giovedì 4 settembre 2008

E se fossero le società sportive a rifondere tutti i danni arrecati dagli ultras ai passeggeri e alle carrozze ferroviarie?


Prima scena: turisti che salgono su un treno con il biglietto non timbrato a causa del guasto (che si protrare da giorni) dell’obliteratrice, e dopo essere stati rassicurati in biglietteria che non verranno multati. Passa il controllore, che non sente ragioni, li chiude in treno (si, per non farli scappare) e poi chiede i documenti per fare le multe.

Seconda scena: ultras di calcio in trasferta che salgono in treno senza biglietto, a volte costringendo i passeggeri paganti a scendere per far loro posto; spaccano e vandalizzano carrozze che tutti noi poi saremo chiamati a pagare; solo una minima parte sono arrestati : si lasciano andare per evitare il peggio, per carità, come se queste scene di guerra fossero derubricabili a “meno peggio”: ma di che cosa? Fra l’altro, si saprà che già l’indomani i pochi arrestati vengono scarcerati.

Penso che questi due esempi costituiscano una sintesi straordinaria di tanti episodi analoghi con i quali ci confrontiamo ogni giorno: da un lato regolamenti farraginosi e assurdamente complessi, pensati non in funzione degli utenti ma piuttosto per tutelare al massimo coloro che li hanno promulgati, e mettere il più possibile al riparo le aziende fornitrici di servizi pubblici dalle giuste lamentele degli utenti esasperati dai disservizi; dall’altro la furia cieca e distruttrice di chi non riconosce né regole né tantomeno il rispetto della cosa pubblica, di chi sa di poter agire coperto da una quasi certa impunità e che quindi esercita la sua forza bruta per vessare a sua volta inermi passeggeri ancora una volta paganti e subenti.

In mezzo sta il cittadino, che sente di non essere tutelato da niente e da nessuno, misura ogni giorno la propria impotenza e sente crescere una rabbia pronta ad esplodere. Contro chi? Contro cosa? Spesso, contro chi è ancora più debole e indifeso nella catena gerarchica della società, andando ad allungare la catena di ingiustizie che si sommano ogni giorno ineluttabilmente.

Se nel primo caso giustizia vorrebbe che ai viaggiatori si presentassero le scuse per il mancato funzionamento dell’obliteratrice e poi per il comportamento del controllore, nel secondo caso tutti gli autori di vandalismi e aggressioni ai viaggiatori dovrebbero essere presi e puniti, in modo esemplare per di più, impedendo loro per il futuro qualsiasi accesso agli stadi. Per quel che riguarda le trasferte organizzate poi, visto che oggi la tecnica consente di seguire le partite anche mediante megaschermi e di vedere sotto ogni possibile angolatura azioni e moviole, andrebbero del tutto proibite, in quanto, lo si è visto troppe volte, sono state unicamente occasioni per perpetrare vandalismi, saccheggi, violenze, sia sui treni e nelle stazioni, sia negli autogrill e hanno provocato disordini anche molto gravi dove non di rado si sono verificati ferimenti e anche incidenti mortali.

Nel caso degli ultimi giorni, 250 passeggeri muniti di biglietto, magari prenotato da giorni, hanno dovuto cedere il posto ad ultras violenti ed arroganti, le devastazioni alle carrozze (11 rese inservibili) si quantificano in 500.000 euro di danni, per non parlare di 4 ferrovieri feriti: possibile che nessuno senta la responsabilità morale per quel che è successo (e non è neppure la prima volta)?

Chi risarcirà i 250 passeggeri del danno morale e materiale subito? Chi pagherà i danni? Il calcio muove milioni di euro, ma ad arricchirsi sono i soliti noti (calciatori, procuratori, sponsor, televisioni, qualche addetto ai lavori, le società più grandi) mentre a pagare è la società tutta che si deve accollare anche i cosiddetti “effetti collaterali”. E’ il prezzo che la nostra società del “panem et circenses” paga per dirottare gli istinti belluini più viscerali nell’alveo del tifo sportivo? E’ tutta qui la strategia sociale del nostro Paese, ripiegato sulle proprie paure, incapace di reagire con fermezza alla marea montante del teppismo e del bullismo, che minacciano di travolgere ogni idea stessa di civile convivenza?

Chi commette questi atti di teppismo mette a rischio l’idea stessa della nostra democrazia, che è prima di tutto rispetto degli altri, dei loro diritti e della loro dignità. Chi distrugge e calpesta ciò che appartiene a tutti non commette solo danni materiali, è bene che ciò venga detto con forza, perché calpesta la visione di bene comune che dovrebbe costituire il cemento tra i cittadini ed improntarne i comportamenti.

Eppure non ci vuol molto a immaginare come potrebbe essere un paese normale: un paese dove i passeggeri paganti vengono trattati con gentilezza e rispetto, e dove invece gli arroganti ed i teppisti vengono sanzionati e allontanati. Quello in cui ci troviamo a vivere è invece un paese sempre più annichilito e incapace di reagire alla marea montante di inciviltà e di ingiustizie che ne minacciano la stessa esistenza e coesione sociale: un paese dove la strategia della tensione non viene più messa in atto mediante stragi fatte con le bombe, ma utilizzando armi più sottili che sono appunto il logoramento delle certezze che ognuno di noi dovrebbe avere in termini di diritti e di protezione sociale.

Per concludere: considerati i gravi danni arrecati alle carrozze e ai rotabili in genere, si obblighino gli ultras e le stesse società di calcio a rifondere interamente i danni che i loro ultras hanno arrecato, così come vengano chiamate a sostenere le spese per la polizia adibita a contenerne le intemperanze. Risarciscano altresì i 250 passeggeri derubati del loro diritto a viaggiare e terrorizzati dal comportamento violento degli ultras e, infine, vengano proibite tutte le trasferte di ultras organizzati, non solo di quelli di Napoli, poiché da troppo tempo ormai assistiamo ad un preoccupante aumento della violenza che trova pretesto in queste occasioni e che nulla hanno a che fare con un sano tifo per la propria squadra.

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