sabato 28 marzo 2009

Fine-vita: No al sondino di Stato, Sì alla libertà di scelta

Il caso di Eluana Englaro, ragazza in stato vegetativo permanente da più di 17 anni, pone una grande, fondamentale domanda: abbiamo oppure no il diritto di scegliere anticipatamente il nostro percorso clinico, una volta che la perdita della volontà e dello stato di coscienza ci rendesse incapaci di esprimerci in proposito?

Un cattolico può rispondere, a mio avviso legittimamente, di non sentirsi in possesso di tale diritto, dato che, secondo la sua dottrina, la vita è dono di Dio e lui solo ne detiene la disponibilità. Diversamente, forse, risponderebbero un musulmano, un buddista, e certo in modo ancora diverso un laico o un non credente.

Ora, all’interno di uno Stato laico, quale il nostro, non hanno forse pari dignità le diverse opinioni? Non vanno, tutte, rispettate? Questo rispetto si ottiene elaborando leggi che prescindono dalle convinzioni religiose, e considerano unicamente l’uomo in quanto essere umano, nella sua dignità ed inviolabilità fisica e psichica.

La legge ora in discussione in Parlamento si propone di regolamentare, per così dire, il fine vita delle persone che cadono in questi stati di incoscienza, ma il sentiero percorso fino ad oggi appare fortemente, troppo a mio avviso, influenzato da una sola visione del mondo: quella di una certa parte del mondo cattolico.

Può una fede essere imposta per legge, privando del diritto di scelta l’individuo, quando anche lo stesso cattolicesimo riconosce nell’uomo l’esistenza del libero arbitrio? Molti cattolici si sono dichiarati del resto contrari alle pratiche che forzosamente tengono in vita, a qualunque costo, un corpo ormai piegato dalla malattia e dalla sofferenza.

Perché un evento che, per quanto tragico e pauroso, a maggior ragione i credenti dovrebbero vivere come un passaggio, o meglio un ritorno alla casa del Padre, dev’essere ad ogni costo esorcizzato e procrastinato, oltre ogni ragionevole speranza di recupero e di ritorno alla vita “vissuta”, e non come una mera presenza vegetativa?

Ecco quanto scriveva Papa Paolo VI in una lettera al cardinale Villot, nel 1970.

"Pur escludendosi l'eutanasia, cio' non significa obbligare il medico a utilizzare tutte le tecniche di sopravvivenza che gli offre una scienza infaticabilmente creatrice.
In tali casi non sarebbe una tortura inutile imporre la rianimazione vegetativa, nell'ultima fase di una malattia incurabile?
Il dovere del medico consiste piuttosto nell'adoperarsi a calmare le sofferenze, invece di prolungare più a lungo possibile, e con qualunque mezzo e a qualunque condizione, una vita che non è più pienamente umana e che va verso la conclusione".

Mi hanno stupito e indignato i toni e la violenza con cui si è accusato il padre di Eluana di aver ucciso la figlia, per puro egoismo, per calcolo quasi. Come se non avrebbe potuto, se avesse agito mosso davvero da questa abbietta intenzione, spostare Eluana in qualche struttura, magari all’estero, dove l’eutanasia è ammessa e praticata.

Egoismo, interesse…sono accuse infamanti, specie se penso a quante famiglie si trovano nelle stesse condizioni e magari sono sole con la loro pena e le difficoltà di ogni genere, anche economiche. Già, l’aspetto economico, non ne ha parlato praticamente nessuno, ma è un fenomeno abbastanza rilevante.

I pazienti in stato vegetativo permanente sono circa 2000 in Italia, per lo più in cliniche private e convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale. Per ognuno di questi pazienti lo Stato paga circa 150-200 euro al giorno, per un totale di più di 100 milioni all’anno: una cifra non certo irrisoria già ora, si pensi quanto potrebbe lievitare se la legge in discussione al Parlamento dovesse diventare realtà e il sondino di stato fosse imposto per legge a chiunque, anche contro la sua volontà.

Da questo punto di vista, certo, anche le proteste dei pretesi difensori di Eluana acquistano una luce un po’ più sinistra, se possibile, adombrando un cinico tornaconto da parte di chi, grazie a questi pazienti, prospera e macina profitti.

Esagero? Spero di sì, però la recente storia italiana, da Saviano in poi, ci ha abituato a fare i conti con una realtà sempre più spietata e lontana dalla classica cartolina italiana.

La legge sul testamento biologico proposta dal senatore Ignazio Marino, è una legge contro l'accanimento terapeutico, una legge che riconosce il diritto di ogni persona di indicare le cure e i trattamenti che ritiene accettabili per se stesso, nel caso in cui un giorno, per un incidente o una grave malattia, diventasse incapace di intendere e di volere.

La legge che sta andando avanti in Parlamento è invece anticostituzionale, poiché prevede che si possa essere sottoposti ad un trattamento sanitario contro la propria volontà, contrariamente a quanto è scritto nell'articolo 32 della nostra Carta.

