domenica 29 novembre 2009

Riuscita manifestazione in favore del tunnel Rapallo - Val Fontanabuona

Il tunnel tra Rapallo e la Val Fontanabuona è un’opera che a livello territoriale riscuote un grande e trasversale consenso. Si sono espressi in suo favore non solo i sindaci (di vario orientamento politico) della vallata direttamente interessata, la Val Fontanabuona appunto, ma molti altri amministratori dei territori circonvicini, della costa e dell’entroterra.
Questa larga condivisione, più unica che rara, se si pensa a quanto sia difficile mettere tutti d’accordo sulla realizzazione di un’opera di relativo impatto territoriale, costituisce un primo importante dato di fatto di cui tenere conto.
Se ne è parlato per decenni, poi l’occasione della firma del protocollo d’intesa tra enti istituzionali (Regione, Provincia, ecc.) ed Anas e Società Autostrade per la realizzazione della Gronda di Ponente aveva propiziato l’idea, avanzata dal Presidente Burlando, di far inserire tra le opere complementari anche il Tunnel Rapallo – Val Fontanabuona.
Tutto a posto, quindi? No, perché qualcuno nel Governo, qualcuno che dovrebbe voler il bene del suo territorio, ha pensato bene di mettere i bastoni tra le ruote a questo progetto pensando di fare uno sgambetto elettorale a Burlando.
Così, quando il protocollo di intesa sembrava comprendere il tunnel, da Anas è arrivato il dietrofront, una vera e propria doccia fredda.
Infatti, anche se il progetto venisse comunque realizzato ma fuori del protocollo, non solo i tempi si allungherebbero, ma soprattutto le risorse non verrebbero più da Anas e da Società Autostrade, e dovrebbero essere fornite direttamente dalle già magre casse degli enti locali, casse che sempre più, sia detto per inciso, saranno vuote nei prossimi anni per volontà governativa.
In questi ultimi giorni ho partecipato a diversi incontri e iniziative dove i cittadini chiedono che questa opera sia fatta. La manifestazione che si è svolta a Cicogna è stata molto partecipata e ha dato il segno della volontà dei territori di vedere realizzata un’opera che porterà benefici sia alla costa, sia all’entroterra.
Questa vicenda è anche l’occasione per interrogarci su quale modello di sviluppo noi vogliamo per la nostra regione, la Liguria: uno basato sui grandi centri urbani interconnessi da linee ultraveloci, dove in mezzo si crea a poco a poco il deserto oppure uno sviluppo che faccia crescere i territori nel loro complesso, creando interconnessioni e ponendo le basi per un riequilibrio globale tra costa ed entroterra, tra grandi e piccole città e paesi.
A ben guardare, questi due modelli schematizzano piuttosto bene anche le due diverse proposte politiche, quella di centro-destra e quella di centro-sinistra: la prima basata sulla competizione territoriale spinta, dove i territori che “attraggono” attività si sviluppano ai danni o comunque non tenendo conto dei territori più svantaggiati dal punto di vista infrastrutturale e demografico; la seconda che si pone il problema del riequilibrio territoriale visto come occasione di sviluppo complessivo del tessuto socio-economico, e di conseguenza non mira a concentrare attività e potere economico, ma piuttosto a favorirne la distribuzione territoriale in una logica perequativa e di complementarietà.
La Val Fontanabuona presenta notevoli potenzialità di sviluppo economico che attualmente si scontrano con una dotazione infrastrutturale carente, e parallelamente la costa (Rapallo, ma anche imprenditori di Camogli e Recco hanno manifestato interesse) avrebbe necessità di spazi per le attività produttive, spazi che grazie al tunnel sarebbero facilmente reperibili a pochi minuti di automobile.
Si pensi alle ricadute economiche sul territorio nel suo complesso, ai tanti posti di lavoro che si potrebbero creare, al nuovo impulso che si potrebbe dare ad un territorio oggi obiettivamente sfavorito rispetto alla costa, mettendolo con questa finalmente in sinergia, come si dice da tempo.
Penso quindi che la positiva convergenza di tanti amministratori, enti locali, associazioni di categoria, cittadini, non possa venire sottovalutata quando verrà firmato il protocollo definitivo, e che alla fine il tunnel entrerà a pieno titolo tra le opere complementari della Gronda di Ponente.
Se non fosse così, vorrebbe dire che gli opportunismi pre-elettorali avrebbero avuto la meglio rispetto agli interessi del territorio. Auspichiamo vivamente che così non sarà, e che il protocollo, così come ribadito anche dal Consiglio Provinciale che ha approvato ben 4 ordini del giorno delle diverse forze politiche, conterrà il tunnel Rapallo – Val Fontanabuona, un’opera che serve al territorio e che non si può ulteriormente rimandare.

Assemblea regionale del PD/Basso:" Sul territorio con proposte politiche forti"

Si è svolta ieri, presso la Sala Chiamata del Porto a Genova, l´Assemblea Regionale del PD Liguria, presieduta da Sonia Zarino.

