrati i relativi processi. Si stabilì in particolare che prima di procedere ad una pubblicazione si doveva depositare una elevata cauzione a garanzia e si introdussero varie tasse con lo scopo preciso di strangolare la stampa libera elevandone i costi.

Ora, non vi sembra che, mutatis mutandis, ci troviamo praticamente nelle stesse condizioni?

Potere dei media e creazione del consenso

In questa estate calda e afosa, ho ripreso a leggere un libro che, pur avendo qualche anno, mi sembra tornato più che mai di attualità...ecco una frase su cui iniziare a riflettere:

"Le scelte più partigiane dei media derivano dalla preselezione delle persone cui attribuire la visione corretta delle cose, dai preconcetti interiorizzati e dall'adattamento del personale ai vincoli posti da proprietà, organizzazione, mercato e potere politico. La censura funziona per lo più come autocensura e viene esercitata non solo da cronisti e commentatori che si adattano alla realtà della fonte e alle esigenze organizzative dei media, ma anche da coloro che nei media stessi occupano livelli superiori proprio per aver scelto, e spesso interiorizzato, i vincoli imposti dalla proprietà e da altri centri di potere economici o politici".

Tratto da "La Fabbrica del consenso" di Noam Chomsky ed Edward S. Herman

domenica 9 agosto 2009

Ci sono clochards e clochards...


Ci sono clochards e clochards, verrebbe da dire leggendo un articolo sul giornale on-line di oggi, 9 agosto 2009. Un articolo riportava la notizia che un clochard era stato denunciato a seguito di un presunto tentativo di rapimento: avrebbe preso in braccio una bimba sfuggita ai genitori, titolari di un negozio nelle vicinanze. La dinamica non è chiarissima, l’uomo afferma di non aver avuto nessuna cattiva intenzione. Fuggito in un primo tempo, dopo che i genitori gli avevano visto la bimba in braccio, è tornato poi come nulla fosse sulla stessa piazza affollata del centro di Rapallo, pensando forse di non aver fatto nulla di male prestando orecchio a quella che poteva sembrare una bimba smarrita…
Fin qui la notizia, con il suo carico di dubbi e interrogativi, di processi alle intenzioni e di legittimi timori dei genitori, forse un po’ distratti, ma comunque comprensibilmente turbati dal vedere la figlia in braccio ad uno sconosciuto, per di più male in arnese e notoriamente “vagabondo”.

Sulla stessa pagina on-line, forse in virtù della tecnologia che riesce ad accoppiare le parole chiave di un articolo a pubblicità di contenuto analogo, sta appunto un annuncio, o meglio, un “banner” dove spicca l’invito alla carità verso i clochards rivolto ai lettori dalla nota Opera San Francesco, istituzione dedita all’assistenza dei poveri e degli emarginati tra le più attive in Italia.

Chissà quanti, tra di noi, hanno contribuito con denaro o donazioni di beni a tale benemerita confraternita, pensando di confortare così qualche bisognoso, qualche infelice. Mi chiedo quanti di noi hanno mai pensato di parlare con queste persone, capirne le storie, le tragedie magari, oltre a dar loro un aiuto materiale.

Certo, è semplice, e ci fa sentire bene staccare un assegno, magari a Natale, magari via web. E’ sufficiente un numero di carta di credito, una firma su un assegno.
Però trovarseli di fronte nella vita vera è un’altra cosa: non assomigliano più ai poveri sorridenti e gentili della pubblicità e tornano ad essere brutti, sporchi e cattivi. In questo caso, meglio chiamare la polizia, non si sa mai.

martedì 4 agosto 2009

Sconfiggere il Grande Ingorgo: servono davvero nuove corsie autostradali?

