mercoledì 17 settembre 2008

La Scuola di Cortona: per un nuovo Rinascimento politico


Ebbene sì, anch’io c’ero! Dove, direte voi? A Cortona! Alla Scuola Estiva del Partito Democratico! Eh, quanto entusiasmo, non sarà troppo? Ebbene no, cari compagne, compagni, amiche ed amici, l’entusiasmo è di rigore, perché davvero è stata una esperienza molto positiva. Ho aspettato qualche giorno per far sedimentare un po’ i ricordi, le impressioni, i giudizi, e devo dire che permane in me una bella sensazione, dovuta alle tante cose intelligenti e propositive che ho avuto modo di ascoltare e di vedere.

Era bello vedere che tutti erano lì per capire, discutere, trovare risposte ma, ancor più, porre (e porsi) domande. Già dall’inizio, nella splendida cornice di Castiglion del Lago, il discorso di Edgar Morin ha avuto il merito di portarci subito nel cuore dei problemi concreti di cui la politica spesso si dimentica, presa dalle guerre di potere o intrappolata dentro stanchi ideologismi. Concretezza, semplicità, rigore nella difesa dei valori che contano, un nuovo umanesimo in grado di guardare qui ma anche altrove, lontano nel mondo, con curiosità e non con paura: da subito ho avuto la sensazione che sarebbero state giornate ben spese, e così è stato. La seconda sorpresa è stata quella di vedere che, accanto a tanti giovani, vi erano anche persone più adulte (come me, che ho ormai superato gli ‘anta), animate dallo stesso entusiasmo e dalla stessa curiosità di vedere e ascoltare da vicino personaggi del calibro di Spitz, Fitoussi, Rifkin, e tanti altri…

La cosa più difficile? Scegliere le lezioni di questo o quel relatore, dato che erano tutte interessanti e, infatti, tutti ne sono rimasti molto soddisfatti. Tra le cose che mi sono restate maggiormente impresse, la lezione di Bernard Spitz sul futuro dello stato sociale, destinato a crollare sotto il peso dello squilibrio demografico (sempre più anziani in pensione e sempre meno giovani attivi) in assenza di opportune politiche correttive, quella di Jean-Paul Fitoussi sul rapporto tra politica e regole nell’Europa di oggi, quella di Jeremy Rifkin sulla nuova rivoluzione industriale basata sulla produzione diffusa di energia per superare quella che lui definisce l’era dei combustibili fossili ormai al tramonto.

Ad un tratto si è materializzato Walter Veltroni, anche lui a curioso di ascoltare questo illustre personaggio, e Rifkin non ha perso l’occasione per chiedergli di impegnarsi su questa strada, invero rivoluzionaria e potenzialmente capace di risolvere gran parte dei problemi energetici del nostro mondo.

Giuliano Amato, l’ultimo “docente” in programma, ha sintetizzato molto bene la differenza tra la destra dell’io, e la sinistra del “noi”, che significa saper guardare un po’ più in là del proprio orticello, e tentare di risolvere i problemi non solo per sé, trovando scorciatoie personali, ma per la collettività. Partire dalla propria esperienza, ma allargarla sul piano degli altri, della società tutta: questa è la chiave di lettura di come il pensiero progressista affronta le questioni e rifiuta, come inaccettabili, soluzioni “ad personam” che tanto piacciono invece allo schieramento conservatore e berlusconiano in particolare.

Il discorso conclusivo di Walter Veltroni segna, io penso non per caso, una evidente novità nei toni e nei temi trattati, tanto che si è parlato di svolta grazie ad una presa di posizione netta ed inequivocabile contro la Destra ed il berlusconismo, ideologia capace di corrodere e corrompere ogni vero ideale di democrazia e di solidarietà sociale. Se le idee sono forti, se i valori sono saldi, non conta che i sondaggi vadano oggi da un’altra parte: chi li insegue perde non solo la propria anima e la propria identità, che sarebbe già devastante, ma non speri neppure di riconquistare un consenso che in questo momento è come ipnotizzato dalle sirene della destra.

Il Partito Democratico faccia dunque il suo cammino, produca le sue idee e proponga le sue soluzioni, non tradendo quelli che sono i suoi valori costitutivi: trovando forme nuove per comunicare, condividere, ricercare, e, in questo, l’esperienza della Scuola di Cortona è e sarà davvero preziosa.

Nessun commento:

Condividi