sabato 24 aprile 2010

RESISTENZA: DALLA PROVINCIA LA CARTA DEI PERCORSI PER LA LIBERTÀ

Realizzata dall’assessorato al Turismo con l’Anpi provinciale per riscoprire, seguendo i passi e i sentieri della Resistenza, la storia e le testimonianze di chi ha combattuto e si è sacrificato per la libertà nella VI Zona Operativa Partigiana.

Genova, 21 - Una carta di tutti i luoghi dove gli uomini della Resistenza lottarono per la riconquista della libertà e della democrazia e di tutte le testimonianze - lapidi, cippi, steli, monumenti, sacrari, cappelle - degli eccidi, fucilazioni, rastrellamenti, deportazioni, torture e devastazioni nazifasciste sul territorio, tra i passi e i sentieri dove i partigiani in azione e le loro staffette che portavano informazioni, cibo e acqua, avanzavano, spesso di notte, anche con la neve e a stomaco vuoto, attanagliati dal freddo, dalla fame e dalla paura degli agguati, sospinti però dai valori e dagli ideali che hanno alimentato la nostra Costituzione.

E’ la nuova carta dei Percorsi della Libertà realizzata dall’assessorato al Turismo della Provincia di Genova con l’Anpi provinciale “per far scoprire agli studenti, all’associazionismo, ai gruppi e alle famiglie – dice l’assessora Anna Dagnino - il territorio della nostra Provincia, medaglia d’oro al merito civile per il valore e i sacrifici delle sue popolazioni nel sostegno alla lotta per la liberta, da un punto di vista inedito con itinerari che ricordano alcuni degli episodi più significativi della Resistenza, nei luoghi d’azione della VI Zona Operativa Partigiana, i cui primi nuclei nella provincia di Genova si costituirono tra l’autunno e l’inverno 1943-44 sopra Voltri, nelle località di Fò e Àze mortu, al casone della Vagge nell’entroterra di Lavagna e al casale di Costadena a Favale di Malvaro e altri si costituirono tra alessandrino, pavese e piacentino al Bric dei Gorrei, ai laghi della Lavagnina, a Dernice o al monte Porale.”

Una carta che approfondisce anche la memoria della Resistenza a Genova, nelle vallate e sulle montagne e ricostruisce l’organizzazione della VI Zona, con le sue Divisioni, come la Cichero con la Brigata Jori in azione in tutta l’area dell’Antola (dove nacque la Repubblica partigiana di Torriglia, primo esempio italiano di democrazia partecipata dopo vent’anni di feroce dittatura) Lavagnola e Alta Val Trebbia, la 57^ Brigata Garibaldi in Val d’Aveto e Val di Ceno sui monti Penna e Tomarlo, la Brigata di manovra Caio, la brigata Giustizia e Libertà Matteotti-Val Bisagno, la Brigata Buranello al Tobbio, le Brigate Oreste e Arzani tra Savignone, Ronco Scrivia e Casella la Coduri nell’entroterra di Sestri Levante, Lavagna e Chiavari, Borzonasca, la Fontanabuona, i passi della Scoglina e della Forcella, la Berto in Val d’Aveto con la Caio o le Brigate volanti Severino e Balilla, come le Sap di montagna o le tante brigate Sap genovesi.

A questi uomini che insieme a tutta la popolazione che li sosteneva subirono innumerevoli eccidi, rastrellamenti, deportazioni e torture, il 25 aprile 1945, unico caso in Europa, un intero corpo d’Armata tedesco consegnò le armi, arrendendosi a Genova al CLN presieduto dall’operaio Remo Scappini. Per organizzare visite lungo gli itinerari della Resistenza segnalati dalla nuova carta della Provincia si possono contattare anche il sito web, l’indirizzo di posta elettronica o il telefono dell’Anpi (www.anpigenova.itanpige@alice.it tel. 010541422) e, per materiali di approfondimento il sito dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea (www.istitutoresistenza-ge.it).

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