mercoledì 13 aprile 2011

Emergenza profughi? Una ennesima arma di distrazione di massa.

L’evolversi degli eventi relativi alla gestione della questione dei profughi provenienti dal Nord Africa non sembra trovare ad oggi alcuna soluzione positiva ed anzi sta provocando conseguenze negative e preoccupanti in tutto il Paese. Il Governo, occupato da mesi a tentare di risolvere le problematiche care al Presidente del Consiglio, utilizza l’unica metodologia che, nei confronti del tema dell’immigrazione, ha sempre usato con sicuro effetto mediatico ed elettorale: la paura e la demonizzazione. Invece che affrontare responsabilmente il problema, approntando tendopoli per offrire una prima accoglienza con l’ausilio di esercito, protezione civile, croce rossa, come si fa di solito in questi casi, si è preferito lasciare che i profughi si ammassassero a Lampedusa senza alcuna assistenza, provocando inevitabilmente l’esasperazione della popolazione locale. Quanto alla richiesta di coinvolgimento dell’Europa, che ritengo corretta in generale, essa giunge molto tardiva e soprattutto da parte di forze politiche che, nei confronti dell’Europa, hanno più volte espresso scetticismo e, in seno al Parlamento Europeo, aperta contrarietà alle politiche che l’Europa ha messo in campo. Infine, fallito questo tentativo, si è pensato di scaricare il problema sui Comuni, senza dotarli beninteso di risorse né del dovuto coordinamento, e innescando tensioni sociali che nel clima di paura alimentato da mesi e mesi dal Governo stesso trovano ormai radici profonde, in grado di scatenare vere e proprie reazioni di panico tra la cittadinanza. Testimonianza di questo fenomeno lo abbiamo anche qui in Liguria, nella nostra Genova, città da sempre ospitale e accogliente: ebbene, anche qui si sono registrati preoccupanti episodi di violenza quali il lancio di bombe incendiarie contro un edificio tra quelli individuati per accogliere poche decine di profughi. Se anche questo che dovrebbe essere un gesto naturale di solidarietà per una grande città come Genova viene vissuto con un tale livello di intolleranza da parte di alcuni, significa solo che il germe dell’odio e del razzismo ha germogliato e sta mettendo radici in grado di avvelenare la società. Solo poche ore prima un ex ministro della Repubblica aveva affermato, senza mezzi termini, che era ipotizzabile, del resto, usare le armi contro gli immigrati. Chi ha responsabilità di governo rifletta sul clima che stanno creando, un clima invivibile per tutti, dove la paura dell’altro, dello straniero, è molto utile a deviare altre paure, dovute a problemi ben più concreti ma accuratamente occultati: la crisi economica, la disoccupazione, la perdita dei diritti fondamentali, lo sgretolamento dello stato sociale, l’attacco alla magistratura e alla Costituzione. Lo straniero è allora null’altro che un capro espiatorio alle nostre angosce e insicurezze che hanno tuttavia ben altra origine e capacità di incidere nella nostra vita reale. Concludo chiedendo un minuto di silenzio per le migliaia di vittime annegate nel Canale di Sicilia, uomini, donne, bambini morti sperando di trovare una vita migliore e per sfuggire al loro destino di fame, miseria, oppressione. Per questi esseri umani l’unica liberazione possibile è stata la morte, su questo io credo dovremmo riflettere seriamente, e molto più di un minuto.

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