A questo punto, meglio nessuna legge piuttosto che questa legge anticostituzionale.

domenica 22 marzo 2009

Il maestro unico è stato Battuto 99 a 1

La gioiosa protesta e la consegna dei moduli al Ministero dell’istruzione

di Luciana Preden

La riforma Gelmini è arrivata alla prova delle iscrizioni totalizzando un risultato schiacciante: il maestro unico è stato battuto 99 a 1.
Solo l'1% delle famiglie ha infatti scelto di iscrivere le proprie figlie e i propri figli alla scuola delle 24 ore (dato relativo a Roma e provincia, fonte USR).
Dopo mesi di mobilitazione e controinformazione curata dai comitati di genitori e insegnanti per la scuola pubblica di qualità, 110.000 mamme e papà di tutta Italia hanno firmato e consegnato alle segreterie delle scuole moduli integrativi di conferma del tempo pieno. I comitati hanno quindi chiesto -e ottenuto per la prima volta- di essere ricevuti al Ministero dell'Istruzione per ottenere dal MIUR precise garanzie a soddisfazione delle richieste dei genitori/utenti.
Sabato 21 marzo genitori e insegnanti dei comitati "non rubateci il futuro" di Roma hanno raggiunto il Ministero con una catena umana partita alle 11 da piazza Bocca della Verità; le scuole del milanese hanno parcheggiato il loro camper col logo "segreteria della buona scuola" in Viale Trastevere, davanti alla sede del MIUR, e i comitati di Bologna hanno letteralmente ricoperto l'ingresso del Ministero con un enorme striscione per dire "no ai tagli" e "io amo la scuola pubblica".
Alle 13, quattordici delegazioni di genitori provenienti da altrettante città hanno incontrato il capo dipartimento Giuseppe Cosentino, al quale hanno consegnato le decine di scatoloni contenenti i 110.000 moduli di conferma del tempo pieno.

domenica 15 marzo 2009

PROVINCIA: SI ALLA MOZIONE SULLE ENERGIE RINNOVABILI

Firmata da Sonia Zarino e altri consiglieri del Pd e approvata con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione delle opposizioni, impegna la Provincia a perseguire gli obiettivi del pacchetto europeo “energia e clima”. (scarica il testo completo)

Genova, 11 - Più energia dalle fonti rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico, nel rispetto del “pacchetto energia e clima” dell’Unione Europea che eleva al 20%, entro il 2020, la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e riduce della stessa percentuale, sempre entro il 2020, le emissioni di anidride carbonica rispetto a quelle del 1990 per cercare di fermare il surriscaldamento del pianeta e iniziare a ragionare su un’economia che affronti il “dopo petrolio” incentivando ricerca, tecnologia e innovazione.

Lo chiede la mozione presentata in Consiglio Provinciale dai consiglieri del PD Sonia Zarino, Gabriele Gronda, Stefano Volpara, Maria Angela Milanta, Clara Sterlick, Simone Pedroni e Claudio Villa, approvata con il voto favorevole di tutta la maggioranza e l’astensione delle opposizioni. Il documento impegna il presidente e la giunta provinciale “a sollecitare il Governo a farsi promotore dell’attribuzione all’Unione Europea di reali poteri sovranazionali, sul modello della C.E.C.A. per attuare le misure adottate e di risorse proprie derivanti dall’applicazione di una Carbon-Tax europea per finanziare l’attività” e “nel frattempo la Provincia a perseguire per quanto di sua competenza, gli obiettivi del ‘Pacchetto’ europeo”.

Nel dibattito, concluso dall’assessore Sebastiano Sciortino, sono intervenuti Sonia Zarino (PD), Claudio Muzio (AN), Paolo Bianchini (FI), Federico Campanella (PD) e Angelo Spanò (Verdi).

Per Zarino “gli investimenti nelle energie rinnovabili danno una forte spinta innovativa, come ha compreso la Germania creando in questo campo anche molti posti di lavoro in settori dal grande avvenire, a fronte dell’obsolescenza dei settori industriali più legati ai combustibili fossili che, fra l’altro, l’Italia non possiede, mentre è ricchissima di sole e di vento e l’impiego incentivato di queste fonti rinnovabili potrebbe portare nuovo sviluppo sostenibile e posti di lavoro.”

Secondo Muzio il tema “è di grande interesse e attualità e riguarda anche l’approvvigionamento energetico che non può derivare da una sola fonte, ma va diversificato, anche per evitare rischi di ricatti, con una buona quota di fonti rinnovabili, però il dispositivo della mozione che prevede la Carbon-tax in un momento di difficoltà clamorose per le imprese non mi piace.”