Dall´Assemblea è emerso un clima di grande compattezza e unità del Partito Democratico con la votazione all'unanimità della Commissione regionale di Garanzia e a grandissima maggioranza della Direzione regionale e dei Gruppi di lavoro istruttorio sul regolamento interno dell´Assemblea Regionale e sul regolamento per le primarie.

Il segretario Lorenzo Basso ha posto l'accento sull'esigenza di rimettere al centro del PD l'iniziativa politica."Lo scenario politico nazionale è estremamente delicato: il centrodestra è in fibrillazione e Berlusconi, in difficoltà, sta mostrando tutta la sua spregiudicatezza e l´assenza di ogni senso istituzionale - ha dichiarato Basso – Anche lo scenario giudiziario è quantomai caldo, tanto da spingere il Presidente Napolitano a richiamare tutte le parti in causa, a partire dal Governo, a un maggior rispetto delle regole istituzionali. Mentre la politica è quindi impegnata in scandali e nella celere approvazione di un'ennesima legge ad personam, l´economia mondiale non sembra uscire dalla crisi. Per questo, oggi più che mai, dobbiamo essere presenti sul territorio con un´agenda politica e proposte politiche forti".

Il segretario Basso ha poi annunciato i prossimi appuntamenti del PD, a cominciare dalle giornate di mobilitazione dell'11 e 12 dicembre, quando in tutta Italia verrà organizzata l´iniziativa "Mille piazze per l'alternativa"."A livello regionale stiamo lavorando ai seminari sul programma per le prossime regionali - ha proseguito Lorenzo Basso - per i quali sarà determinante il contributo dei circoli. Proprio i circoli e tutti gli aministratori e dirigenti del partito dovranno essere presenti sul territorio il più possibile, organizzando iniziative a partire dai temi più attuali, come la crisi economica e le risposte necessarie a combatterla. Personalmente sarò presente nelle realtà industriali in crisi e nei circoli. Perché le difficoltà che abbiamo davanti le potremo superare solo con una quotidiana attenzione per il territorio".

L'importanza di chiamarsi Mario

Quello che gli pseudo–tifosi non perdonano a Balottelli è soprattutto il fatto che si chiami Mario, e che sia italiano, italiano come loro. E che si comporti come un qualsiasi italiano quando viene insultato e aggredito verbalmente, per di più con epiteti razzisti.

Colpisce come la giustificazione più ricorrente sia “si, ma non sono cori razzisti, Balottelli viene insultato perché è antipatico”, ecc. allora perché gridare, come l’altra sera a Bordeaux, che chi è nero non può essere italiano? Tutto questo mi sembra francamente inaccettabile, frutto del clima avvelenato che in Italia da troppi anni viene alimentato da campagne di intolleranza verso gli stranieri, ed in particolare verso coloro che sono di origine extracomunitaria.

Penso anche che vi siano precise responsabilità per quello che sta avvenendo in Italia, una regia occulta che incanala paure e tensioni per farle scaricare verso quei soggetti che sono individuati come i capri espiatori ideali: oggi sono gli immigrati, ieri erano gli ebrei.
Il periodo storico attuale presenta d’altronde inquietanti analogie con l’epoca della repubblica di Weimar: crisi economica fortissima, causata da dissesti finanziari (crollo di Wall Street), aumento esponenziale delle disoccupazione in Europa e debolezza dei governi moderati e delle formazioni politiche progressiste, divise al loro interno.

Di fronte ad una crisi economica senza precedenti, invece di mettere sotto accusa le cause che l’hanno provocata, ossia il capitalismo sfrenato e senza regole, i governi di destra operano una totale rimozione della verità deviando la rabbia e l’aggressività delle masse verso un capro espiatorio ideale, praticamente senza difese: l’immigrato, un essere umano ancor più sfortunato dei nostri cassintegrati e precari.

E quindi, per tornare al caso di Balottelli, non è accettabile che egli si muova fuori dagli schemi prefissati, ossia quelli di una mansuetudine riconoscente verso i bianchi generosi che gli hanno permesso di diventare un campione: no, è un arrogante, uno che sfotte il pubblico, esattamente come tanti altri giocatori. Ma se da un bianco queste cose si possono tollerare, da un nero sono veri e propri affronti, per la mentalità dei pseudo-tifosi.

Salvo poi ripararsi dietro l’ipocrisia e negare l’intrinseco, ma evidente razzismo di quei cori, di quegli insulti, verso chi ha il solo torto di essere italiano, e nero, e campione di football, e molto altro ancora.

martedì 24 novembre 2009

Il Pd chiama a raccolta il popolo delle primarie «Mille piazze per l'alternativa»

Mille piazze per l’alternativa. Questa mattina Rosy Bindi ed Enrico Letta, rispettivamente presidente e vicesegretario del Partito democratico, hanno presentato la campagna di mobilitazione che partirà l'11 e il 12 dicembre e che proseguirà nei mesi successivi, attraverso iniziative messe in campo dai circoli.

