domenica 17 agosto 2008

Licenziato per aver "screditato" Trenitalia

La vicenda di Dante De Angelis, leader storico dei macchinisti e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, che mette in guardia sulle condizioni dei convogli Fs e viene licenziato a Ferragosto per le dichiarazioni rese alla stampa, è il nuovo episodio sul quale ci troviamo oggi a riflettere. Come passeggeri, oltre che come cittadini, ci chiediamo quali siano davvero le condizioni di sicurezza in cui ogni giorno viaggiamo, e se non abbiamo il diritto di essere informati compiutamente degli eventuali rischi che comporta viaggiare in treno. Ci possiamo davvero fidare delle statistiche secondo le quali le ferrovie italiane sono tra le più sicure del mondo? Su “La Stampa” di oggi, 17 agosto, vi è un articolo sulla “Guerra dell’alta velocità” dove si descrive un Moretti (AD del gruppo FS) ossessionato dallo spettro della concorrenza dei privati e quindi impegnato in una politica di rigore che prevede il pugno di ferro contro “fannulloni” e “disfattisti”: dopo gli anni del lassismo e dello sbrago, il nuovo corso impone lo stile “legge e ordine” per rinserrare i ranghi e preparare le falangi allo scontro con le truppe dei Montezemoli e, ben nascoste nelle diverse cordate, dei cugini d’oltralpe SNCF e Deutsche Bahn. Certo, viene da dire che quando i buoi sono scappati, si chiudono le stalle, che questi provvedimenti suonano come le grida manzoniane e che, molto probabilmente, sortiranno gli stessi effetti. E’ abbastanza triste, sia detto per inciso, vedere come uno dei settori più strategici per il nostro Paese (come e più dell’iperprotetta Alitalia) stia finendo al centro di una lotta di potere per accaparrarsene le spoglie: dopo essere stato per anni utilizzato come serbatoio di consensi elettorali, ed essendo ormai scoppiato ed ipertrofico, il trasporto ferroviario è un vascello alla deriva. Moretti è nella ridotta e combatte strenuamente per salvare il salvabile (così almeno è convinto di fare), non esitando ad utilizzare il metodo della decimazione (colpirne uno per educarne 100), che tuttavia non servirà a ridare il morale a truppe rese esangui da gestioni che ne hanno mortificato la professionalità e premiato il clientelismo.

E' triste anche vedere come più nessuno (e meno che mai la sua dirigenza) crede nell'unica missione che davvero potrebbe salvare Trenitalia dal suo lento declino, ossia quella di tornare ad essere un'azienda al servizio dei cittadini, così come era in origine, e come è stata per un certo periodo, pur tra mille distorsioni e saccheggi, ricavando da questo orgoglio e dignità, senso di appartenenza e rinnovato spirito di servizio.
Sempre oggi, su Repubblica, l’ing. Soprano, AD di Trenitalia, a chi gli fa notare che vi sono altri rischi già segnalati dai viaggiatori e dai sindacati, come ad esempio le “porte tagliola”, che si chiudono inaspettatamente e hanno causato più di un incidente anche di una certa gravità, risponde che “tutte le volte che è successo è stata per incauta salita o discesa del viaggiatore mentre il treno era in movimento”, e io mi chiedo, ma quando questo incidente si è verificato contemporaneamente su 17 porte, il treno era forse in movimento? Io stessa più volte mi sono trovata in questa situazione, con la porta che improvvisamente si chiudeva e il treno era in sosta e perfettamente fermo. Ora io mi chiedo, non bisognerebbe licenziare l’ing. Soprano per le false dichiarazioni rese a mezzo stampa? O devono pagare solo i ferrovieri che denunciano i problemi di sicurezza?

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