mercoledì 30 dicembre 2009

Se questo è (ancora) un paese civile

Al Signor Presidente della Repubblica Italiana
On.le Giorgio Napolitano


Signor Presidente,
oggi, 30 dicembre 2009, leggendo (come penso avrà fatto anche Lei) il quotidiano la Repubblica, ho letto un articolo che riportava l’episodio di un disabile grave e del trattamento ricevuto dal personale di bordo per aver chiesto di acquistare il biglietto direttamente sul treno.

L’episodio, di cui è testimone oculare il giornalista che scrive l’articolo, vede protagonista un disabile privo delle braccia, straniero, che chiedeva di acquistare il biglietto in treno perché a terra non c’era riuscito. Essendo io una pendolare, so per esperienza quanto sia difficile, anche per chi è in perfetta salute, acquistare un semplice biglietto specie nelle piccole stazioni, quasi sempre chiuse e con le emettitrici rotte. Nelle grandi stazioni poi la coda è praticamente costante, specie nelle ore di punta, e non esistono vie preferenziali per chi ha problemi di salute o è anziano e malfermo sulle gambe. E anche se vi fossero emettitrici funzionanti e abbondanti nei dintorni di una biglietteria (cosa, questa, che ho verificato solo poche volte) mi si deve spiegare come una persona priva delle braccia avrebbe potuto utilizzarle. Eppure questo ha detto uno dei controllori che hanno esaminato il caso del malcapitato protagonista della nostra triste storia.

Quello che colpisce, in questa vicenda, è l’accanimento del tutto gratuito nei confronti di una persona indifesa e debole, straniera per di più, la pretesa di applicare su di lui tutti gli assurdi regolamenti che Trenitalia si inventa ogni giorno per meglio vessare chi usa il treno, ossia i cittadini che, da contribuenti paganti, vorrebbero poter contare su di un servizio degno di un paese civile.

Trenitalia, duole dirlo, ormai da tempi tratta tutti (cittadini, utenti, ma anche amministrazioni locali) come fossero questuanti importuni, e non lo scopo stesso della sua esistenza.

Da cittadina italiana devo dire che mi sento profondamente turbata ed offesa per come questa persona sia stata trattata, ferendone la dignità e contando sul fatto che, molto probabilmente, il suo status di straniero avrebbe impedito ogni eventuale protesta. Mi chiedo se il comportamento del personale viaggiante sarebbe stato lo stesso in presenza di ultras scatenati intenti a spaccare un vagone, o se non si sarebbero tenuti ben a distanza. Cosa del resto abbastanza comprensibile, ma perché allora non usare la stessa elasticità nei confronti di una persona che aveva problemi di salute così gravi ed evidenti? Si è chiamata addirittura la Polfer per farlo scendere! Chissà quale pericolo poteva configurare la sua presenza a bordo…ma forse era solo per l’imbarazzo che creava l’episodio in sé…e che tristezza anche l’indifferenza o forse il timore di mettersi nei guai dimostrati dai passeggeri, con l’eccezione di colui che poi ha scritto l’articolo. Forse che gli assurdi regolamenti di Trenitalia ci esimono dal manifestare sentimenti di pietà e di umanità? A tanto siamo giunti?

Signor Presidente, non riesco proprio a riconoscermi in questo Stato che è forte con i deboli e debole con i forti, dove le regole sono fatte per tutelare interessi di pochi a svantaggio di molti, dove neppure prendere il treno è semplice e normale, e dove un disabile è considerato uguale ai “sani” solo quando la cosa va a suo svantaggio, e gli si può applicare una bella sanzione.

Mi piacerebbe che a qualcuno fosse richiesto di rendere conto circa questo e altri comportamenti che ledono diritti elementari delle persone: il diritto ad essere trattati con dignità, il diritto ad essere aiutati se disabili, il diritto a non essere discriminati perché stranieri.

Mi rivolgo a Lei, Signor Presidente, poiché penso che un Suo intervento presso la Dirigenza del Gruppo FS e presso il Ministero del Tesoro (che detiene il 100% del Gruppo FS) potrebbe almeno ottenere la giuste scuse nei confronti di una vittima (una delle tante) dell’attuale gestione del trasporto ferroviario.

Con ossequio e stima
Sonia Zarino

martedì 8 dicembre 2009

Ieri sera la prima della Scala...a casa mia

Ieri sera ho visto la Carmen alla Scala. Bellissima edizione, vibrante e con interpreti davvero bravi. Ho apprezzato anche la messa in scena, che non tutto il pubblico ha invero gradito, riservando alla regista anche qualche fischio.

A me però l’opera è piaciuta, regalandomi una bellissima serata a costo zero…nel salotto di casa mia. Si, perché grazie ad Arte, il canale televisivo franco-tedesco che vedo gratuitamente tramite parabola, la prima della Scala è stata trasmessa nelle case di tutta Europa e liberamente fruibile da quanti lo desiderassero.

Ora io mi chiedo, perché la RAI non dovrebbe trasmettere questi spettacoli, che pure sono in gran parte finanziati con fondi pubblici, rendendoli fruibili a tutti i cittadini? Penso al Carlo Felice, penso ai tanti teatri di prosa che producono spettacoli di grande valore artistico e culturale.

Penso che renderli fruibili con maggiore facilità a tutti ne aumenterebbe la popolarità e il consenso e renderebbe ancora più giustificate le risorse pubbliche ad essi dedicate.

giovedì 3 dicembre 2009

Mille piazze per l'alternativa: filma la realtà che vuoi mettere al centro dell'azione politica!



Con il video "Accendiamo i riflettori sul Paese reale", Pier Luigi Bersani lancia la manifestazione del Partito Democratico “1000 piazze per l’alternativa”, in programma l’11 e 12 dicembre prossimi.

L’obiettivo è quello di obbligare il governo a occuparsi dei problemi degli italiani e non di quelli del premier, come dicono i messaggi sui manifesti: “sempre i problemi suoi, mai i problemi nostri”.

Gli esponenti del PD saranno nelle piazze d’Italia, sui luoghi di lavoro, di studio per parlare di economia, lavoro, sanità, scuola, ambiente, giustizia, riforme.

Per dare forza e visibilità a queste iniziative, il PD chiede al territorio e ai circoli di realizzare dei video per raccontare ciò che realmente sta succedendo nel Paese: luoghi, storie, situazioni che rappresentano il grande momento di difficoltà che gli italiani stanno vivendo sulla propria pelle.


PREMI •REC E ACCENDI LA PASSIONE - Filma e racconta i luoghi, le persone, i mestieri, una fabbrica che rischia di chiudere, un distretto che non decolla, associazioni che riuniscono famiglie in difficoltà. Pubblica il tuo video su Youdem.tv entro il 9 dicembre e contribuisci alla realizzazione di un documentario collettivo che racconti la verità sulla situazione reale del Paese. Il documentario, ma anche i singoli video, verranno trasmessi anche sul canale satellitare di YouDem e saranno commentati in studio da giornalisti ed esponenti politici e potranno essere lo spunto per collegamenti con sedi locali Pd sui casi segnalati.

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