L'obiettivo? Delineare «un programma alternativo di governo insieme al popolo delle primarie», ha affermato Rosy Bindi.L’iniziativa principale sarà nel fine settimana dell’11 e 12 dicembre, quando da Bersani in giù tutti i dirigenti del Pd saranno nelle piazze d’Italia a parlare di economia, lavoro, sanità, scuola, ambiente, giustizia, riforme istituzionali, a illustrare i disegni di legge che in queste materie il loro partito ha già presentato alla Camera e al Senato, a dire «basta occuparci dei problemi suoi», ovvero di Berlusconi, «pensiamo ai problemi di tutti».

Il 14 dicembre, poi, un migliaio di amministratori locali del Pd si riuniranno a Milano per dire «basta al federalismo delle chiacchiere», quello della Lega e di un governo che ha abolito l’unica tassa federale, l’Ici, e drasticamente ridimensionato l’autonomia fiscale dei comuni, che ancora aspettano 1 miliardo e 200 milioni di euro promessi dall’esecutivo. Da qui a gennaio ci sarà poi l’apertura di 500 nuovi circoli Pd nelle università, le fabbriche, le aziende che si andranno ad aggiungere ai settemila già attivi, perché non bastano due o tre giornate di mobilitazione, sostiene Bersani, per «costruire l’alternativa». Le cifre presentate durante la conferenza stampa raccontano di un paese in piena emergenza.

Un milione di disoccupati in più, il numero più alto in Europa di persone che non riescono a trovare il lavoro. Cinquanta mila imprese che rischiano di chiudere per sempre. Il taglio degli investimenti sulla sanità e i servizi.«Questa situazione segnala la noncuranza per i problemi degli italiani – ha proeguito Rosy Bindi - nessuno parla di lavoro, famiglia, impresa. Tutti sono presi a litigare tra di loro: i ministri contro il ministro dell'Economica; il presidente della Camera, nella sua veste di capo politico, in conflitto permanente con la Lega sulle politiche per l'immigrazione; partito del Sud contro il partito del Nord.

Questo è lo stato della maggioranza e del governo. È evidente che tutto questo dipende dal fatto che, non solo, manca un programma ma che il garante di questa confusione prima era Berlusconi. Ora, però, Berlusconi si è fortemente indebolito ed è chiaro ed evidente che si è aperta una dialettica per la successione. Tutto questo è un problema anche per il Paese e per gli italiani e noi vogliamo elaborare insieme ai cittadini e ai nostri circoli la bozza del nostro programma di governo».

«Ci occupiamo di quello di cui parlano le famiglie la sera a tavola – ha aggiunto il vicesegretario del PD, Enrico Letta - per ogni settore presenteremo le nostre linee programmatiche». Così per il federalismo la proposta del Pd è di chiedere, anche con una raccolta di firme, la sospensione del patto di stabilità per i comuni virtuosi. E il problema della giustizia «va risolto per i 50 milioni di italiani che chiedono una giustizia più efficiente. Dico alla maggioranza: fermatevi, ritirate il provvedimento sul processo breve. L’intera cultura italiana avanza o critiche o perplessità a quel provvedimento. Prendetene atto. Non è immaginabile cominciare a parlare di giustizia con un ricatto sul tavolo. La settimana prossima - ha aggiunto Letta - ci sarà un’occasione per affrontare alcuni temi della giustizia nell’ambito del voto alla mozione del Pd sulle riforme».Gli incontri nelle 1000 piazze serviranno anche a diffondere i progetti di legge e gli emendamenti già presentato in Parlamento e bocciati dalla maggioranza su questi temi e sulla scuola, l’ambiente, la giustizia, le riforme istituzionali. Iniziative diverse da quel «No B. Day» che, sostiene Letta, «serve solo a convincere chi è già convinto, senza portare nuovi consensi».

domenica 22 novembre 2009

Calendario lavori della Provincia di Genova

LUNEDI 23.11.09
1^COMM.NE
ore 9.30 - Presentazione Bilancio 2010.

MARTEDI 24.11.09
2^-4^COMM.NE
ore 10.00 - Audizione Ass.ne Legambiente in accoglimento della richiesta pervenuta ai Presidenti delle Comm.ni 2^-4^ su”Progetto del nuovo Ospedale Galliera.

2^-4^COMM.NE
ore 15.00- Audizione E.O. Ospedale Galliera “ su Progetto Nuovo Ospedale Galliera”

MERCOLEDI 25.11.09
ore 10.15 - GRUPPO
ore 15.00 - CONSIGLIO

GIOVEDI 26.11.09
ore 15.00 - 1^COMM.NE - Presentazione Bilancio 2010. Sala Consiglio

VENERDI 27.11.09
ore 9.30 - 1^-4^COMM.NE - Civico Museo Biblioteca dell’Attore. Rinnovo convenzione e informazioni in merito.

