martedì 24 novembre 2009

Il Pd chiama a raccolta il popolo delle primarie «Mille piazze per l'alternativa»

Mille piazze per l’alternativa. Questa mattina Rosy Bindi ed Enrico Letta, rispettivamente presidente e vicesegretario del Partito democratico, hanno presentato la campagna di mobilitazione che partirà l'11 e il 12 dicembre e che proseguirà nei mesi successivi, attraverso iniziative messe in campo dai circoli.

L'obiettivo? Delineare «un programma alternativo di governo insieme al popolo delle primarie», ha affermato Rosy Bindi.L’iniziativa principale sarà nel fine settimana dell’11 e 12 dicembre, quando da Bersani in giù tutti i dirigenti del Pd saranno nelle piazze d’Italia a parlare di economia, lavoro, sanità, scuola, ambiente, giustizia, riforme istituzionali, a illustrare i disegni di legge che in queste materie il loro partito ha già presentato alla Camera e al Senato, a dire «basta occuparci dei problemi suoi», ovvero di Berlusconi, «pensiamo ai problemi di tutti».

Il 14 dicembre, poi, un migliaio di amministratori locali del Pd si riuniranno a Milano per dire «basta al federalismo delle chiacchiere», quello della Lega e di un governo che ha abolito l’unica tassa federale, l’Ici, e drasticamente ridimensionato l’autonomia fiscale dei comuni, che ancora aspettano 1 miliardo e 200 milioni di euro promessi dall’esecutivo. Da qui a gennaio ci sarà poi l’apertura di 500 nuovi circoli Pd nelle università, le fabbriche, le aziende che si andranno ad aggiungere ai settemila già attivi, perché non bastano due o tre giornate di mobilitazione, sostiene Bersani, per «costruire l’alternativa». Le cifre presentate durante la conferenza stampa raccontano di un paese in piena emergenza.

Un milione di disoccupati in più, il numero più alto in Europa di persone che non riescono a trovare il lavoro. Cinquanta mila imprese che rischiano di chiudere per sempre. Il taglio degli investimenti sulla sanità e i servizi.«Questa situazione segnala la noncuranza per i problemi degli italiani – ha proeguito Rosy Bindi - nessuno parla di lavoro, famiglia, impresa. Tutti sono presi a litigare tra di loro: i ministri contro il ministro dell'Economica; il presidente della Camera, nella sua veste di capo politico, in conflitto permanente con la Lega sulle politiche per l'immigrazione; partito del Sud contro il partito del Nord.

Questo è lo stato della maggioranza e del governo. È evidente che tutto questo dipende dal fatto che, non solo, manca un programma ma che il garante di questa confusione prima era Berlusconi. Ora, però, Berlusconi si è fortemente indebolito ed è chiaro ed evidente che si è aperta una dialettica per la successione. Tutto questo è un problema anche per il Paese e per gli italiani e noi vogliamo elaborare insieme ai cittadini e ai nostri circoli la bozza del nostro programma di governo».

«Ci occupiamo di quello di cui parlano le famiglie la sera a tavola – ha aggiunto il vicesegretario del PD, Enrico Letta - per ogni settore presenteremo le nostre linee programmatiche». Così per il federalismo la proposta del Pd è di chiedere, anche con una raccolta di firme, la sospensione del patto di stabilità per i comuni virtuosi. E il problema della giustizia «va risolto per i 50 milioni di italiani che chiedono una giustizia più efficiente. Dico alla maggioranza: fermatevi, ritirate il provvedimento sul processo breve. L’intera cultura italiana avanza o critiche o perplessità a quel provvedimento. Prendetene atto. Non è immaginabile cominciare a parlare di giustizia con un ricatto sul tavolo. La settimana prossima - ha aggiunto Letta - ci sarà un’occasione per affrontare alcuni temi della giustizia nell’ambito del voto alla mozione del Pd sulle riforme».Gli incontri nelle 1000 piazze serviranno anche a diffondere i progetti di legge e gli emendamenti già presentato in Parlamento e bocciati dalla maggioranza su questi temi e sulla scuola, l’ambiente, la giustizia, le riforme istituzionali. Iniziative diverse da quel «No B. Day» che, sostiene Letta, «serve solo a convincere chi è già convinto, senza portare nuovi consensi».

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