domenica 14 giugno 2009

Il ruolo delle Province nelle azioni di contrasto alla crisi in una prospettiva di sviluppo territoriale

Concertazione con Regioni e soggetti locali, supporto a imprese e famiglie, formazione, investimenti pubblici con funzione anticiclica: gli interventi delle amministrazioni provinciali per sostenere il Paese

Roma, 28 maggio 2009 – Se in Italia la crisi sta avendo effetti più attenuati rispetto agli altri Paesi, uno dei meriti è dell’articolazione locale del sistema istituzionale ed economico, con poli territoriali in grado di intervenire prima e con maggiore efficacia nella gestione della crisi. In questo primo semestre, le Province italiane hanno predisposto iniziative, programmi, interventi a breve, medio e lungo termine per contrastarne gli effetti sui territori. L’indagine del Censis, promossa dall’Upi, delinea un quadro complessivo delle strategie partendo da una serie di casi provinciali rappresentativi.

Risposte locali a una crisi globale. Dall’indagine emerge che le Province rappresentano oggi un soggetto di responsabilità istituzionale particolarmente idoneo a fronteggiare la crisi, in grado di mettere in campo strumenti utili a sostenere dal basso il rilancio del sistema-Paese partendo proprio dalle esigenze differenziate dei singoli territori.

La programmazione di medio periodo e i processi concertativi. Un primo ambito d’intervento riguarda l’avvio o il rafforzamento di processi di concertazione sia «in alto» (con le Regioni) che «in basso» (con tutti i soggetti attivi nel territorio di competenza, dagli enti locali alle Camere di commercio, alle organizzazioni di rappresentanza d’impresa e del lavoro). Gli obiettivi sono numerosi: vanno dai tavoli di concertazione per individuare le situazioni di maggiore rischio, fino alle intese programmatiche finalizzate a razionalizzare l’impegno ed eliminare duplicazioni degli interventi.

Il sostegno alle imprese. Altre azioni sono rivolte ai soggetti economici in difficoltà, e sono modulate sulle caratteristiche specifiche del tessuto produttivo locale e sulle modalità con cui la crisi attuale lo sta colpendo. L’elemento di maggiore criticità – soprattutto del Nord industriale – viene individuato nella difficoltà di accesso al credito per le imprese. Per ovviare a questo problema, le Province hanno creato fondi finalizzati ad aumentare le garanzie al credito, ridurre i tassi praticati dalle banche, intervenire nella rinegoziazione dei prestiti. E si rafforzano anche gli interventi, spesso affidati ad incubatori già esistenti, per la creazione e il tutoraggio di nuove microimprese.

La formazione. Si va dall’analisi dei fabbisogni formativi e di riqualificazione, ad azioni formative vere e proprie (attuate con le risorse della precedente programmazione comunitaria del Fse o messe in programma con la nuova stagione di programmazione 2007-2011), fino alla creazione di agenzie formative provinciali dotate di autonomia di gestione. In alcuni casi, alla formazione per lavoratori disoccupati o lavoratori atipici viene collegato un «premio» per le imprese che procederanno ad assunzioni a tempo indeterminato.

Gli interventi sul sistema del welfare. Si concentrano sui lavoratori in difficoltà con misure quali: l’attività di mediazione tra Inps e banche locali per l’anticipo della Cig; il sostegno alle famiglie dei lavoratori colpiti da licenziamento (ad esempio, tramite accordi con gli istituti di credito per il blocco delle rate dei mutui); fondi di sostegno per i lavoratori privi di ammortizzatori sociali; sconti e agevolazioni destinati alle famiglie colpite dalla crisi, come la «family card» locale; azioni contro l’usura per famiglie e imprese basate su meccanismi di defiscalizzazione.

Gli investimenti pubblici con funzione anticiclica. Gli interventi più ricorrenti riguardano la manutenzione straordinaria di strade ed edifici scolastici, ossia il campo elettivo degli investimenti provinciali. Le Province sono tuttavia presenti anche nella riqualificazione urbana, nella difesa del suolo, negli investimenti sul settore idrico e sulla viabilità ciclabile. Ulteriori sforzi attengono gli impegni per il pagamento puntuale dei fornitori e gli accordi di programma per il coordinamento degli interventi in capo ai singoli Comuni.

I vincoli e le difficoltà. Le tante soluzioni adottate dalle Province sono soggette a due vincoli: la difficoltà di programmare gli investimenti a causa del patto di stabilità che, anno dopo anno, interviene con regole diverse sulla gestione amministrativa e contabile degli enti; l’impossibilità di svincolare dal patto di stabilità anche le risorse presenti in cassa, che potrebbero essere destinate al pagamento degli stati di avanzamento dei lavori affidati e all’avvio di nuovi interventi. Molte Province dichiarano di aver approvato ambiziosi Piani triennali delle opere pubbliche che rischiano però di non poter essere concretamente finanziati.

Un programma straordinario di manutenzione. La ricerca del Censis suggerisce di puntare, attraverso l’azione delle Province, su un programma straordinario di manutenzione del Paese, diffuso sul territorio e di semplice gestione amministrativa (può partire nel giro di qualche mese, a differenza delle opere pubbliche infrastrutturali). La manutenzione consente di dare slancio a uno specifico comparto produttivo e occupazionale configurandosi come intervento anticiclico. Potrebbe infatti coinvolgere operatori grandi, medi e piccoli; sollecitare il protagonismo di giovani professionisti, tecnici e strutture terziarie di supporto; garantire ritorni economici per le singole amministrazioni riducendo nei prossimi anni i crescenti costi degli interventi riparativi; rimuovere le aree di degrado migliorando la sicurezza pubblica.

Questi sono alcuni dei principali risultati di una ricerca promossa dall’Upi e realizzata dal Censis, che è stata presentata oggi a Roma, presso la Sala della Pace di Palazzo Valentini, da Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, e discussa da Fabio Melilli, Presidente dell’Upi, Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma, con i Presidenti delle Province di Ancona, Asti, Genova, Mantova, Palermo, Treviso, Varese e Viterbo.

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