martedì 1 luglio 2008

La grande illusione del "pacchetto sicurezza": una ennesima legge ad personam travestita da legge contro la criminalità

Dopo una brevissima stagione in cui il nuovo Governo sembrava voler assumere un profilo più istituzionale e occuparsi in modo serio dei tanti problemi che affliggono l’Italia, l’attuale maggioranza rompe gli indugi e riveste i panni che più gli sono propri, ossia quelli di una assemblea il cui scopo precipuo consiste nel difendere e tutelare gli interessi personali del suo Leader.

Tutti i problemi che per magia dovevano risolversi con l’avvento salvifico dell’Unto restano tali e quali sul tappeto, solo che ora se ne parla molto meno: i rifiuti, l’Alitalia, la povertà delle famiglie, per non parlare della precarietà e della sicurezza sul lavoro.

Resta in primo piano il problema sicurezza, opportunamente enfatizzato dai media, e in specie se coinvolge stranieri e rom. Molto più defilato appare invece il problema se si parla di camorristi e mafiosi locali, mentre un processo come quello ai Casalesi avrebbe dovuto riempire le pagine dei giornali per settimane intere.

Quando poi ho letto le dichiarazioni con cui i giudici venivano definiti “sovversivi” solo perché tentano di applicare in modo uguale per tutti le leggi della nostra Repubblica, e denunciavano che la sospensione dei processi avrebbe messo a rischio di prescrizione anche quelli sui fatti del G8 di Genova, ho sentito l’esigenza di esprimere un’opinione in proposito, e ho scelto per questo l’occasione offerta dal Consiglio Provinciale del 25 giugno.

Vi allego il testo, sperando di fare cosa gradita e augurandomi che molte altre manifestazioni di dissenso verso queste ennesime leggi ad personam vengano poste in atto, aggiungendosi a quella organizzata dal PD a Genova il 27 giugno, e a tutte le altre di cui non sono a conoscenza.

A rischio prescrizione i processi sul G8
"Ancora una volta mi trovo a portare all’attenzione di questo Consiglio il disegno di legge cosiddetto “Sicurezza”, che ha ricevuto ieri il via libera in Senato.

Avevo già espresso il mio forte dissenso in merito alla possibilità che in tale disegno di legge, inizialmente presentato per offrire maggiori tutele ai cittadini sul fronte appunto della sicurezza, venisse introdotto il reato di clandestinità, essendo mia convinzione che chi è clandestino non lo è per scelta, ma lo è soprattutto per le assurde farraginosità burocratiche cui viene costretto anche nei casi in cui troverebbe un lavoro regolare.

Con il prosieguo dell’iter parlamentare il disegno di legge è stato per così dire “arricchito” di alcuni emendamenti che sinceramente si fa fatica a considerare in linea con lo spirito del decreto stesso, ossia la tutela della sicurezza dei cittadini.

Un autorevole costituzionalista come Stefano Ceccanti ha definito la presentazione degli emendamenti come un fatto che «stravolge le finalità del decreto».

Tali emendamenti dicono, in sostanza, che i processi per reati commessi “fino al 30 giugno 2002” e puniti con pene detentive inferiori ai 10 anni, in corso di svolgimento e compresi tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento in primo grado “sono sospesi” per un anno. Questo oltre a tutto in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, che evidentemente non sono visti come un allarme sociale.
Tra i tanti processi che verrebbero sospesi, ve ne è uno che rientra perfettamente nei limiti indicati dagli emendamenti: è il processo Berlusconi-Mills, nel quale il Presidente del Consiglio è imputato di corruzione in atti giudiziari.

Non parlerò però di questo processo, che è il principale oggetto di dibattito parlamentare di questi giorni, perché questa espressione di opinione riguarda due processi molto più vicini a noi, e che stanno facendo luce su quanto accadde nel luglio del 2001 in occasione dell’ormai tristemente famoso G8 di Genova. Mi riferisco a quelli inerenti i fatti avvenuti nella scuola Diaz e nel carcere di Bolzaneto.

Ora che il decreto ha ricevuto il via libera del Senato negli ambienti giudiziari il timore che sia la Diaz che Bolzaneto possano saltare è forte. Per il processo sul carcere speciale (45 persone imputate tra poliziotti, medici e agenti di polizia penitenziaria), sarebbe una beffa visto che il tribunale dovrebbe entrare in camera di consiglio il 21 luglio.

In base alle prime notizie provenienti da Roma entrambi i dibattimenti ricadrebbero nell´elenco di quelli ai quali verrebbe applicata la sospensione di un anno. Alla ripresa sarebbero necessarie nuove notifiche e nuovi calendari che, per le vicende del G8, considerato il numero degli imputati, significherebbe scivolare rapidamente verso la prescrizione.

Da un lato il governo inasprisce le pene per reati di grave allarme sociale (per esempio, gli omicidi colposi da circolazione stradale) e dall’altro blocca i processi per gli stessi reati perché non li ritiene gravi.

Il CSM ha dal canto suo chiaramente indicato l’incostituzionalità di tali norme e molto grave appare, in quest’ottica, l’attacco che il Premier ha lanciato contro la magistratura, definendo “sovversivi” quanti si ostinano ad applicare quelle leggi cui tutti, almeno in teoria, e fino a che la legge sarà uguale per tutti, devono sottostare.

Fuori della legge non c’è civiltà, e, come diceva Montesquieu, “può dirsi libera solo quella costituzione in cui nessun governante possa abusare del potere a lui affidato. Per contrastare tale abuso bisogna far sì che "il potere arresti il potere", cioè che i tre poteri fondamentali siano affidati a mani diverse, in modo che ciascuno di essi possa impedire all'altro di esorbitare dai suoi limiti e degenerare in tirannia.”

Questo è il fondamento su cui sono basate le moderne democrazie, tra cui la nostra.

Tornando alla possibile sospensione dei processi sui fatti del G8 di Genova, auspico che tale circostanza non si debba verificare, perché costituirebbe un ulteriore schiaffo alle vittime delle violenze e alla verità stessa, rinnegando nei fatti quello che il decreto vanta a parole, ossia la protezione della sicurezza e dell’incolumità dei cittadini, che deve essere garantita anche e soprattutto quando essi esercitano il loro diritto ad esprimere liberamente una opinione, fosse anche in disaccordo con quella del governo in carica, come accadde durante il tragico G8 del 2001 a Genova."

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