Anche Bianchini (come Maggi, che ha chiesto di stralciarla dalla mozione) è tornato sulla proposta di Carbon-Tax: “non siamo d’accordo – ha detto – perché L’UE si è già pronunciata, c’è una proposta di direttiva che non riguarda la Carbon-Tax, ma progetti per sviluppare le energie rinnovabili senza la leva fiscale, tra l’altro preoccupante se fosse gestita dall’esecutivo europeo, sul quale l’organo sovranazionale di rappresentanza popolare non ha un effettivo controllo.”

Campanella, nel sottolineare che “le linee d’azione del pacchetto europeo hanno la duplice funzione di salvaguardare e tutelare l’ambiente e di sostenere lo sviluppo e i suoi effetti occupazionali” ha replicato sulla Carbon Tax che “il suo meccanismo non incide su tutte le attività produttive, ma incentiva i comportamenti virtuosi e disincentiva chi non li mette in atto, usando misure e valutazioni ben diverse nei confronti, per esempio, della grande industria che continua a usare energia da fonti non rinnovabili o delle piccole e medie imprese.”

Spanò, che ha invitato le opposizioni “ad approvare la mozione, come avete fatto con quella presentata da me sul protocollo di Kyoto” ha citato “il bell’esempio della Regione Lazio che a Montalto di Castro ha aperto i cantieri per il più grande impianto fotovoltaico in Italia che fornirà energia a quindicimila famiglie”

L’assessore Sciortino ricordando “l’impegno importante della Provincia” che ha aperto anche uno sportello per le energie rinnovabili con il Muvita ha detto “serve un’azione radicale di tutti gli enti, compresi i più piccoli anche per interventi a livello locale perché tutto ciò che può servire a incrementare le energie rinnovabili va preso in considerazione”. L’assessore ha parlato anche del nucleare: “tecnicamente finora restiamo agli impianti di terza generazione – ha detto - senza smaltimento delle scorie se non dopo un migliaio di anni e con caratteristiche analoghe a quelle di Chernobyl. Non so quanto sia bella questa situazione, sapendo che il nucleare avanzato sarà pronto solo tra dieci-dodici anni.” In dichiarazione di voto Muzio ha definito “azzardata l’affermazione dell’assessore sul nucleare attuale che sarebbe ancora simile a quello di Chernobyl.”

Contro la politica nucleare del Governo Berlusconi

No al suicidio energetico nucleare!

sabato 14 marzo 2009

Uscire dalla crisi: L'assegno ai disoccupati, il blocco dei licenziamenti per un anno e le altre proposte


E' necessario un assegno mensile di disoccupazione pari al 60% dell'ultima retribuzione per tutti coloro che non godono di altri strumenti di sostegno al reddito e hanno perso il lavoro dal 1 settembre 2008 al 31 dicembre 2009.
I soldi, come il PD ha spiegato nella mozione presentata in Parlamento, si possono trovare con: lotta all'evasione, centrale unica per gli acquisti nella P.A., ricostituzione della Commissione sulla spending review per tagli di spesa pubblica selettivi e non lineari come previsto dalla manovra d'estate e "utilizzo immediato" degli 8 miliardi dell'accordo Governo-Regioni per la parte non impegnata per la Cassa integrazione.
Il governo non parla della crisi e ignora chi ne subisce le conseguenze: disoccupati, precari,famiglie che stentano, imprenditori e attività che chiudono.Sono fino ad un milione i lavoratori che rischiano di passare da un reddito precario a zero euro, se non verranno rinnovati i loro contratti.Ci dicono di non avere risorse, ma hanno sprecato miliardi per eliminare l’ICI ai più ricchi e scaricare i debiti Alitalia sui contribuenti italiani, oltre a cancellare le misure anti evasione.L’Italia ha bisogno di strumenti eccezionali e urgenti che diano aiuto immediato alle famiglie.L’assegno mensile per chi perde il lavoro è uno strumento di sostegno alle famiglie e di rilancio dei consumi. Utile non solo a chi lo riceve ma all’intera economia italiana.Imprenditori e sindacati lo sostengono ma il governo continua a negarlo.

Le nostre proposte:
1. Assegno mensile di disoccupazione subito, per tutti i precari che hanno perso il lavoro
2. Blocco dei licenziamenti per precari di scuola, sanità e pubblica amministrazione
3. Cassa integrazione per tutti i lavoratori in caso di sospensione del lavoro
4. Riforma degli ammortizzatori sociali per la tutela di chi resta senza lavoro.


Sono proposte serie, concrete, realizzabili attraverso la battaglia all’evasione fiscale e i fondi previsti per la cassa integrazione e non ancora impegnati.

venerdì 6 marzo 2009

Acqua in bocca: dei privati?

Mentre si parla d'altro il governo... avvia il processo di privatizzazione dell'acqua.
Mentre nel paese imperversano discussioni sull'eutanasia, grembiulino a scuola, guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.
Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale).
Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca.
FATE GIRARE : METTETENE A CONOSCENZA PIU' GENTE CHE POTETE Anche se qualcuno ha già ricevuto questa mail non importa, essere consapevole di quel che accade nel nostro paese non è mai abbastanza.

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