LUNEDI 30.11.09
ore 9.30 - 1^COMM.NE - Presentazione Bilancio.

ore 15.00 - 4^COMM.NE-Modifiche al regolamento” Modalità per la costituzione, la nomina e il funzionamento della Comm.ne consultiva Prov.le per l’autotrasporto di merci per conto proprio”.
- Modifiche al regolamento” Modalità per la costituzione, la nomina e il funzionamento della Comm.ne consultiva Prov.le per l’autotrasporto di merci per conto terzi”.
Parteciperà Ass.re Dagnino

GIOVEDI 3.12.09
ore 9.30 - 1^COMM.NE - Presentazione Bilancio 2010. Sala Consiglio

giovedì 12 novembre 2009

Se qualcuno credeva che il PD fosse a fine corsa, è stato smentito 3 milioni di volte

Il discorso di Lorenzo Basso all'Assemblea Regionale del 9 novembre al Galata Museo del Mare, dove è stato proclamato segretario regionale PD Liguria

"Il 25 ottobre è stato un giorno importante non solo per il Pd, ma per la democrazia italiana. Milioni di persone hanno dimostrato ancora una volta di credere nel Partito Democratico come unica vera alternativa alla destra – esordisce Lorenzo Basso dal palco del Galata Museo del Mare - .

Se qualcuno credeva che il PD fosse a fine corsa e che il nostro progetto fosse fallito prima ancora di prendere il volo, quel qualcuno, il 25 ottobre, è stato smentito tre milioni di volte. Il congresso è stato un grande momento di confronto, fra posizioni e sensibilità diverse. Questa è la nostra democrazia. Una democrazia che anche il centrodestra invidia, come indica il sondaggio secondo cui il 63% dell’elettorato del Popolo delle Libertà desidera le primarie per la selezione del proprio leader. Un sogno vano per loro. Per questo oggi possiamo concederci un momento di giusto orgoglio come democratici. Noi non siamo emanazione del nostro leader; è il leader ad essere la nostra emanazione, perché da noi liberamente e democraticamente eletto. Agli elettori, agli iscritti e soprattutto ai militanti, che sono e restano il cuore e il motore del nostro partito, ogni democratico deve un piccolo e sincero “grazie! Siete la parte migliore del nostro modo di fare e vivere la politica".

Dal palco del Galata il segretario regionale ringrazia i suoi due “avversari” alle primarie e il segretario uscente Tullo, che in quest’Assemblea gli passa ufficialmente il testimone.
“Per la prima volta abbiamo affrontato primarie aperte, senza esiti scontati e che hanno confermato sostanzialmente i risultati dei congressi. Anche questo è un ulteriore segno di compatezza tra il partito, i suoi iscritti e la parte più attiva dei suoi elettori. E se anche in Liguria è stata una partita da giocare fino in fondo lo dobbiamo a Sergio Cofferati ed Ermanno Pasero – dichiara Basso - , con i quali il confronto è stato a volte duro, ma sempre rispettoso e corretto. Sono certo che la nostra collaborazione sarà un elemento fondamentale per compiere al meglio i passi che ci aspettano. Un grazie, sentito e riconoscente, a Mario Tullo, per aver guidato il Pd ligure in questa sua prima fase. Ha svolto il suo compito con grande passione, nonostante le difficoltà legate agli impegni romani, cui da oggi potrà dedicare ogni attenzione a beneficio di tutti i liguri".


Il neo segretario si ferma poi ad analizzare la mancata corrispondenza tra popolo delle primarie e popolo democratico, vale a dire coloro che votano PD.
“Solo per fare un esempio – spiega Basso - alle primarie gli ultracinquantenni sono stati il 6% in più di quanti ci hanno votato alle elezioni europee. E’ questo un segnale della nostra difficoltà nel coinvolgere i giovani e nell’andare oltre lo zoccolo duro delle categorie tradizionali del nostro elettorato. Scarsa è stata anche l’affluenza da parte dei giovanissimi e degli immigrati. Dobbiamo domandarci seriamente se ciò sia dovuto ad un problema di comunicazione o ad una vera difficoltà di relazione con questi mondi, che pure dovrebbero essere naturalmente orientati a guardarci con interesse. Ogni mozione ha poi intercettato aree di consenso in parte differenti. Questa è una grande risorsa per il Pd, il presupposto per un’ulteriore apertura. Ogni mozione ha costruito relazioni profonde che non debbono essere perse, ma incluse e valorizzate nel partito”.


Lorenzo Basso lancia a questo punto un appello all’unità nel Partito: “Adesso abbiamo la forza per abbandonare le ambiguità che ci hanno paralizzato e penalizzato nei nostri primi passi. Sappiamo che esistono al nostro interno sensibilità e opinioni diverse, ne conosciamo il peso e proprio per questo siamo in grado di parlare con una voce sola. Ai media deve arrivare solo questa sintesi, non i passi che hanno condotto alla sua formulazione. Lo dico rivolgendomi non solo agli esponenti delle mozioni minoritarie, ma anche a chi ha sostenuto la linea che ha prevalso. Non ci debbono essere rese dei conti, né spartizioni di posti per quote e mozioni, perché nel Pd che vorrei costruire qui in Liguria chi merita avrà spazio, indipendentemente dalla mozione. Ognuno sarà valorizzato per le proprie capacità, per quello che può fare e, anche ma non solo, per ciò che può rappresentare”.


