lunedì 6 luglio 2009

Il Paese delle leggi vergogna: dal lodo Schifani al Pacchetto (in)sicurezza

E anche questa è fatta: PdL e Lega si fregano le mani per essere riusciti a portare a casa l’ennesima legge-vergogna, il famoso “pacchetto sicurezza”.

Di sicuro vi è che l’Italia oggi è un paese più ingiusto, dove i deboli e gli sfruttati lo saranno sempre di più: schiavi a buon mercato che per timore della denuncia sopporteranno umiliazioni e ingiustizie ancora più pesanti inflitte da caporali senza scrupoli o magari da cittadini dall’apparenza perbene.

Schiavi cui però molti non vogliono rinunciare, e magari vi è chi promuove la crociata contro gli stranieri che “rubano il lavoro” ma che poi si guarderebbe bene dall’ assumere regolarmente un italiano e preferisce sottopagare in nero un extracomunitario clandestino, che fa meno storie e se protesta lo si caccia via, anzi, da oggi lo si può pure denunciare.

E’ tanta l’ipocrisia con cui il tema della sicurezza è stato cavalcato dal centro-destra in questi ultimi anni di perpetua campagna elettorale: brutti, sporchi e cattivi, gli extracomunitari si sono rivelati il perfetto capro espiatorio. Perfetto per sviare l’attenzione della gente dalle leggi ad personam, dagli scandali grandi e piccoli, dalla mancanza di idee che il Governo rivela nell’affrontare la crisi economica.

Sei disoccupato? Colpa degli stranieri! Ti hanno rubato in casa? Colpa degli stranieri! Le banche ti hanno venduto titoli spazzatura? La tua azienda ti ha licenziato perché costi troppo? Beh, che c’entra…d’altronde, se non te la puoi prendere con i poteri forti, almeno ti puoi rifare su qualcuno più sfigato di te!

A poco servono le statistiche che dicono come, ad esempio, la vera violenza sulle donne si consuma tra le pareti domestiche ad opera di parenti e amici, o che mafia e camorra sono la prima industria italiana, così come il sommerso e il lavoro nero sono il vero cancro che rode l’economia italiana e che senza ricerca e formazione non si andrà da nessuna parte.

Certo, per risolvere questi problemi occorre avere una visione dello Stato e della responsabilità civile che molti dei nostri rappresentanti che fanno parte della maggioranza di Governo non possiedono neppure in minima misura, poiché essi neppure concepiscono la Cosa Pubblica, e le regole che servono a farla funzionare per il bene comune.

Si fanno leggi severissime al punto da colpire i matrimoni misti o i ricongiungimenti familiari dei poveri cristi mentre poi le “alte cariche” dello Stato, invece che dare l’esempio di rispetto delle leggi, si fanno approvare leggi che li rendono immuni anche se commettessero i crimini più efferati.

Il procuratore aggiunto di Torino, Bruno Tinti, nel 2007 ebbe a dire, parlando della giustizia italiana: “Siamo un’azienda tarata per operare nei confronti di una parte specifica dei cittadini e dei non cittadini, anche degli extracomunitari. Comunque gli ultimi, i più indifesi. Quelli che commettono reati caratteristici di questa fascia della popolazione. Con gli altri, con quelli che commettono i reati tipici del vertice della società, quindi corruzioni, falsi in bilancio, reati fallimentari, con questi altri ci si mette d’accordo”.

E anche:
“La causa di tutto è l’insofferenza per il controllo di legalità da parte della classe dirigente del Paese. E’ questo che ha contribuito a creare un sistema giudiziario che ha queste caratteristiche. Perché è evidente che una giustizia razionale, efficiente e rapida può intervenire in maniera incisiva sui comportamenti delittuosi non solo degli ultimi, di chi ruba il formaggio al supermercato, ma anche dei vertici del Paese. E’ assolutamente indiscutibile; basta aprire un qualsiasi giornale alla cronaca giudiziaria, politica, culturale che fa seguito agli eventi di spicco che periodicamente si verificano nel nostro Paese per vedere delle reazioni micidiali da parte della classe dirigente e, in particolare, della classe politica all’ipotesi di essere in qualche modo coinvolti in un’inchiesta giudiziaria.”

Il tema delle regole è troppo importante per lasciarlo in mano a chi dimostra, ogni giorno, di disprezzarne lo spirito e la lettera, calpestando quel principio per cui la legge è uguale per tutti. Le regole sono la garanzia del vivere civile, e vanno fatte in modo giusto, seguendo la Costituzione, per poi essere fatte rispettare dopo, ma da tutti. Se si spezza questo meccanismo, è la barbarie, è la legge del più forte, è il ritorno all’inciviltà e alla prevaricazione. Sarà un caso che con il recente “pacchetto sicurezza” sono state introdotte anche le ronde, con tanto di simboli pseudo-fascisti? E queste sarebbero le ronde di tranquilli cittadini in grado di portare maggiore sicurezza nella popolazione?

Nessun commento:

Condividi