giovedì 4 febbraio 2010

Processo breve? Meglio allora il "Processo subito"

Nel corso del Consiglio Provinciale che si è svolto ieri ho illustrato la proposta del PD detta "processo subito" che prevede una corsia preferenziale per i procedimenti a carico delle "alte cariche" e dei parlamentari.

La maggioranza che attualmente governa il Paese è ultimamente molto sensibile a quello che viene chiamato processo “breve” o “giusto”, al tema della certezza della pena così come alle garanzie per le vittime e per gli imputati.
Questo è un proposito condivisibile (ancorché oggi le emergenze da affrontare nel Paese siano piuttosto, a mio parere, quelle sulla crisi economica e occupazionale).
Tutti i cittadini dovrebbero poter contare su una giustizia rapida e in tempi certi, ed è vero che chi svolge importanti ruoli pubblici è particolarmente esposto agli effetti di clamorosi annunci di inchieste giudiziarie, anche quando queste poi si rivelino prive di fondamento.
Questo è un problema che va affrontato in primo luogo fornendo strumenti e risorse adeguate alla macchina della giustizia.
Imporre ai tempi processuali dei termini rigidi, prescindendo dalle condizioni oggettive in cui i magistrati si trovano ad operare sarebbe come imporre ad un medico di curare la polmonite senza far uso di antibiotici.
Non solo i tempi della guarigione si allungherebbero invece che ridursi, ma peggiorerebbe di molto anche la salute del paziente.
Di questo argomento del processo breve tuttavia si è parlato solo quando il problema ha riguardato le cosiddette “alte cariche” e in seguito anche onorevoli e senatori.
Si tratta, è vero, di persone e ruoli molto esposti al pubblico giudizio, e spesso il solo fatto di essere stati oggetto di provvedimenti cautelari ne ha danneggiato se non stroncato l’attività politica e amministrativa.
E allora perché non dare una corsia privilegiata e più veloce ai processi in cui le alte cariche e i parlamentari dovessero trovarsi ad essere imputati?
Pare l’uovo di Colombo: l’indagato ha tutto l’interesse a vedere subito chiarita la sua posizione, senza dovere dare dimissioni preventive. Lo si potrebbe chiamare “processo subito”.
Non si comprende allora perché il PDL abbia definito una provocazione questa proposta avanzata dal PD alla Camera dei Deputati come emendamento al testo sul “legittimo impedimento” attualmente in discussione alla Camera.
Il testo va proprio nella direzione più volte auspicata dallo stesso PDL, mirando ad abbreviare i tempi della giustizia e di fare chiarezza sugli eventuali addebiti nei confronti dei politici coinvolti.
Se l’emendamento verrà bocciato in questa occasione noi del PD lo ripresenteremo come ddl autonomo o ancora come emendamento alla legge sul “giusto processo” il cui esame è stato rinviato a fine giugno.
Spero che questa proposta del PD verrà presa in considerazione poiché è giusto che chi è sfiorato dal sospetto, specie se persona pubblica, possa al più presto chiarire la propria posizione e presentarsi a fronte alta, se innocente, al cospetto della pubblica opinione.
Parallelamente è giusto sapere il prima possibile chi sono le persone che ci governano e ci amministrano, e la proposta del PD ha anche questo scopo di trasparenza nei confronti dei cittadini.

Nessun commento:

Condividi