In questa estate calda e afosa, ho ripreso a leggere un libro che, pur avendo qualche anno, mi sembra tornato più che mai di attualità...ecco una frase su cui iniziare a riflettere:
"Le scelte più partigiane dei media derivano dalla preselezione delle persone cui attribuire la visione corretta delle cose, dai preconcetti interiorizzati e dall'adattamento del personale ai vincoli posti da proprietà, organizzazione, mercato e potere politico. La censura funziona per lo più come autocensura e viene esercitata non solo da cronisti e commentatori che si adattano alla realtà della fonte e alle esigenze organizzative dei media, ma anche da coloro che nei media stessi occupano livelli superiori proprio per aver scelto, e spesso interiorizzato, i vincoli imposti dalla proprietà e da altri centri di potere economici o politici".
Tratto da "La Fabbrica del consenso" di Noam Chomsky ed Edward S. Herman
"Le scelte più partigiane dei media derivano dalla preselezione delle persone cui attribuire la visione corretta delle cose, dai preconcetti interiorizzati e dall'adattamento del personale ai vincoli posti da proprietà, organizzazione, mercato e potere politico. La censura funziona per lo più come autocensura e viene esercitata non solo da cronisti e commentatori che si adattano alla realtà della fonte e alle esigenze organizzative dei media, ma anche da coloro che nei media stessi occupano livelli superiori proprio per aver scelto, e spesso interiorizzato, i vincoli imposti dalla proprietà e da altri centri di potere economici o politici".
Tratto da "La Fabbrica del consenso" di Noam Chomsky ed Edward S. Herman
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