Una linea che si traduce nelle scelte di Basso per l’esecutivo regionale, che verrà presentato nelle prossime settimane. “Saranno scelte di cui mi assumerò personalmente la responsabilità – spiega il segretario del PD Liguria - , perché adesso che una linea ha prevalso non possiamo ricominciare a trattare su tutto con i bilancini tanto cari alla vecchia politica; altrimenti a cosa sono serviti cinque medi di congresso? Ascolterò tutti, senza pregiudizi di mozione, e poi varerò un esecutivo che non sia una camera di compensazione fra posizioni; è la direzione, cui spetta la scelta delle linea politica, il luogo dove avverranno le discussioni e le mediazioni. L’esecutivo sarà un organo operativo, diviso in dipartimenti tematici, guidati da persone scelte per le loro competenze. Di esso faranno parte personalità di tutte le realtà territoriali. Per questo baserò le mie decisioni sui curriculum dei potenziali membri dell’esecutivo, curriculum che ciascuno di loro, se scelto, dovrà essere disposto a pubblicare su internet. La trasparenza della politica e nella politica parte anche da questi piccoli esempi, dalla possibilità per tutti di conoscere la storia di chi assume ruoli direttivi e gli eventuali interessi che potrebbero generare conflitti con il suo ruolo”.


Il primo e vicinissimo impegno del Pd ligure uscito dalle primarie saranno le elezioni regionali e il programma del PD.
“Sarà la nostra visione della Liguria – prosegue Lorenzo Basso - ; la nostra identità trasformata in proposte. Sarà un programma innovativo nel merito dei contenuti e per metodo Sarà il nostro regalo di Natale a Claudio Burlando. Entro Natale il Pd ligure organizzerà cinque incontri di tipo seminariale attorno alle priorità che la nostra regione dovrà affrontare nel breve e medio termine.Saranno quindi cinque le grandi aree su cui ci concentreremo. Innanzitutto economia, lavoro e impresa. Il secondo campo sarà quello dei saperi, in cui affronteremo il tema centrale dell’istruzione, dell’orientamento, della formazione, della riqualificazione professionale e delle politiche attive del lavoro. La terza linea d’azione sarà dedicata ai servizi per la persona. Il quarto ambito avrà ad oggetto la risorsa forse più importante per la Liguria: il suo ambiente e il suo territorio. Infine, come quinto punto, cultura, sport e turismo. Svolgeremo un incontro per ogni coordinamento territoriale, perché dobbiamo elaborare un programma regionale”.

Proprio l’elaborazione del programma costituirà il primo banco di prova per rivedere e adeguare la struttura del Partito.
“Dobbiamo renderla più moderna e attraente per quella parte dinamica della società che deve costituire la nostra nuova frontiera – interviene Basso - . Sarà un processo graduale e lungo. Non sarà facile passare dalla dimensione dell’uomo solo al comando, che abbiamo conosciuto in questi primi anni, a quella di una collettività in marcia verso un traguardo comune. L’organizzazione del PD dovrà essere riformulata alla luce degli obiettivi che vogliamo realizzare. Il principale di essi è la presenza nei luoghi di vita, lavoro e studio della persone e si riassume in una parola: apertura. Abbiamo anche bisogno di una formazione politica impostata in modo nuovo. Dobbiamo favorire il mescolamento fra circoli attraverso iniziative condivise, che superino la logica puramente territoriale. Sto pensando ad un’assemblea regionale dei circoli da tenere non oltre gennaio e poi almeno una volta l’anno e credo sia importante che ogni Coordinamento territoriale organizzi consultazioni periodiche della propria dirigenza di base, almeno una ogni due mesi, come in parte già avviene. Possiamo così alimentare quel dibattito continuo fra base e dirigenza”.

Dibattito e relazione che il segretario Basso sottolinea come fondamentale nel rapporto con gli amministratori del Pd.
“Non è pensabile che gli eletti nelle file del Pd non partecipino alla vita del partito e non lo consultino per le scelte fondamentali – commenta Lorenzo Basso - . Non deve più accadere che ci siano amministratori i cui volti sono sconosciuti ai circoli delle zone da cui sono stati eletti. Voglio sia chiaro che la voce della base sarà ascoltata per valutare se un eletto merita o non merita di essere ricandidato. Vi è poi l’immenso patrimonio di possibili relazioni offerto dal popolo delle primarie. Cittadine e cittadini da coinvolgere nel nostro progetto e fidelizzare al Partito Democratico. A queste persone dobbiamo offrire incontri stimolanti, con personalità di alto livello e modalità innovative, coinvolgerli lentamente con la strategia dei piccoli passi. Queste modalità ci consentiranno di vincere una seconda sfida, forse la più dura che abbiamo davanti: coinvolgere molto di più i giovani nel nostro progetto politico”.