Il recente episodio che ha visto migliaia di automobilisti in viaggio durante lo scorso fine settimana estivo bloccati sul nuovo passante di Mestre, suscita alcune riflessioni:
  1. Presentato come “la soluzione” ai problemi della circolazione autostradale nella zona, il passante non è altro che un bypass che collega due punti di una stessa autostrada, passando un po’ più alla larga. E’ chiaro che se ho due corsie che diventano cinque (con nuove entrate e uscite lungo il percorso) e poi tornano due, il risultato sono due colli di bottiglia alle estremità;
  2. il passante è stato molto pubblicizzato in questi mesi, si è detto che ora non ci sarebbero stati più problemi di traffico e di imbottigliamenti. Forse lo si è detto e ripetuto un po’ troppo, e in tanti vi hanno creduto, magari anche quelli che gli anni precedenti usavano altri mezzi o facevano altri percorsi. E quest’anno? Ma sì, passiamo dal passante! Risultato: tutti fermi;
  3. stando alle dichiarazioni dei malcapitati automobilisti, non vi erano indicazioni che sconsigliassero l’ingresso in autostrada, o eventuali percorsi alternativi. I famosi pannelli luminosi riportavano le solite scritte generiche, ma nessuna informazione utile in tale frangente; probabilmente anche radio 103 ha segnalato in ritardo la cosa, quando già l’ingorgone si era formato;
  4. del resto, alla società autostrade interessa non tanto che le auto scorrano bene, quanto che i pedaggi vengano pagati: dunque, venghino siori, venghino! Al massimo poi gli diamo la bottiglietta d’acqua con tante scuse. Il fenomeno è lo stesso dell’overbooking dei voli aerei o dei traghetti: vendere biglietti, poi si vedrà come fare. E tanto peggio se le persone si ritrovano a bivaccare negli aeroporti o negli scali marittimi. Tanto ormai hanno pagato! In autostrada invece devi pagare per uscire fuori, magari dopo aver impiegato 5 ore per percorrere 5 chilometri;
  5. c’è chi, il giorno dopo, si affanna a dire che occorre moltiplicare le corsie, eliminare gli imbuti…per spostarli magari un po’ più in là. Non è saggio, ed anzi altamente sconsigliato, d’altronde, dimensionare le infrastrutture basandosi sui picchi di utilizzo: è uno spreco di risorse pubbliche ingente, è come dimensionare una lavastoviglie basandosi sui piatti del pranzo di Natale;
  6. eppure siamo nella società (non oso dire civiltà) dell’informatica e delle comunicazioni: quasi tutti ormai abbiamo il navigatore satellitare fin sul telefonino, siamo iperconnessi con internet, non possiamo fare a meno di facebook…possibile che non vi sia il modo per farci sapere se ci stiamo infilando in un gigantesco ingorgone?
  7. vi sono studi che analizzano la concentrazione di traffico rilevando semplicemente la quantità di cellulari presenti in zona. Perché non prevedere un servizio di monitoraggio e segnalazione agli automobilisti su un apposito canale satellitare, rilevabile da un normale navigatore o da un cellulare in grado di connettersi al web?
  8. si potrebbero elaborare e proporre in tempo reale via web decine di diversi percorsi alternativi, meno diretti di una corsia autostradale, ma anche molto meno affollati, e forse anche meno costosi, di certo alternativi allo stare fermi per ore sotto un sole rovente. In questi casi, anche percorrere una solitaria strada di provincia potrebbe sembrare una valida alternativa, non vi pare? E, magari, si potrebbero scoprire tante cose che dall’autostrada non si vedono: una chiesetta millenaria, una trattoria che serve piatti tipici all’aperto, un museo o una pinacoteca interessanti…lontano dal panino plastificato dell’autogrill, riscopriremmo forse il significato più vero della parola “vacanza”, di cui anche viaggio è parte integrante, e non solo un vuoto spazio temporale tra Milano e Rimini.

domenica 2 agosto 2009

2 agosto 1980, per non dimenticare


2 agosto 1980 - Alle 10.25 una bomba esplode nella sala d'attesa della stazione di Bologna causando 85 morti e 203 feriti.Oggi, dopo 29 anni, sono in molti a non sapere, specie tra i giovani, cosa realmente significhi questa strage e, più in generale, quella stagione maledetta che conosciamo con il nome di "strategia della tensione", quando erano le bombe a seminare sospetto, odio, morte.

Oggi che le bombe per fortuna tacciono, non dobbiamo tuttavia dimenticare chi tramò contro la democrazia perchè non è detto che oggi lo stesso disegno non possa essere perseguito, magari con altri mezzi, più sottili e meno cruenti, ma non meno pericolosi ed eversivi.

Per non dimenticare, per non abbassare mai la guardia nei confronti dei nemici della democrazia, sotto qualunque forma si presentino.

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