Quello delineato dal neo segretario regionale è il Partito Democratico da costruire nei prossimi mesi.
“Lo dovremo fare mentre affronteremo la campagna per le elezioni regionali – conclude Basso-. La Liguria risulta una delle regioni più contendibili, come dimostrato dall’andamento ondivago dell’elettorato: dalla vittoria di Biasotti nel 2000, a quella di Burlando nel 2005, alla sconfitta di misura del centrosinistra nelle politiche dello scorso anno, che ci ha fatto perdere il premio di maggioranza al Senato. Tutto questo fa della nostra regione un elemento decisivo, un simbolo per tutto il nord-ovest. Dovremo affrontare una campagna dura, in cui il centrodestra si muoverà con tutti i mezzi a sua disposizione e per la quale ci sarà – è molto probabile – un intervento diretto del Presidente del Consiglio. L’impegno da parte nostra dovrà essere massimo, a partire dai militanti, cui dovremo chiedere di compiere altri grandi sforzi per trainare il Pd e Claudio Burlando verso la vittoria. Potremo contare su un’alleanza larga ma di programma, forte perché sperimentata e motivata dal desiderio di non vedere interrotta un’azione di governo efficace. Siamo chiamati ad una sfida grande, ma alla nostra portata. Sin da ora ringrazio tutti quelli che crederanno in questa nuova sfida e che si impegneranno con me per sostenere l’idea di una Liguria democratica e moderna, una Liguria che guarda avanti, una Liguria per tutti”.

Clicca qui per leggere la versione integrale del Discorso Lorenzo Basso Assemblea Regionale del 9 novembre 2009

mercoledì 11 novembre 2009

Dopo il Congresso, tutti insieme per un PD forte e radicato nella società

Care Democratiche, Cari Democratici

il giorno dell’Assemblea Regionale ha segnato, anche in Liguria, una tappa ad un tempo conclusiva e fondativa di un percorso in cui ci siamo alfine ritrovati a camminare tutti insieme per dare corpo e voce alle idee che il PD vuole portare avanti.

La relazione del nuovo segretario, Lorenzo Basso, ha rispecchiato molto coerentemente i temi già proposti nel corso del congresso: essere prima di tutto un partito popolare, che guarda ai ceti produttivi intesi come operai, impiegati, dipendenti e piccoli imprenditori. Tutti coloro, cioè, che vivono del loro lavoro, e si trovano ad affrontare con difficoltà una crisi economica che il Governo e la destra hanno fino a ieri negato e che oggi ritengono sia già alle nostre spalle.
Il PD vuole anche essere un partito laico, in grado di confrontarsi sui programmi con tutti coloro che vogliano portare avanti una alternativa concreta all’attuale Governo della destra.
E vuole anche essere un partito aperto a tutti coloro che ne condividono i valori, un partito che è anche per questo dotato di una solida struttura organizzativa. Un partito aperto al dialogo e al confronto a partire dai circoli fino ad arrivare agli organismi nazionali.

Condivido profondamente questi principi, dei quali Lorenzo Basso, per la sua storia personale e politica, è sempre stato un convinto sostenitore. Anche per questo l’avermi proposto quale Presidente dell’Assemblea Regionale mi ha fatto sentire profondamente onorata.

So che Lorenzo si impegnerà a fondo, insieme a tutto il gruppo dirigente, per dare gambe a questo progetto di PD popolare, laico, aperto e in grado di dialogare con il mondo, capirne i rapidi mutamenti, proporre percorsi e soluzioni che dovranno essere necessariamente condivisi con tutti, a partire dagli iscritti, ma senza escludere (e come si potrebbe?) l’opinione della società civile nel suo complesso.

Una cosa che ho spesso ripetuto durante le diverse fasi congressuali era proprio l’importanza che ha, a mio avviso, la circolazione delle idee tra i diversi livelli territoriali. Circolazione che non deve avvenire in un solo senso, ma al contrario muoversi dal centro ai territori e viceversa.
Gli organismi dirigenti, è vero, devono fare sintesi e prendere su di sé le responsabilità che via via sarà necessario assumere, ma queste scelte saranno tanto più espressione reale del Partito se saranno frutto di una elaborazione corale e in grado di tenere davvero conto del contributo di tutti, a cominciare dal singolo iscritto ma anche di coloro che intendono a qualunque titolo partecipare con idee e punti di vista al dibattito e al confronto con il PD.

Per questo è necessario, io credo, porre le condizioni concrete alla partecipazione cercando costantemente il confronto con tutti, a tutti i livelli, sugli argomenti nazionali ma anche sulle questioni locali e localissime, perché così ci si radica e si instaura quel dialogo quotidiano con la gente, così diverso dalla politica fatta unicamente a partire dai sondaggi.

Ci riuniremo presto per iniziare a dare concretezza alla proposta politica del partito, anche in vista delle prossime elezioni Regionali, ed è in questa occasione che possiamo e dobbiamo contribuire con le nostre elaborazioni e indicazioni allo sviluppo di un dialogo serrato e denso di proposte, osservazioni, critiche quando necessario.

Ogni iscritto, ogni simpatizzante, deve avere la possibilità di partecipare e contribuire alla costruzione di un partito che deve, più che mai, essere vicino alla sua base di riferimento e con essa ricostruire un rapporto di fiducia e di ascolto, per sostenere, a livello di regione la riconferma di Claudio Burlando e per preparare, a livello nazionale, una alternativa credibile al governo della destra. Nel momento stesso in cui questa alternativa sarà pronta, sono certa che molti di coloro che non ci hanno votato e soprattutto molti che non votano più perché delusi dalla politica, torneranno a darci la loro fiducia.

domenica 8 novembre 2009

Bersani: non credo al partito di un uomo solo, ma a un collettivo di protagonisti



In una bella giornata di sole romano si è svolta a Roma, presso la sede della Nuova Fiera, l'Assemblea Nazionale del Partito Democratico. Giunti da tutta Italia fin dal primo mattino, i delegati si sono ritrovati nei grandi padiglioni per prendere parte, non senza emozione, all'evento che avrebbe sancito, in forma ufficiale, l'elezione di Pier Luigi Bersani a nuovo segretario del PD.

Ci si incontra, ci si ritrova, ci si saluta con affetto: cerco altri delegati dalla Liguria, e trovo quasi subito Margherita Mereto Bosso, segretaria dei Giovani genovesi. E gli altri? Siamo tanti, non è semplice ritrovarsi nella moltitudine. Entriamo percorrendo i lunghi camminamenti che ci portano ai padiglioni dedicati all'evento, sono davvero grandi, allestiti con una sobrietà che ci piace: il pavimento è un unico immenso tappeto rosso fuoco, che fa risaltare ancora di più il biancore della grande architettura industriale.

Ci accreditiamo, e ritirata la delega per le votazioni passiamo nel padiglione dedicato ai lavori dell'Assemblea. C'è già parecchio movimento, incontriamo Roberta Pinotti che ci saluta con affetto. Iniziano ad arrivare anche alcuni altri volti "noti": Ermete Realacci, Enzo Bianco, David Sassoli...vedo Mercedes Bresso e la saluto complimentandomi con lei per la determinazione con cui ha deciso di fare le gare per il trasporto ferroviario in Piemonte: "lunedì partono" è la risposta.
Più tardi incontreremo anche Mario Tullo, con il quale non manchiamo di parlare (anche oggi!) di porti e trasporti.

Troviamo posto proprio davanti al podio, qualche fila dietro i posti "riservati".

Prende la parola Maurizio Migliavacca e dopo un breve saluto e ringraziamento a tutti coloro che con la loro opera di volontari hanno reso possibile lo svolgimento del Congresso, annuncia i risultati ufficiali delle Primarie, che confermando quanto già i Circoli avevano detto, proclamano Bersani nuovo segretario del Partito Democratico:
Bersani 1.603.531 voti pari al 53,15 %;
Franceschini 1.035.026 voti pari al 34,31%;
Marino 378.211 voti pari al 12,54%.
Hanno votato in tutto 3.067.821 persone.

Bersani è il nuovo Segretario del Partito Democratico, l'applauso è unanime e quasi liberatorio, anche se non vi era nessuna sorpresa: tutti in piedi a salutare, insieme al nuovo segretario, la fine del lungo Congresso e il ritorno a tempo pieno all'azione politica.

Bersani ha preso la parola e si è rivolto al paese e al partito con un discorso concreto e denso di proposte, dalla crisi economica alle riforme istituzionali. «Ho detto più volte», ha esordito Bersani, «che non credo al partito di un uomo solo, ma a un collettivo di protagonisti. So bene che questo collettivo deve avere forme contemporanee, e rinunciarvi sarebbe regredire. Mi rivolgo a voi non come ci si rivolge a una folla ma come ci si rivolge al gruppo dirigente di un partito, corresponsabile di questa avventura. Per preparare l'alternativa». "Per l'alternativa", infatti, è proprio lo slogan che campeggia nel padiglione 13 della Fiera di Roma. Un'alternativa che passa dal ripudio del leaderismo e dalla costruzione di un partito vero. «Noi siamo orgogliosi di sentirci costruttori di un partito. Costruendo un partito realizziamo la Costituzione, che parla di partiti e non parla di popoli. Esiste un'altra modernità, alternativa alla deformazione plebiscitaria della nostra democrazia. Una modernità che può venire dal rafforzamento e dalla riforma del sistema parlamentare, da una legge elettorale che riconsegna ai cittadini la scelta dei parlamentari». Una riforma in attesa della quale, ha precisato poi Bersani nelle sue conclusioni, «meglio fare le primarie per scegliere le posizioni nelle liste per il parlamento». Il neosegretario ha tenuto una relazione solida e accurata, fondata sull'analisi dei problemi che investono il paese, proponendo «un'assemblea di mille amministratori del Pd, aperta ad amministratori di ogni orientamento, per denunciare il federalismo delle chiacchiere e parlare di federalismo dei fatti. Non si pensi, a cominciare dalla Lega, di poter raccontare delle favole mentre noi stiamo zitti». Secco col governo - «dialogo no, confronto sì, ma solo in parlamento e non sugli affari del premier» - e fiducioso sulle possibilità di D'Alema di diventare ministro degli esteri dell'Unione Europea - «ne saremmo orgogliosi» - Bersani ha proposto, tra le altre cose, un sistema di quote per valorizzare la presenza femminile non solo in politica, ma nella società. «Noi non tolleriamo la posizione discriminata delle donne. Vogliamo guidare un forte movimento di opinione che chieda una soluzione transitoria di quote, perché la discriminazione più forte è quella che tiene le donne fuori dai centri decisionali». Concretezza e pragmatismo anche su questo delicato argomento, che del resto è stato affrontato nello stesso modo in altri paesi europei (Norvegia, Francia), dove si è introdotto un sistema di quote per riequilibrare la presenza femminile nei consigli di amministrazione e nei luoghi decisionali. Presenza che non va mai disgiunta dal merito e dalle capacità, è chiaro, ma ciò non può essere un alibi per relegare le donne in ruoli di comprimarie.

Il punto centrale del suo intervento, Bersani lo dedica al progetto del nuovo partito, sgombrando il campo da dubbi e dalle tentazioni "nostalgiche" che i suoi avversari gli avevano attribuito durante la campagna congressuale. «Dobbiamo costruire il partito che abbiamo promesso ai cittadini e ai militanti. Nessuna nostalgia deve imprigionarci o trattenerci, dobbiamo sentire la necessità del nuovo da costruire. Ci rivolgiamo a tutto il centrosinistra, senza trattino, nella legittima ambizione di farci più forti. Liberiamoci da parole vecchie e passate, la nostra proposta politica non è una coperta da tirare al centro o a sinistra. Quel che conta è il progetto, l'idea di paese. Al di fuori di questa ambizione non si è più di centro o più di sinistra, si è un partito piccolo condannato nei nostri confini». Anche per questo, ha poi precisato Bersani nel corso delle sue conclusioni, «il Pd è coperto sia a sinistra che al centro». Un passaggio particolarmente apprezzato che ha trascinato gli applausi fino alla fine della relazione - «Un partito giovane ci chiede di essere giovani nel cuore» - accolta da una standing ovation.

È stato anche il giorno dell'elezione dei nuovi organismi, dal vicesegretario Enrico Letta ai 120 componenti della direzione nazionale. Tra i liguri chiamati a farne parte figurano Andrea Orlando, Roberta Pinotti e Mara Carocci, oltre a Claudio Burlando (Presidente di Regione), Lorenzo Basso (Segretario Regionale) e Marta Vincenzi (Sindaco di area metropolitana).
E' stato anche il giorno dell'elezione della presidente del partito, Rosy Bindi, visibilmente commossa nell'accogliere la nomina e nel ricordare il suo predecessore, Romano Prodi.

Sono stati eletti vicepresidenti Ivan Scalfarotto e Marina Sereni espressione rispettivamente della mozione Marino e Franceschini.

Durante la fase riservata agli interventi liberi, sia Dario Franceschini che Ignazio Marino hanno dato al neosegretario la loro disponibilità a lavorare insieme. Marino si è detto «molto soddisfatto del discorso di Bersani», al quale ha messo «a disposizione le nostre forze», perchè ora «ci faccia vincere». Stesso concetto ribadito, seppure con qualche sorriso in meno, da Dario Franceschini: «Abbiamo la responsabilità di sostenere lealmente chi ha la responsabilità di guidare il partito: noi, Pier Luigi, faremo così».

E' arrivato il tempo dei saluti. Rosy Bindi annuncia la fine dell'Assemblea, non senza fissare il prossimo appuntamento: ci vedremo già tra un mese, o al massimo subito dopo Natale. Non possiamo perdere tempo, c'è tanto da fare, e con la collaborazione di tutti dobbiamo onorare quella responsabilità che le Primarie ci hanno affidato.

lunedì 2 novembre 2009

Progetto “Imbroccala giusta” per promuovere un uso consapevole dell’acqua potabile

Solo nel 2006 per produrre le bottiglie di plastica per 12 miliardi di litri di acque minerali sono state utilizzate 350 mila tonnellate di PET, con un consumo di 665mila tonn. di petrolio e un’emissione di gas serra di circa 910mila tonn. di CO2 equivalente.

Delle bottiglie di plastica utilizzate solo un terzo circa sono state raccolte e destinate al riciclaggio.

Il Progetto “Imbroccala giusta” della Provincia di Genova si propone di diminuire la propensione all’acquisto di acqua in bottiglia con i seguenti obiettivi:

  1. Diminuzione dei rifiuti costituiti dalle bottiglie di plastica
  2. Diminuzione inquinamento atmosferico dovuto al trasporto delle bottiglie anche per lunghi tragitti: l’acqua del rubinetto è a chilometri zero
  3. Aumento della consapevolezza che l’acqua del rubinetto è di pari qualità, se non migliore, rispetto a quella imbottigliata

Il progetto è stato realizzato dall’assessorato all’Ambiente della Provincia di Genova, in collaborazione con il Centro di Educazione Ambientale della stessa Provincia e al Laboratorio Territoriale Tigullio.

Sono state realizzate circa 6500 brocche in vetro riciclato da distribuire alla popolazione in cambio di rifiuti differenziati (carta, vetro, plastica, alluminio). Insieme alle brocche veniva distribuito anche materiale documentario per spiegare l’iniziativa e sensibilizzare la popolazione sull’importanza di diminuire alla fonte la produzione dei rifiuti, usando ad esempio l’acqua potabile per uso alimentare.
L’iniziativa, partita nei mesi scorsi, ha già interessato diversi Comuni della Provincia (Sestri Levante, Moneglia, Casarza L., Castiglione C., Lavagna) e verrà ripetuta anche nei mesi prossimi dato il grande successo che ha riscosso presso la cittadinanza.

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